16. Cristalli

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«Ci vorrà ancora del tempo per guarire completamente, Tae...»
Seokjin stava fasciando nuovamente il petto e le gambe di Taehyung dopo un'accurata revisione dei tagli e una delicata medicazione.
La pelle livida e rovinata del principe era illuminata dai raggi del sole del primo pomeriggio che filtravano dalla finestra.

Il principe a quell'affermazione semplicemente annuì mentre socchiudeva gli occhi impedendo di far notare gli occhi lucidi, mentre una lacrima sfuggì dal suo controllo strofinando sulla sua guancia come la punta appuntita di un coltello.

«Però le ferite si stanno per cicatrizzare, tutto andrà per il meglio.»
Un sorriso di circostanza, la tristezza negli occhi e il fiato che mancava.

Quella era la routine da una settimana a quella parte.
Seokjin che medicava, Taehyung che non riusciva a guardarsi, e Jungkook in un angolo con le braccia incrociate e lo sguardo fisso sul principe.

Con un lenzuolo coprì l'omega sino al busto, mentre quest'ultimo si copriva il viso con i palmi della propria mano.

«A domani»
Dopodiché, si congedò uscendo dalla stanza e sparendo tra i corridoi.

Non era facile da superare, Taehyung ce la metteva tutta eppure era sempre fermo nello stesso punto.
Un'odore intenso di cocco si espanse per la stanza mentre l'omega prese una boccata d'aria.

«Tieni, stacca per un po'.»
Jungkook si fece avanti ponendogli il suo libro preferito, quel libro che lo aiutava a distanziarsi dalla realtà per qualche attimo, e quello Jungkook, lo imparò in quel non breve tempo che spendeva insieme al biondo.

Taehyung allungò le mani tremanti per afferrare il libro, sfiorando impercettibilmente le mani di Jungkook.

Il sicario si sedette al fianco del corpo del biondo disteso, mentre apriva il libro nella pagina segnata con una linguetta di raso rossa.

«Jungkook? Puoi leggerlo tu?»
E quella domanda con il tono esitante di chi aveva paura di sbagliare, fece sorgere un piccolo sole nei meandri del cuore di Jungkook, che non potè fare altro che annuire prima di schiarirsi la gola.

«Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte, inciampi nei miei più segreti pensieri?»
La voce roca di del sicario invase le orecchie del più giovane, che rilasciò un sospiro, poggiando delicatamente il capo sulla sua spalla.

Un colpo di tosse però scosse Taehyung, costringendolo a portare una mano dinanzi la bocca. La gola gli bruciava come fuoco ardente, mentre Jungkook chiuse di scatto il libro, aiutandolo a sollevarsi mentre una tosse continua lo fece allarmare.

Si alzò recuperando lo sciroppo lasciato sul tavolino centrale della stanza da parte del dottor. Seokjin, ne versò la quantità giusta in un piccolo dosatore e si affrettò ad avvicinarsi al principe, che ancora aveva la mano a coprirsi la bocca.

«Taehyung, è tutto ok... bevi questo.»
Gli tenne il mento mentre lo aiutava ad ingerire, quando notò piccole lacrime scendere agli angoli degli occhi dell'omega, che di soffrire era ormai stanco.

Jungkook posò il dosatore nel mobile accanto al letto e spostò la sua mano sulla guancia del principe per raccogliere quella lacrima intrisa di stanchezza.

«Va meglio?»
Una domanda sciocca, per far uscire il principe dal proprio angolo immaginario che aveva lo sguardo perso nel vuoto, ma all'udire di quella voce, lo guardò dritto negli occhi annuendo debolmente subito dopo.

«Sono stanco, Jungkook.»
Le sopracciglia aggrottate, gli angoli della bocca piegati verso il basso, gli occhi rossi, lucidi; il viso mesto di Taehyung lasciava trasparire stanchezza, tristezza da tutti i pori.

«Guariscimi, porta via la mia sofferenza che sento dolore in tutto il petto, e poi scappiamo, andiamo via, lontano da qui, lontano dal dolore e dal pericolo. Sii la mia salvezza, ti prego.»
Taehyung singhiozzava senza fermarsi, milioni di lacrime presero a scendergli dagli occhi e nel mentre, stringeva con i propri pugni il tessuto della maglia che indossava l'alfa.

«Il dolore e il pericolo sono ovunque, ragazzino. Non posso prometterti che non li incontrerai, sono sempre pronti a colpirti nei tuoi punti più deboli quando meno te lo aspetti, ma posso prometterti che sarò dietro le tue spalle per attutire il dolore.»
Spostò dal suo viso alcune ciocche fuori posto e lo guardò per un periodo che parve infinito.

«Ora che ne dici di camminare un po' tra i giardini, mh?»
Taehyung annuì mentre Jungkook guardò l'orario nel suo orologio da taschino, poi guardò fuori la finestra.

Deve essere il momento.

«Metti questo, c'è abbastanza freddo lì fuori.»
Gli pose un grande manto bianco di pelliccia sulle spalle, e lo aiutò a percorrere i corridoi del castello fino ad arrivare ai giardini.

Taehyung trattenne il fiato dallo stupore, e si portò una mano dinanzi alla bocca per l'enorme quantità di euforia che lo travolse, mentre dinanzi ai suoi occhi, una distesa di neve bianca, faceva da manto, coprendo il suolo e gli alberi dell'immenso giardino.

«Dammi un attimo, chiudi gli occhi e non girarti.»
Jungkook scomparve dietro le spalle del principe per qualche secondo, mentre fece segno alle guardie di raggiungerlo.

«Adesso puoi aprirli»
Taehyung segui l'ordine dell'alfa, quest'ultimo era tornato con un gomitolo di coperte tra le braccia e la curiosità di Taehyung parve crescere.

«Hai idea di che giorno sia?»
Jungkook riprese parola, mentre notava lo sguardo di Taehyung scorrere prima tra le sue braccia e poi tra i lineamenti del suo viso.
Il nominato scosse la testa, attendendo che il sicario continuasse a parlare.

«È il tuo compleanno.»
Quel giorno era il trenta dicembre, il diciannovesimo compleanno di Taehyung, che parve scendere dalle nuvole quando sgranò gli occhi dallo stupore.

Jungkook si avvicinò al corpo dell'omega allungando le braccia occupate verso lui. L'angolo della coperta scivolò giù, rivelando una testolina pelosa con le orecchie appuntite, dormiente.

«Io... Cosa?»
Taehyung era senza parole, gli occhi erano ricoperti per la millesima volta da una patina luccicante, ma quella volta, era per puro stupore, per felicità.

«Lo volevi dalla prima volta in cui l'hai visto. Ora è tuo.»
Gli posò tra le braccia quel cucciolo che mesi addietro, Taehyung vide in città.

«Oh... Jungkook non dovevi.»
Carezzò con le mani il capo del cucciolo che aveva già gli occhi puntati su di lui.

«Ho avuto l'aiuto di qualcun altro però»
Rise lievemente il sicario, mentre Hoseok, Jimin, Namjoon e Seokjin camminavano nella loro direzione con un enorme sorriso stampato sul viso.

«Tanti auguri Taehyungie!»
Esclamarono tutti non appena si avvicinarono.
Taehyung li ringraziò tutti con un sorriso a trentadue denti, mentre il cagnolino tra le sue braccia cominciò a leccargli la guancia, acchiappandogli le lacrime che cominciarono a scendere dai suo occhi azzurri.

«Due cristalli al posto degli occhi»
Sussurrò Jungkook, lontano da quel gruppo, mentre li osservava con un piccolo sorriso stampato godendosi quell'attimo di felicità che avvolse Taehyung.

«È un'anima pura, ma anche forte, supererà anche questa.»
Parlò Jimin al suo fianco.
Jungkook parve sorpreso dalla sua presenza improvvisa, pensandolo accanto all'omega.

Era così concentrato ad osservare Taehyung che non si rese conto della figura di Jimin che lo stava raggiungendo.

«Grazie Jungkook.»
Il nominato si girò con un punto interrogativo a vorticargli nella testa e un sopracciglio sollevato.

«Il cane è per lui, non per te.»
Ci tenne a precisare guardandolo storto.

«Jungkook, ti ringrazio per aver riportato vita negli occhi di Taehyung.»

The Son Of The Moon And The Sun | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora