14. I'm into it (#heinobu / #heishino)

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L'alba.

Finge di dormire ancora, per sentire quell'aria leggera. Per rimanere sotto il lenzuolo, con lui accanto, senza che sia necessario parlarne.

Non ne parlano mai, in realtà; ma preferisce che sia così.

Heizou non si sente mai davvero indifeso. Secondo lei, è convinto che nessuno possa vedere qualcosa di lui senza che lo decida consapevolmente. Invece, lei lo vede. Ma non lo dice, non lo dirà, per evitare che lui si ritragga. Perché le piace, che sia così sicuro di sapersi nascondere.

Lo sente muoversi, quindi stringe gli occhi per tenerli ben chiusi. Prova a respirare come se dormisse. Lui si mette seduto, poi si alza, lento.

Kuki riapre gli occhi con cautela, sospira. Lo guarda indossare qualcosa alla svelta, e poi allontanarsi dal tatami. La sua casa è piccola, ma larga, come quasi sempre a Inazuma. Prova a capire cosa stia facendo, lo osserva.

"Ti va una colazione dolce?" le chiede.

La sorprende. Credeva di aver recitato alla perfezione. Spalanca gli occhi e si affretta a mettersi seduta, di scatto, per fingere di aver capito da subito.

"No, grazie."

"Davvero?" Heizou si volta e le sorride, sollevando un dango che tiene fra le dita. "Nemmeno uno?"

Kuki scuote la testa. I capelli sono sciolti, le spalle scoperte. Abbraccia le ginocchia, scocciata. "Mi fai sempre mangiare dei dolci. Prenderò peso, così."

Lui sbuffa, alza gli occhi al cielo. "Sarebbe davvero la fine del mondo, hai ragione." Torna a sedersi vicino, con il piatto in grembo. Ne mangia uno, senza smettere di guardarla. "Sei sicura?"

"Prenderai peso anche tu, sai."

"E se fosse, non ti piacerei più?"

"No, per niente."

Heizou fa un'espressione ferita per gioco, mentre continua a masticare, e si posa una mano sul cuore in modo drammatico. "Pensavo ti piacesse la mia anima" dice poi. E ride, prima che Kuki possa guardarlo male.

"Puoi andar via? Devo rivestirmi."

"Oh." Si risolleva. Torna indietro e posa il piatto sul lenzuolo, le fa l'occhiolino e va a chiudersi in bagno.

Che stupido. Se lo occupa, lei non potrà sistemarsi per uscire e tornare a casa.

Sospira, rassegnata, e prende un dango. Lo mangia. 

Quella stanza è troppo dolce. L'aria è troppo piacevole, l'odore di tutto ciò che appartiene a Heizou è troppo familiare, e la consapevolezza di quel che c'è negli armadi è troppo fastidiosa.

C'è ancora la roba di Kazuha, ed è ormai quasi estate.

Presto, tornerà. E allora la sua presenza smetterà di avere un significato, per Heizou. Certo, lo sapeva fin dall'inizio; lo sa da anni. Lo ha sempre saputo.

Non può dire di esser stata ingannata, o illusa. Heizou può essere un cretino, ma non è un bugiardo. Quando si sono ritrovati insieme, lui si è fermato e le ha chiesto se fosse certa che andasse bene. E lei, che può essere intelligente ma non è molto capace di proteggersi, ha annuito.

Non sa per quale motivo.

Solleva il viso verso la porta del bagno. "Sai che se resti lì non posso far nulla?" gli urla.

"Scusa, esco subito!"

Sospira ancora. Dovrebbe davvero tagliare i ponti, con quella situazione; lasciare che Heizou si faccia prendere in giro di nuovo, che stia male in silenzio ancora. Non è indispensabile stargli vicino, dopo che Kazuha se ne sarà andato. Non serve a nulla, esserci, se poi alla fine...

"Eccomi."

"Era ora."

Resta a fissarla, le mani sui fianchi, un sorriso sulla faccia.

"Che vuoi?" gli chiede, seccata per finta.

"Sei così carina, con i capelli sciolti." Lei si sforza di guardarlo malissimo. "No, davvero. Stai molto bene. Se smettessi di legarli e di coprirti il viso..."

"... cosa? Cosa succederebbe?"

Heizou fa spallucce. "Niente, ti donerebbe."

Kuki sbuffa, poi tira il lenzuolo per farne un vestito, se lo attorciglia intorno. Ma è lunghissimo, rispetto a lei, dunque diviene una specie di mantello. "Grazie per il consiglio, ma non mi importa."

"Ci siamo svegliati male, stamattina?"

Lei lo ignora e corre a chiudersi in bagno. Lascia cadere il lenzuolo, lo appallottola e lo posa di lato. Finalmente, potrà rilassarsi nell'acqua. Inizia a riempire la vasca, intanto si siede sullo sgabello per sciacquarsi.

"Kuki?" sente, da dietro la porta.

"Mmmh?"

Silenzio. Attende.

"Se vuoi che qualcosa cambi..."

Si ferma, in ascolto. Spera che vada avanti. C'è solo il suono dell'acqua che scorre.

"... possiamo parlarne, lo sai."

Che vigliacco, nel dirglielo così, nascosto.

"Lo so" risponde.

"Ok."

Ma non è vero, non è così. Anche se ne parlasse, tutto rimarrebbe com'è, perché se potesse cambiare sarebbe già successo. E Kuki può essere innamorata, ma non è così ingenua.

Heizou rimane dietro la porta, con le mani sul legno, ma non arriva altra risposta. Infine si rassegna, le mani si staccano dalla superficie, sta un istante lì immobile, senza esser visto.

Poi si gira e si incammina verso il lavoro di ogni giorno.



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⏰ Ultimo aggiornamento: May 02 ⏰

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