Daylight (Luke)

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Ho avuto la febbre alta per un paio di giorni, poi è emerso che era Covid, ed anche Alessandra è risultata positiva.

Una settimana fuori dalla mia vita.

I primi giorni non riuscivo neanche ad alzarmi dal letto, dormivo per lo più e Alex, che non ha manifestato sintomi, si è presa cura di me per tutto il tempo.

«Quando te ne vai?»

«Beh, buongiorno anche a te!» Sorride e mi stampa un bacio sulla fronte, come ogni mattina da quando è qui, «bello fresco! Ottimo» dice e torna ad ignorarmi.

Il giorno in cui abbiamo fatto il tampone ed il risultato si è palesato, ha avvisato i miei nonni, i suoi genitori e si è trincerata in casa mia, seminando il panico nelle nostre rispettive famiglie.

Nessuno ha ancora osato chiedere niente, ma sappiamo entrambi che il nostro segreto sta per sgretolarsi.

Suo padre le ha portato dei cambi ed il computer, ha lasciato tutto sulla soglia di casa, con un bigliettino su cui c'era scritto:

--- Ti rendi conto di quello che stai facendo?! ---

L'ho letto dopo averlo recuperato dal cestino.

Alex scrive molte ore al giorno, da sola, in ogni angolo della casa. La trovo sul divano, in terra, a letto. Dipende da dove la colpisce l'ispirazione. Io disegno.

Torno a farlo senza esser solo.

Torno a farlo senza sentirmi solo.

Lei fa finta di non essere interessata a quel che faccio, ma io la vedo che allunga il collo ogni tanto. Credo che si muova così tanto nello spazio anche per sbirciare meglio.

«Cosa ne pensi del Joker?» Domando mentre bevo una tazza di latte e lei guarda il vuoto in attesa di illuminazione.

«Bello, ma manca una vena di tristezza nello sguardo» dice continuando a cercare fuori quel qualcosa che non trova nella tastiera, poi ci ripensa e si rende conto della gaffe, «quale Joker?», alza lo sguardo al cielo e ridacchia.

«Bugiarda patologica!»

«Tutti disegnano Joker enfatizzando la follia, ma dietro alla sua malattia mentale c'è solo troppo dolore» afferma facendosi seria.

«Hai visto il film?» Le domando.

«Oh no! Come potrei! Io guardo solo quelle esaurite delle Disney Princess», sorride facendo delle facce buffe da rimbambita.

«Vuoi vedere qualcosa da adulti? C'è qualcosa che negli ultimi anni non hai avuto modo di vedere?» Le chiedo come se potessi esaudire ogni suo desiderio.

E la luminosità con cui si accende mi dice che ne sarebbe felice.

Voglio esaudire i tuoi desideri.

Voglio esaudire desideri che non conosci.

Il tuo desiderio. Il mio desiderio.

«Quando te ne vai?» Insisto.

«Vuoi che vada via?» mi dice adombrandosi.

«Voglio sapere quando sarà il momento in cui te ne andrai. E con la stessa consapevolezza voglio proporti un patto» ingoio saliva e orgoglioso. Butto giù tutta la razionalità che ho e do voce al solo desiderio di vivere come fosse un sogno. Come fosse la nostra favola.

«Avevo detto che sarei stata qui per questa settimana, conto di andare via domenica» comprende che sto per mettere in gioco elementi molto seri del nostro stare insieme qui ed ora.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 25 ⏰

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