Capitolo 1

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Capitolo 1 : incontrarsi
             

La sveglia suonò alle 6.30 in punto e la bionda gemette, stiracchiandosi sul letto.
Sbadigliò mentre si sedeva dritto, guardando l’alba per un secondo prima di alzarsi in piedi. Quasi inciampò negli appunti che aveva preso in classe e che aveva lasciato da qualche parte per terra prima di rimettersi in piedi, imprecando sottovoce mentre prendeva un’uniforme pulita e andava in bagno per rinfrescarsi.

Quando uscì, andò in cucina, preparandosi un caffè e anche una ciotola di latte e cereali, soprattutto anelli di frutta, che posò sul tavolo a raffreddare.

Camminò verso l’altra camera da letto del suo appartamento e non poté fare a meno di sorridere.
Sua figlia di quattro anni stava ancora dormendo profondamente sul suo letto, con le braccia strettamente avvolte attorno a un coniglietto di peluche.
Si avvicinò a lei, scostandole i capelli biondo cenere dal viso, prima di sussurrare piano quando lei iniziò a muoversi.

“’Buongiorno Bianca.” Disse, e la ragazzina canticchiò in risposta, stringendogli le mani.
La prese in braccio con cautela e si decise ad alzarsi, continuando a tenerla.

“Siamo pronti per fare colazione?”
chiese mentre andava in cucina, e lei gli fece un mormorio soddisfatto.

La fece sedere sul seggiolone e l’aiutò a fare colazione, godendosi il momento di tranquillità visto che Bianca non era mai stata particolarmente loquace la mattina presto.

Quando ebbe finito di mangiare, lui andò ad aiutarla a vestirsi con l’uniforme dell’asilo, prima di uscire.
Salire in macchina sembrava sempre farla svegliare completamente, e lei iniziava ad esultare non appena lui si allacciava la cintura.

“Voglio la mia canzone degli animali, per favore!” chiese, facendogli un gran sorriso.

Michele  sentì il suo cuore sciogliersi proprio come ogni volta, e le diede un bacio sulla testa e un cenno del capo prima di dirigersi al posto di guida.
Accese la musica e cantò ogni singola parola per Bianca, che si unì felicemente, scalciando per l’eccitazione.

Quando arrivarono alla sua scuola, la prese in braccio con cautela e iniziò a camminare verso l’ingresso.

“Sai, la signorina Brown mi ha detto che oggi imparerai tutto sui gatti.” Disse, sussurrando come se le stesse raccontando un grande segreto.

Lasciarla la mattina era sempre una situazione incostante, a volte correva felice per stare con i suoi compagni di classe, senza preoccuparsi a malapena di salutare Michele  con la mano, altre volte si aggrappava a lui con forza e piangeva anche per un’intera mezz’ora. Prima di entrare con un broncio che avrebbe mandato Michele di cattivo umore finché alla fine non fosse venuto a riprenderla.
Quel giorno è stato davvero bello. Non appena ha sentito parlare dei gatti, ha iniziato a ordinargli di camminare più velocemente.

La depose appena arrivarono all’ingresso e lei lo salutò velocemente prima di correre dai suoi amici.

Se ne andò velocemente, assicurandosi di non arrivare in ritardo al suo primo lavoro, dove lavorava come barista, timbrava il cartellino e indossava il grembiule, prima di andare avanti e trovare Anna, la sua collega e unica amica, che gli sorrideva.

“CIAO!” Salutò, stava controllando le scorte davanti e aveva appena tirato fuori del latte di mandorla.

“Ciao.” Lui rispose, con un sorriso un po’ più debole del solito, mentre andava a controllare che tutti i pasticcini che stavano servendo fossero abbastanza freschi.

Gli diede uno sguardo, prima di avvicinarsi.

“Sembri stanco.” Dichiarò, e Michele  sospirò.

“Sì, vero?” Rise un po’, prima di alzare le spalle.

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