Sesta serata

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Manuel scostò la tenda lentamente, scoprendo la figura di Simone fare piccoli passi nervosi in quello spazio, biascicando qualche parola di cui non riusciva a capire il significato.
Avanzò lentamente, riuscendo sorprendentemente a non fare alcun rumore sul pavimento.
Giunto alle sue spalle gli posò una mano sulla spalla, ma l'altro non sussultò. La verità era che quello spazio aveva acquisito l'odore di Manuel sin dal momento in cui era entrato. Per cui Simone aveva subito capito che non era più solo.

«Che canti?» inclinò la testa di lato, accennando un sorriso che fece tremare il cuore di Simone.

«Sono parole di una cosa che sto scrivendo.. Canterò due cover stasera ma volevo far sentire anche questo. La melodia esiste, le parole sono su questo blocchetto devono solo metterle insieme»

Manuel annuí, mordendosi le labbra quasi convincendosi di cambiare idea su quello che stava per dire. Fortunatamente Simone lo precedette, come se gli avesse letto nel pensiero.

«Vuoi leggere? Poi mi dici che ne pensi» allungò il piccolo blocco note tutto stropicciato e disordinato. Con righe cancellate e disegnini vari che servivano al corvino solo per calmarsi.

My love was as cruel as the cities i lived in
Everyone looked worse in the light
There are so many lines that i've crossed unforgiven
I'll tell you the truth, but never goodbye

I don't wanna look at anything else now that i saw you
I don't wanna think of anything else now that i thought of you
I've been sleeping so long in a 20-year dark night
And now i see daylight, i only see daylight

Il sorriso del cameriere non scomparve mai per tutta la durata di quella lettura, alzando in seguito lo sguardo incrociando quello dell'altro.

«Daylight uh?»
«Ti piace?»

Non rispose Manuel. Anche perché dal momento in cui era arrivato c'era solamente una cosa che aveva avuto intenzione di fare ma che ancora non aveva compiuto. Infatti pensò meglio dargli una risposa diversa, accarezzandogli la guancia con la mano libera dal blocchetto per intimarlo ad avvicinarsi.

Simone però parve di pietra, non si mosse. I suoi occhi furono rapiti dalle labbra mordicchiate di Manuel ma il suo corpo non sembrò ricevere alcun segnale dal sistema nervoso. Ragion per cui fu il maggiore a far scontrare le loro labbra, succhiando delicatamente il labbro inferiore del cantante e percependo il corpo dell'altro risvegliarsi all'improvviso.

«Deduco che la risposta sia sì» si appoggiò con il viso al palmo della mano di Manuel ancora ancorata alla sua guancia, che sfregava gentilmente sulla sua pelle candida per lasciargli carezze dolci.

«Molto, grazie»

Stentava ancora a crederci che il cielo gli avesse donato un'anima tanto pura e rara, con parole dolci che riusciva a dedicargli ogni giorno, che gli cantava con gli occhi mischiati ai suoi come se il mondo attorno a loro non contasse più nulla.

«Non devi dirmi grazie» arrossì di botto Simone, sentendosi improvvisamente sopravvalutato. «Quello che scrivo è naturale»

«Per questo ti ringrazio» ribadì nuovamente Manuel. «Mai nessuno m'aveva riservato parole tanto delicate e piene d'amore. Grazie per credere che io le meriti»

Colpito in pieno da tutte quelle emozioni, Simone fu costretto ad accasciarsi sullo sgabello, nascondendo il suo sorriso e i suoi occhi lucidi contro alla maglietta nera a maniche corte di Manuel. Posò un bacio in quel punto esatto, al centro dove si trovava lo sterno.
In seguito puntò il mento nello stesso luogo solo per alzare i suoi grandi occhi sulla figura emozionata di Manuel.

«Sono felice di essermi esibito qui quella sera. E di quella stupida scommessa che ti ha costretto a urlare quella cosa»

Manuel rise, mettendogli una mano dietro la testa. Vicino all'attaccatura dei capelli.

«Ancor prima di quella frase.. ero già n'po' perso» confessò imbarazzandosi. «Ma sono felice che il destino pe una volta m'abbia graziato, che sei italiano»

Anche Simone rise. Un suono che uscì dritto dal suo cuore, che parve rimbombare con un tono grave e assoluto.

«Adesso vatti a pija sto amore va, poi te do il resto» disse, in modo tanto naturale da sorprendere Simone. Il quale dopo una serie di baci a stampo bagnati, corse dritto sul palco.

E mentre il pubblico ascoltava le canzoni che il corvino decise di esporre, gli stessi occhi furono catturati dalla figura di Manuel che tornava a lavoro.

La maggior parte della sala che se ne accorse sorrise, godendosi quei minuti di musica e quell'oretta di domande a Simone. Si innamorarono tutti delle note della sua nuova canzone, di cui ancora ignoto il titolo. Ma sapendo perfettamente la figura di riferimento per scrivere strofe tanto dolci.

La certezza di questi pensieri furono gli occhi sempre incatenati dei due, ai poli opposti della sala. Con il cameriere che non sembrò ricordarsi la vita senza sorriso e Simone che sfiorava sempre con più fatica e agitazione le corde della chitarra.

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