Prima serata

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Simone non riusciva a calmarsi. Camminava affianco a Monica per entrare nel retro del locale e a malapena connetteva il cervello a quello a cui stava andando incontro.

Luna e Laura avevano preso un'altra strada, allontanandosi immediatamente da loro appena riconosciuto l'edificio ed entrando nel locale normalmente, prendendo posto subito dopo e procedendo ad aspettare il loro amico con un sorriso felice sulle labbra.

Il locale cominciava a riempirsi e questo non faceva altro che aumentare le palpitazioni del cuore di Simone che non ascoltava neanche una parola della sua manager che lo avvertiva delle pause e lo riempiva di frasi motivazionali che realmente pensava.

Dall'altra parte, qualcuno doveva far fronte a quel pienone e ai tavoli che piano piano cominciarono a diminuire per la gente che aumentava.

«Matte, 'o sai che nun ce concederà manco una pausa?» borbottò già affranto, scontrandosi con il suo amico.

«Non farmici pensare o mi licenzio in questo istante»

Passarono pochi secondi prima che il proprietario del locale, con un sorriso soddisfatto, salisse sul palco organizzato e annunciò l'inizio della serata con un breve discorso di ringraziamento al catering, al cantante, alle persone super disponibili che lo avevano messo in contatto con quest'ultimo.

Tutto ciò sotto le parole di Monica che cercavano in tutti i modi di calmare Simone invano.

«Non ce la faccio, ho bisogno d'acqua» biascicò, seduto su uno sgabello nel retro e osservando la ragazza con occhi da cane bastonato.

Dopo quella richiesta i cuori a battere all'impazzata diventarono due perché mancava davvero poco alla presentazione di Simone sul palco e Monica doveva riuscire ad afferrare il primo cameriere disponibile per soddisfare il bisogno del suo amico.

Tra i sentieri stretti di quei tavoli, Manuel evitava uno sguardo languido di Alberto che lo aveva localizzato pronto a intervenire per accaparrarsi la sua preda. E neanche il tempo di rabbrividire a quello scambio di occhiate che si sentì tirare proprio dalla ragazza.

«Scusami, scusa davvero. Puoi portare un bicchiere d'acqua al cantante?»

Manuel alzò gli occhi al cielo perché lui di inglese non sapeva nulla ma annuí in ogni caso perché quello era il suo lavoro quindi doveva stare zitto e fare come gli veniva ordinato.

Accaparrò velocemente un bicchiere d'acqua, mettendo in standby il vassoio che stava per servire per avere come priorità assoluta quella del cantante.

Lo osservò da lontano biascicare parole e melodie con gli occhi chiusi e muovendo la testa ad un ritmo che sentiva soltanto lui.

Nonostante le luci fioche, purtroppo per Manuel, confermò la sua paura; era bello da sentirsi male.

E quasi sperò di sentire una parola italiana uscire dalle due labbra mentre si avvicinava furtivamente, cominciando a farsi sentire con i suoi passi a pochi centimetri e balbettando qualcosa per farsi capire dall'altro appena lo sentì farfugliare parole in inglese.

«Here is water» gli allungò il bicchiere sotto il naso, e l'altro lo afferrò tremando per berlo fino all'ultima goccia.

Lanciò distrattamente un cenno di ringraziamento, osservandolo di nascosto dietro il bordo di vetro. Manuel sorrise apprensivo, dicendo velocemente che doveva tornare at work.

Simone non tolse gli occhi dalla figura del cameriere fino a quando non lo vide scomparire dietro una tenda e la voce di Monica a risvegliarlo.

«È il momento»

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