Capitolo 6

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Capitolo 6 : andare alla fiera cittadina

Riepilogo:
La legge era legge, non importa quanto la famiglia della madre si opponesse, era stato deciso che Michele  sarebbe stato l'uFede genitore del bambino e che lei non sarebbe stata adottata, quindi le cose non sarebbero cambiate.
Ha rivisto a malapena la madre, considerando che la famiglia aveva fatto di tutto per tenerlo a distanza.
I medici, almeno, hanno condiviso tutte le informazioni che aveva strettamente bisogno di sapere sulla gravidanza.
Il bambino sarebbe dovuto nascere entro una settimana circa quando la madre chiese di vedere Michele, da sola, senza che i suoi genitori lo sapessero.
Ovviamente Michele  venne e si sedette per ascoltare qualunque cosa avesse da dire.
Non sembrava affatto arrabbiata, solo un po' triste, e questo fece sentire Michele  malissimo.
Aveva accettato il modo in cui stavano andando le cose, gli aveva effettivamente rivelato che era piuttosto felice di incontrare almeno il suo padre biologico, dopo tutto.
Dopo aver chiarito molto chiaramente che era d'accordo con la decisione, gli ha chiesto solo una cosa.
Voleva davvero che la bambina si chiamasse Bianca, proprio come sua nonna.
Michele, ovviamente, sentiva di non poterle togliere quella cosa, e fece come lei aveva chiesto.
      
     
     
"Papà ha un amico! Papà ha un amico!" Bianca esultò, mentre Michele  la faceva saltare su e giù al ritmo del suo canto.

"Quando tua figlia riconosce sostanzialmente quanto sei solo, sai che è brutto." Ha detto Nicola (Cico), suo fratello, mentre puliva il suo sassofono seduto sul divano.

"Ah-Ah, davvero divertente." Disse, coccolando ancora un po' Bianca visto che anche lui aveva tempo.

"Davvero divertente! Davvero divertente, zio Nicola!" ripeté Bianca senza pensarci, ridacchiando e scalciando.

"Prometti che ti prenderai cura di zio Nicola, okay Bianca? È un tipo cattivo." disse Michele, guardando la bambina, che rise in risposta e annuì, prima di dimenarsi un po', segnalando a Michele  di metterla giù e di correre verso Nicola, guardando con curiosità lo strumento.

Nicola iniziò a suonare una melodia per lei, mentre Michele  si avvicinava a sua madre, che gli sorrise.

"È da un po' che non indossi questa maglietta." Disse, aggiustandone il colletto mentre Michele  le sorrideva.

"Allora, come sta questo nuovo ragazzo?" chiese, considerando che Michele  le aveva già raccontato qualcosa di Fede.

"Sta bene... stasera è il nostro primo vero appuntamento." Lui spiegò e lei sorrise di nuovo, annuendo, prima di guardare di nuovo Michele.

"Mi prometti una cosa, figliolo?" chiese, e ovviamente Michele  annuì.

"Se finisci per piacerti davvero questo ragazzo, o qualcun altro, potresti darti una possibilità, per favore?" Lei chiese.

Michele  pensò a quello che sua madre aveva detto per tutto il viaggio in macchina, nemmeno il suo album preferito dei Beatles era riuscito a distrarlo dal peso delle sue parole.
Darsi una possibilità.

Era una cosa strana da dire, di solito, quando si frequentava qualcuno, dovevi dare una possibilità agli altri, ma no, il problema di Michele  era che non si dava una possibilità, non poteva assolutamente, perché a volte sembrava dimenticarsene. non era solo un genitore, ma anche una persona.

Sospirò, cercando di ricordare dove andare, mentre il suo assistente alla macchina leggeva ad alta voce un messaggio di Fede, in cui affermava di essere pronto a partire e di aspettarlo.
Si fermò davanti al centro abitato dove viveva Fede, e scese dalla macchina per aspettare che passasse il corvo.

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