Apologies and Invitation

84 5 0
                                    

"Quindi hai sistemato tutto?" chiese Thomas, scivolando sulla sedia accanto alla sua.

Draco esitò un momento. "No, non direi proprio sistemato" Non avrebbe avuto senso far finta di non sapere a cosa si stesse riferendo.

"Almeno ti sei scusato?"

Thomas si era voltato di novanta gradi sulla sedia per guardarlo direttamente in viso, con un braccio posato sul banco. Draco tenne il suo sguardo puntato davanti a sé. Per qualche motivo non riusciva in alcun modo a nascondere i suoi pensieri all'amico. Più che a qualunque altro avesse avuto. Draco aveva seriamente considerato la possibilità che la sua abilità nell'occlumanzia funzionasse così bene perché cercava sempre di nascondere i suoi pensieri ad altri maghi; non importava quanto intensamente ci provasse, Thomas sapeva leggerlo come un libro.

"Ehm" Draco tentò di svicolare dalla conversazione sulla Granger. "In realtà no, non penso di averlo fatto"

Thomas adottò un'espressione addolorata che Draco apprezzò con la coda dell'occhio. Quando Draco non riuscì ad elaborare un'altra parola, Thomas lasciò cadere la testa nella mano che aveva appoggiato sulla scrivania. Si passò il palmo della mano sui capelli castani tagliati corti mentre si sistemava, apparentemente preparandosi a mostrarsi completamente esasperato. "Cosa hai fatto quindi?" chiese infine.

"Ho lasciato che mi urlasse contro per un po'"

Thomas ridacchiò. "Oh, glielo hai lasciato fare, eh? Fidati, Hermione sarà anche piccola, ma avrebbe potuto bruciarti vivo se lo avesse voluto. Non le hai lasciato fare proprio niente"

Draco emise un verso incomprensibile, riflettendo sul fatto che Thomas non avesse idea di quanto vera potesse essere la sua informazione. Si schiarì la gola.

"In realtà anche io le ho urlato contro un po'"

Thomas sospirò "Perché non ne sono affatto sorpreso?"

"Tutta questa faccenda è stata un errore"

"Sì, Hermione mi ha detto che lo avevi detto"

Draco lo guardò affilando lo sguardo "Ne hai già parlato con lei?"

Thomas annuì, alzando lo sguardo.

Draco girò gli occhi "Allora perché stiamo avendo questa conversazione?"

"Beh, dovevo assicurarmi che tu non pensassi di, qualsiasi cosa tu abbia detto o fatto, aver anche solo lontanamente sistemato le cose. Era una richiesta estremamente semplice, non capisco come tu abbia sbagliato"

Draco arricciò il naso all'idea di ritenere qualsiasi cosa riguardasse il suo rapporto con la Granger semplice. "Chi dice che volessi sistemarle?"

Thomas rise di nuovo. "Oh, ma per favore. Risparmiami il teatrino. Non è mai stato così chiaro quanto voi siete una-"

Draco lo guardò, muovendo la mano in segno di avvertimento "Se provi ancora a dire una coppia perfetta, ti tiro uno schiaffo tanto forte da farti uscire gli occhi dalle orbite".

Thomas si limitò a ghignare "ora che abbiamo smesso di fingere che tu non voglia sistemare le cose, perché non mi dici come intendi veramente sistemarle"

Draco strizzò gli occhi e appoggiò la testa sul banco di fronte a lui. Il legno morbido era sorprendentemente freddo contro la sua fronte. "Hai mai pensato che forse sistemare le cose con la Granger significa starle il più lontano possibile?"

"No", disse Thomas semplicemente.

"Cazzo" mormorò contro il banco.

La verità era che aveva speso gli ultimi tre giorni cercando di pensare ad un plausibile piano d'azione per fare quello che Thomas gli aveva chiesto. Si rifiutava di perdere i suoi amici, e ciò voleva dire che avrebbe dovuto trovare un modo per interagire civilmente con la Granger.

Meet your matchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora