<[Capitolo 3]>

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⟨ "Carlton, qui c'è altro da vedere..."⟩

* * * * * *

"Cosa intendi..?" Chiede l'amico.
Senza rispondere la ragazza si avvia frettolosamente girando la curva del condotto.
Qualcosa sembra averla attirata, come se fosse posseduta. Sembra essere qualcosa di molto forte.
Carlton senza esitazione si addentra anche lui nel lungo condotto asfissiante, anche se all'inizio fa un po' di fatica ad entrare.
Le mani sudate del ragazzo si appiccicano al metallo sottostante.
Invece intorno non si sente niente, come se si trovassero in un'altra dimensione e fuori di essa c'è il vuoto.
"Jessica...?"
...
"Jessica!"
...
Nessun risposta. Allora Carlton accelera i passi. Ma come può essere possibile che non mi senta, dopo tutto qua sembra che faccia abbastanza eco la mia voce, e poi questo condotto non può essere infinito! Pensa il ragazzo.
Lui gira a destra, e facendo così si ritrova Jessica davanti a lui, pur se distante.
"Jessica! Eccoti! Mi dici dove stai andando?"
Ancora nessuna risposta. Carlton ne ha abbastanza.
Striscia ancora più veloce di prima. Vuole fermarla.
Quando se la ritrova molto vicina, cerca di afferrarla per un piede.
Fallisce nel tentativo. Jessica non c'è più. È scomparsa. Si è dissolta nell'aria.
Ma che diamine sta succedendo...
Carlton è fermo. Non sa cosa fare.
Vado avanti... o torno indietro?
Il pensiero imbambola per un po' di minuti il ragazzo, rendendolo immobile e con lo sguardo fisso in avanti.
Dopo un po' una mano si sposta dinanzi, anche l'altra, ora anche una gamba, e un'altra ancora, come radiocomandato, lui va avanti.
Carlton vuole sapere dov'è è finita la sua amica, se non compagna di avventura.
La strada non sembra molto lunga...

Più va avanti però, più sembra allungarsi il tragitto.
In quel tunnel infinito l'aria sta esaurendo ancora di più. Carlton è esausto, a lui di solito piacciono gli scherzi, ma in questo caso non ne vuole proprio sapere.
Continua a strisciare, ma andando avanti si ritrova le mani più scivolose.
Se le guarda e alla vista di quello che aveva Carlton trasale.
Sangue.
Sangue...come può essere possibile?!
Il ragazzo comincia a pensare al peggio, quindi accellera ad andare avanti.
Una fragranza poco piacevole mista a sangue e metallo colpisce il viso di Carlton.
Viene fermato.
Carlton ha ansia.
Il suo cuore aumenta i battiti. Il respiro si fa più affannoso, forse si sta dimenticando che in un posto simile a una bara devi fare respiri più profondi e di non farne tanti, altrimenti l'ossigeno si esaurisce più velocemente.
Il corpo del ragazzo si ferma come se fosse andato a sbattere contro un muro.

Si guarda a destra e a sinistra, in alto e in basso. Il ritmo cardiaco aumenta sempre di più. Sente che il suo cuore possa esplodere in una pozza di sangue, spaccando le ossa del petto e uscendo fuori. Gli gira la testa, vede auree colorate. Sente suoni meccanici. La sua paura è quel suono. È il suono delle sue paure. Paure che risalgono a galla con piccoli ingranaggi nel suo cervello. Le sue paure da bambino. Le sue paure di incontrare robot assassini che squartano le persone, come nei film horror. Quel suono continua e continua ancora.
Insieme a quei clink clank si avvertono anche rumori statici insieme a... Carne che si strappa...
Carlton è sull'orlo di svenire.

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ANGOLO AUTRICE!
Ciao bella gente! Ve l'ho detto che da questo capitolo cominciavano a succedere cose strane! Chissà cosa avrà visto Carlton...
Per saperlo tornate Giovedì 16 Maggio!
A presto!

Five Nights At Freddy's: THE GOLDEN EYESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora