CHAPTER SIX

792 45 194
                                    

"And I'm sitting on a bench in Coney Island wondering where did my baby go? The fast times, the bright lights, the merry go.
Sorry for not making you my centerfold"
-Coney Island//Taylor Swift-

LA SALA COMUNE DEL CARCERE ERA ESATTAMENTE COME MAL SE L'ERA IMMAGINATA: SPOGLIA, FREDDA E PURE UN TANTINO DEPRIMENTE

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

LA SALA COMUNE DEL CARCERE ERA ESATTAMENTE COME MAL SE L'ERA IMMAGINATA: SPOGLIA, FREDDA E PURE UN TANTINO DEPRIMENTE. Non che Mal si aspettasse di ritrovarsi improvvisamente al Luna Park di Coney Island o qualcosa del genere, ma diciamo che aveva sperato in un qualcosa di un pochino più colorato e accogliente.

La verità, purtroppo, era che Mal ancora doveva capire che al St. Mars non c'era spazio per i colori, o per l'accoglienza, ma che si trattava piuttosto di uno di quei posti che ti succhia lentamente l'anima, rendendoti infine solo un involucro vuoto.

Mal fece passare quindi lo sguardo su ogni angolo della stanza, prima di inoltrarsi definitivamente in essa, nonostante gli sguardi delle altre detenute la stessero premendo di procedere. Comandandosi di mostrarsi imperturbabile, cominciò ad attraversare la sala, mentre gli occhi delle altre ragazze rimanevano fissi su di lei, in particolare quelli di Annette, la ragazza che l'aveva presa di mira sin dal suo arrivo. Anche i ragazzi della sezione maschile del carcere, che si trovavano già nella sala prima del loro arrivo, le lanciarono parecchi sguardi e Mal immaginò che la maggior parte di loro si stesse chiedendo cosa ci facesse una bambina lì con loro. In qualsiasi caso, la ragazzina si impegnò soprattutto per ignorare Annette, perché aveva la sensazione che fosse meglio tenersi alla larga da quella ragazza, perché Mal sapeva di avere la testa calda e se Annette avesse deciso di infastidirla un po' troppo...beh, Mal era quasi certa che le cose non sarebbero finite bene.

Mal si guardò intorno, insicura di dove andare a rifugiarsi, visto che tutti i tavoli erano occupati e i ragazzi che si trovavano seduti ad essi, non apparivano di certo molto amichevoli. Purtroppo poi, oltre a tavoli e sedie, nella sala comune non c'era molto altro, se non una zona con una piccola libreria, dove stranamente non si trovava nessuno. Osservando quei libri impilati disordinatamente, la ragazza provò forse per la prima volta nella vita un desiderio quasi ingestibile di leggere, perché forse perdersi in un romanzo, le avrebbe permesso di fuggire almeno con la mente da quel posto orribile. Peccato però, che Mal sapeva benissimo che non si sarebbe mai potuta permettere quella fuga, perché per lei leggere era molto faticoso e di tanto in tanto, quasi impossibile.

Frustrata dai suoi stessi limiti, lo sguardo della ragazza scivolò sulla porta del bagno: sì, si sarebbe rifugiata lì per un po' e anche se entro una decina di minuti sicuramente Pam sarebbe arrivata a prenderla, almeno per qualche minuto Mal avrebbe potuto godersi un po' di pace e solitudine.

Controllando che Pam non stesse prestando attenzione a lei, scivolò silenziosa nel bagno, trovandosi così in una lunga stanza ricoperta di piastrelle bianche, formata da una fila di lavandini sulla destra e sulla sinistra, da quattro gabinetti chiusi in quei classici gabbiotti da bagni pubblici. Mal raggiunse subito un lavandino e lasciando che l'acqua scorresse gelida, si sciacquò il viso. L'acqua fresca la rinsavì velocemente e quel momentaneo sollievo, la portò a riflettere sul fatto che, nel momento in cui era entrata in quella sala comune pochi minuti prima, il primo posto in cui aveva desiderato trovarsi era stato davvero Coney Island e questa consapevolezza, la congelò sul posto e allo stesso tempo, le scaldò il cuore in maniera meschina.

ꜱᴜʙᴜʀʙᴀɴ ʟᴇɢᴇɴᴅꜱ||ᴘᴇʀᴄʏ ᴊᴀᴄᴋꜱᴏɴ||(ɪᴛᴀʟɪᴀɴ ᴇᴅɪᴛɪᴏɴ)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora