Capitolo 7

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Capitolo 7 : fare confusione

"Shhh, Fede, per favore, stai facendo una scenata." Michele  cercò di zittire Fede mentre si dirigeva verso la macchina, facendo del suo meglio per sostenerlo, considerando che i cinque bicchieri di vino rosso lo avevano reso incapace di camminare in linea retta.

"Stai facendo una scenata!" Fede rispose prontamente, prima di quasi cadere in ginocchio in una risata.

"Dio mio." Michele  sospirò, cercando di farlo rialzare, ma fu preso dal panico per un secondo quando la risata di Fede si trasformò rapidamente in una serie di colpi di tosse.

"Penso che... ugh, sto per vomitare." Fede lo avvertì, e Michele, che era stato pronto per lo scenario peggiore, fece del suo meglio per cercare di trattenere i capelli mentre accadeva l'inevitabile.
Michele  lo aiutò ancora una volta a rimettersi in piedi.

"Va bene, va bene, almeno questo dovrebbe farti sentire meglio." Disse, e Fede piagnucolò, appoggiando tutto il suo peso sul corpo di Michele, che lo trattenne prontamente, preoccupato da quanto si sentisse leggero.

Aiutò il corvo a sistemarsi in macchina e lo osservò attentamente mentre lo riportava a casa.

Michele  odiava pensarci, ma era come quando doveva venire a prendere Bianca all'asilo ogni volta che si sentiva male.

Voleva arrivare lì il più velocemente possibile, ma aveva anche paura che guidare troppo velocemente avrebbe peggiorato le cose.

Parcheggiò fuori dall'area riservata ai pedoni, e andò al posto di guida per incontrare Fede, che era rimasto in silenzio e con la testa semicoperta per tutto il viaggio.

"Ti aiuto ad alzarti, va bene?" Michele  sussurrò, e Fede gemette in risposta, spostandosi sulla sedia.

"Non voglio camminare." Michele  riuscì a inventare quella frase dal biascicare quasi incoerente di Fede, con l'alcol che probabilmente gli scorreva ancora nelle vene.

"Beh, se per te va bene, potrei venirti a prendere." Propose, non sapendo cos'altro fare. Fede canticchiò, prima di avvolgere pigramente le braccia attorno al collo di Michele.

Michele  lo sollevò con attenzione, tenendolo in stile sposa, e si assicurò che la macchina fosse chiusa prima di iniziare a camminare verso l'appartamento di Fede, che era una villa in stile italiano decisamente piuttosto costosa.

"Sono spiacente." Fede mormorò ad un certo punto, rompendo il silenzio che Michele  stava cercando di mantenere.

"Perché?" Sussurrò in risposta, cercando di dare un'occhiata alla faccia del corvo.

"Probabilmente sono pesante." Fede rispose.
Michele  fece un gran sospiro e gli venne voglia di piangere.

Avrebbe voluto mettere giù Fede, prenderlo per le spalle, e cercare di entrare in quel suo cranio spesso che in nessun modo, forma o forma era pesante, che anzi probabilmente era denutrito e temeva che i suoi organi cominciassero a si sarebbero autodigeriti se avesse continuato così, ma ovviamente non poteva.

"Non lo sei davvero." Invece si limitò a sussurrare e agì d'istinto, lasciandogli un dolce bacio sulla testa.

Fede borbottò qualcosa di impossibile da capire e apparentemente si addormentò dopo solo pochi passi.

Quando arrivò alla porta, Michele  diede una rapida occhiata all'esterno della casa di Fede, che sembrava perfettamente pulita e incredibilmente organizzata, come se fosse stata appena acquistata.

Trovò le chiavi nella tasca di Fede, ed entrò velocemente, cercando di non fare troppo rumore.

Dopo aver acceso la luce, rimase lì sorpreso per un secondo, poiché l'interno della casa di Fede non sembrava corrispondere del tutto all'esterno.

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