Settimo capitolo: Sotto il sole e nel buio

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La porta si aprì lentamente, rivelando una stanza rotonda dall'atmosfera misteriosa avvolta dalla penombra.
 Al centro della stanza, un grande tavolo di pietra catturava lo sguardo con la sua imponenza, mentre dalla parete di fronte all'ingresso si apriva un grosso foro, attraverso il quale filtrava una luce diffusa, svelando un paesaggio sotterraneo ricco di vita.

Una cascata d'acqua cristallina scendeva con grazia al centro del piccolo villaggio sotterraneo, formando un arco incantato prima di sprofondare in una buca profonda, come se il suo flusso non avesse fine.
Alcuni raggi di luce filtravano dall'alto, tagliando il buio con la loro luminosità, creando un'atmosfera suggestiva.

Creature di ogni genere si muovevano con grazia e agilità tra le strade del villaggio: centopiedi con busto umano si aggiravano con passo sicuro, gruppi di bambini dalle strane appendici dorsali giocavano tra le case, mentre uomini e donne con ali trasparenti sollevavano tavole di legno per costruire abitazioni.

Un lieve tremito scosse il pavimento sotto i nostri piedi, o forse fu solo il suono di un rumore sordo a farlo credere, ma ci voltammo entrambe in direzione del suono, sorprese dall'improvvisa interruzione della quiete.

Alle nostre spalle, una figura elegante emerse dall'ombra, con otto lunghe zampe nere che si muovevano con grazia, un busto coperto di seta e un volto umano dai lineamenti regali.
Era Elysium, la regina di Fossaviva, il suo fascino magnetico avvolgeva l'intera stanza mentre si avvicinava con passo deciso.

"Benevenute," disse con voce seducente, il suo sguardo penetrante vagando tra di noi.
Vespera si precipitò incontro a lei, abbracciandola affettuosamente, mentre io rimanevo immobile, ammirata dalla presenza della regina.
"Elysium," esclamò Vespera, mentre tentava di comunicarle il motivo del nostro arrivo.
Ma la regina la interruppe con uno sguardo intenso, il suo tono freddo tradiva una tensione palpabile nell'aria.
"Rhea è stata qui questa mattina," disse con voce tagliente, il suo sguardo posato su di me, "era molto arrabbiata con te."
Mi sentii improvvisamente in imbarazzo, nonostante avessi ragione nei miei motivi, la disapprovazione di Rhea pesava ancora sulle mie spalle.
"Mi dispiace," mormorai, cercando di giustificarmi, ma Elysium mi interruppe con un gesto della mano.
"Sono consapevole delle circostanze," disse con calma, "ha deviato per Astramora passando per Ignis, nonostante gli avvertimenti."
"Era mia intenzione raggiungere Astramora," ammisi con tono pentito, mentre il rimprovero della regina pesava sulle mie spalle.

Elysium annuì comprensiva, il suo sguardo scrutò il vuoto per un istante prima di rivolgersi nuovamente a me.
"Avete bisogno di indicazioni per muovervi in sicurezza nella regione?" chiese con gentilezza, offrendo il suo sostegno.
Assentai con riconoscenza, conscia della mia inesperienza in quel mondo sconosciuto.
"Sì, per favore," risposi umilmente, sperando di non sembrare troppo vulnerabile.
La regina si rivolse a Vespera con un cenno del capo indicandole di andare in una stanza avvolta nell'ombra.

Vespera tornò nella stanza con un neonato avvolto in una fascia di seta bianca.
Lo presentò alla regina con un sorriso radioso, mentre Elysium accarezzava con gentilezza la testa del piccolo, scrutandolo con occhi penetranti.

"Lo sento da subito se saranno in grado di grandi cose o..." Elysium si interruppe, lasciando la frase sospesa nel vuoto.
"O cosa?" chiesi con curiosità, osservando il neonato con occhi pieni di meraviglia.
"Bè, non tutti servono a qualcosa," rispose Elysium con severità, alzandosi in piedi e osservando il panorama del villaggio sotterraneo.
"Loro sono il mio popolo," continuò la regina, con un misto di orgoglio e amarezza nella voce, "ciò che resiste dei Rhealiti. Non tutti sono destinati a grandi imprese, ma ogni individuo ha il suo ruolo nella lotta per la sopravvivenza."

Mi sentii colpita dalle sue parole, realizzando quanto fosse difficile il loro percorso nel sottosuolo, costellato di sfide e sacrifici.
"Torniamo a noi, giovane Ariadne," esclamò Elysium, richiamando la mia attenzione.
"Vespera, accompagna questa ragazza al confine di Aetheria. Avvertirò i compagni al confine del vostro arrivo."
Vespera annuì rispettosamente, pronta ad adempiere al compito assegnatole dalla regina. Prima di lasciare la stanza, Elysium ci fornì alcune provviste per il viaggio e delle armi per difenderci, dimostrando la sua generosità e il suo sostegno.

Astramora: il richiamo delle stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora