Nono capitolo: Nel cuore della tempesta

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Il suono della pioggia mi svegliò.
Gocce pesanti tamburellavano sulla pietra, creando un ritmo incessante e ipnotico.
Ogni lampo illuminava il cielo di un viola spettrale, proiettando ombre danzanti sulle pareti della grotta.
Il boato del tuono seguiva subito dopo, rimbombando tra le rocce e facendomi sussultare.
Mi tirai su a sedere, avvolta nel mio abito verde che ormai si era incollato alla pelle umida.

La pioggia era una benedizione: rinfrescava l'aria e portava via l'umidità opprimente della foresta estiva.
Il calore del giorno precedente era stato insopportabile, ma ora un vento fresco soffiava attraverso l'ingresso della grotta, portando con sé il profumo della terra bagnata e del fogliame rigoglioso.

Mi guardai intorno, cercando Alden.
Lui era appoggiato contro la parete di roccia, avvolto in un mantello logoro.
Nonostante le condizioni, il suo aspetto era ancora quello di un cavaliere: la postura eretta, la spada accanto a sé, pronta a essere impugnata in caso di pericolo.
Anche nel sonno, sembrava vigile e pronto a proteggere.

La grotta era una piccola insenatura, sufficiente a offrire riparo dalla pioggia battente, ma non abbastanza spaziosa da renderci completamente a nostro agio.
Il pavimento era irregolare e ricoperto di muschio umido, ma era comunque un rifugio sicuro. Dalle pareti colava acqua, formando piccoli rivoli che si univano in una pozzanghera vicino all'ingresso.
Il suono della pioggia che gocciolava era quasi rilassante, un contrappunto al rombo dei tuoni.

Mi avvicinai al fuoco ormai spento, cercando di riaccendere qualche brace rimasta.
I nostri zaini erano appoggiati l'uno sull'altro, un piccolo ammasso di provviste e pochi effetti personali.
Non eravamo attrezzati per affrontare un lungo viaggio o le intemperie, ma lo dovevamo fare con quello che avevamo.
Strinsi il mantello attorno a me, cercando di trattenere un po' del calore che si dissipava rapidamente.

Ogni volta che un lampo squarciava il cielo, il volto di Alden si illuminava brevemente, rivelando una maschera di stanchezza.
Era un guerriero, ma anche lui aveva i suoi limiti.

"Ciao," disse Alden, in piedi con la spalla appoggiata alla parete della grotta, mentre guardava l'esterno.
"Ciao, il temporale ha svegliato anche te, vedo," risposi, sorridendo ancora assonnata.
"Non ho dormito un granché in realtà, ma questo temporale potrebbe diventare un problema per il nostro viaggio. È il caso di partire ora, prima che peggiori," disse con uno sguardo serio, voltandosi verso di me.
"Adesso? È pericoloso," dissi, osservando attentamente il cielo e le nuvole nere che si tingevano di violetto.
"Adesso," ribatté, raccogliendo il suo zaino e lanciandomi il mio ai piedi.

Non risposi.
Qualcosa lo turbava, e non era solo il temporale.
Allacciai gli stivali, misi lo zaino sulle spalle e mi avvicinai a lui.

"Alden, cosa succede?" chiesi, sperando di capire il suo malumore.
Lui non mi guardò in viso, scosse la testa e con un balzo scese dalla grotta, allungandomi una mano per aiutarmi a scendere.
Afferrai la sua mano e lui mi prese per i fianchi, facendomi atterrare con una leggerezza sorprendente, come se sollevasse una piuma.

La pioggia era incessante, trasformando il terreno sotto di noi in fango scivoloso.
Ogni passo era un'impresa e il vento ululante rendeva difficile mantenere l'equilibrio.
Il cielo sopra di noi era un mare in tempesta, con lampi che illuminavano il paesaggio.

Alden procedeva con determinazione, il suo mantello bagnato aderente al corpo, mentre io cercavo di stargli dietro, stringendo lo zaino per mantenere l'equilibrio.
Il rumore della pioggia era assordante, e il freddo cominciava a penetrare attraverso i miei vestiti, facendomi rabbrividire.

"Devi fidarti di me," disse Alden, alzando la voce per sovrastare il frastuono del temporale.
"So che sembra pericoloso, ma non possiamo restare qui. Non siamo al sicuro."
Annuii, nonostante la paura che mi stringeva il cuore.
Sapevo che Alden aveva ragione.
La grotta, pur offrendo riparo dalla pioggia, non era un luogo sicuro.
Dovevamo continuare a muoverci, trovare un rifugio migliore, lontano dai pericoli che ci inseguivano.

Astramora: il richiamo delle stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora