Capitolo 6 - I DIMENTICATI

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L'armeria corrispondeva esattamente a quello che ci si aspetterebbe da un posto chiamato "l'armeria". Alle pareti di metallo spazzolato era appesa ogni sorta di spada, daga, picca, alabarda, baionetta, frusta, mazza, uncino e arco. Faretre di cuoio piene di frecce pendevano dai ganci, e c'erano anche pile di stivali, schinieri e protezioni per le braccia e i polsi. La sala odorava di metallo e cuoio e lucido per acciaio.

Alec e Jace, non più a piedi nudi, sedevano a una lunga tavola al centro della sala, le teste chine su un oggetto posato davanti a loro. Isabelle era a fianco a loro. Jace levò lo sguardo, mentre guardava Clary posizionata accanto alla porta -Clary, tua sorella sta bene.- la rassicurò.

Isabelle e Alec non dissero nulla. Alexa non sembrava stare tanto bene.

In quel momento la porta si aprì. Un grosso gatto sgusciò dentro seguito da Alexa. -Oi Church, ma lo sai che sei proprio bello? Ma se ti porto a casa mia, secondo te gli altri se la prendono?-

-Alexa!- Clary si gettò addosso a sua sorella e la abbracciò forte. Colta alla sprovvista, la ragazza dagli occhi lilla scivolò a terra e gemette. -Ciao Clary. Tutto bene?- ridacchiò la ragazza accarezzandole la testa.

-Sono io che dovrei chiedere se stai bene! Ero svenuta per tutto il tempo e tu sei quasi morta! Non farlo mai più!- la rimproverò Clary.

-Mi dispiace ma non c'era davvero molta scelta. Saremmo morte entrambe altrimenti.- si giustificò Alexa.

-Mmm- mormorò la rossa strofinandosi contro sua sorella.

-Dov'è Hodge?- chiese Isabelle.

-Sta scrivendo ai Fratelli Silenti.-

I Lightwood repressero un brivido. -Ah.-

Alexandra si avvicinò lentamente al tavolo, consapevole di avere addosso lo sguardo degli altri.  -Cosa fate?-

Clary si aggrappò ad Alexa, le circondò il collo con le braccia e la vita con le gambe e si fece portare sulla schiena. Questa era una delle poche cose buone di essere piccola: pesava abbastanza poco perché sua sorella la portasse ancora sulla schiena, nonostante la loro età.

-Diamo gli ultimi gli ritocchi a queste.- Jace si spostò di lato, in modo che loro potessero vedere il piano del tavolo: c'erano tre bacchette sottili d'argento scintillante. Non sembravano affilate né particolarmente pericolose. -Sanvi, Sansanvi e Semangelaf. Sono spade angeliche.-

-Non sembrano spade. Come le avete fatte? Con la magia?-

Alec assunse un'espressione indignata, come se Clary gli avesse chiesto di indossare un tutù ed eseguire un perfetto en pointe. -La cosa buffa dei mondani- disse Jace senza rivolgersi a nessuno in particolare -è come siano ossessionati dalla magia, considerato che non sanno nemmeno cosa voglia dire, questa parola.-

-Io so cosa vuol dire- ribatté Clary.

-No, non lo sai. Credi di saperlo. La magia è una forza oscura ed elementare, non c'entra niente con bacchette luccicanti, sfere di cristallo e pesci rossi parlanti.-

-Non siamo mica nel Gatto e il cappello matto, che c'è il pesce parlante, sai?- lo prende in giro Alexa.

Jace tagliò corto con un movimento della mano. -Non basta prendere un'anguilla elettrica e dire che è una paperella di gomma perché diventi davvero una paperella di gomma, ti pare? E tanto peggio per chi decide di farsi il bagno con quella paperella.-

-Cos'ha la gente contro lo pepere, sono carine.- sbuffò Alexa facendo ridere Matthew, che si era silenziosamente rimesso accanto a lei, e Isabelle.

-Stai dicendo sciocchezze- disse Clary rivolta al ragazzo biondo.

Shadowhunters - Città RossaWhere stories live. Discover now