Fu inutile il suo tentativo di non spiegare. Non voleva in nessun modo rendere gli altri partecipi di quello che era successo quella sera, ma dopo che i due ragazzi si erano alzati ed erano andati via, ovviamente quattro teste lo fissavano in cerca di spiegazioni. Vedendolo titubare, Chris si voltò verso gli altri e cercò di calmarli.
"Ragazzi magari è un argomento fresco e non si sente di raccontarcelo..."
E Felix arrivò subito in suo soccorso, i due coinquilini erano la sua grande gioia.
"Non insistiamo, non sono affari nostri..."
Ma né Changbin né Hyunjin volevano lasciar perdere. Changbin aveva stretto un bel legame con i due ragazzi e voleva capire che cosa Minho gli avesse fatto, mentre Hyunjin era preoccupato per lui, ma anche consapevole del suo brutto carattere. Perciò fu inutile resistere, alla fine a grandi linee, omettendo tutti i suoi pensieri e senza entrare nello specifico, gli raccontò di Jisung, della sua cecità, di chi erano quei due per lui e del fatto che li avesse allontanati. Alla fine del racconto Felix e Chris si scambiarono un'occhiata e Changbin emise un sospiro.
"Brutta storia."
"Se tu mi chiudessi fuori in quel modo anche io ce l'avrei a morte con te, Min." Si aggiunse Hyunjin.
"Noi non sappiamo come sia andata, non saltiamo alle conclusioni, da come dice sembra che l'abbia fatto per loro."
"Felix ha ragione, non è una cosa leggera. Quando Hyunjin ce li ha fatti conoscere le prime volte erano davvero a pezzi per l'allontanamento dal loro amico, però Jeongin mi ha raccontato di aver dovuto rinunciare ad una borsa di studio in America e ora forse capisco il motivo..."
Tutti si voltarono a guardare Chris.
"Ma perché la gente ti racconta sempre i cazzi propri?" Domandò Bin risentito, appoggiando la birra con troppa forza, lanciando goccioline verso Hyunjin che protestò e ricevette in cambio un bacio volante.
"Perché forse non ha le tue reazioni esagerate e ispira fiducia." rise Felix, dando un colpetto sulla spalla di Changbin che lo guardò con il broncio. La dinamica che intercorreva tra quei quattro non gli era chiara ultimamente, ma non se ne preoccupava nemmeno.
"Restiamo sul topic principale per favore." Li interruppe Christopher e tutti e quattro tornarono a guardare Minho, che scosse energicamente la testa, appoggiando la sua bibita sul tavolo.
"No. Basta. Vi ho già raccontato tutto. Non sono fatti nostri e già penso di aver fatto un casino. Storia chiusa."
Changbin sbuffò e gli diede del noioso e Hyunjin lo guardò facendogli chiaramente capire che non era finita lì, i due australiani invece erano ben contenti di chiudere l'argomento perché, secondo la modesta opinione di Minho, non erano due impiccioni come gli altri. A fine serata Hyunjin si propose di accompagnarlo a casa in macchina, visto che si era fatto tardi, e Minho accettò. Ovviamente se ne pentì quando, una volta soli, Hyunjin gli fece la fatidica domanda che non voleva sentire.
"Quindi che è successo davvero con quel ragazzo?" gli chiese distrattamente mentre aspettavano il verde di un semaforo.
"Non capisco cosa intendi."
Il finto tonto era una delle specialità di Minho, aveva una voce e un'espressione apposita, ma Hyunjin lo conosceva troppo bene.
"Min non esci di casa da mesi, non parli con nessuna delle persone che incontri, a momenti nemmeno con i commessi quando li devi pagare o con il cuoco alla mensa che ti chiede cosa vuoi mangiare... E ora un ragazzo cieco ti ha raccontato la sua storia e tu lo hai ascoltato."
"Non è successo niente di che. Dal nulla mi ha raccontato tante cose e mi ha fatto sentire... Boh a mio agio. Quindi abbiamo parlato un po', è una persona molto sola."
Hyunjin non sembrava convinto di quella spiegazione, ma per fortuna decise di lasciar perdere e si limitò a dire che era contento che fosse un po' uscito dal guscio. Lo lasciò a casa e gli augurò la buona notte. Minho salì in casa, buttò il telefono sul comodino senza nemmeno attaccarlo alla presa e dopo essersi svestito si lanciò a letto. Era sfinito. Quella giornata era stata troppo intensa per una persona che non usciva da mesi e non interagiva quasi più con nessuno. Troppe cose tutte insieme, troppe emozioni per una persona che ne sapeva gestire solo una alla volta. Eppure l'incontro con Jisung aveva reso quella giornata interessante, dopo tanti mesi di nulla. Dopo tanto tempo fu felice di dire che aveva vissuto quella giornata e fu l'ultimo pensiero prima di addormentarsi.
[...]
La mattina dopo non sentì la sveglia. Quando aprì gli occhi le lezioni erano già iniziate da due ore e la quantità di improperi che lasciò la sua bocca fu incalcolabile. Cercò il telefono, ma siccome non lo aveva messo in carica la batteria era defunta e per questo la sveglia non aveva suonato. Lo collegò alla corrente e quando si accese la prima cosa che notò furono un numero spropositato di chiamate dallo stesso numero. Han Jisung. E subito dopo le chiamate, altrettanti messaggi.
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One Step Closer || Minsung
Romance[COMPLETA] Lee Minho è uno studente di veterinaria la cui vita, mesi prima, è stata stravolta. Da allora per lui la sua esistenza ha smesso di avere un senso e ha semplicemente smesso di affrontarla, nonostante le insistenze del suo migliore amico H...