Kuni accarezza il fiore che stava osservando. Lo fa con la delicatezza che sa avere nei gesti, un contatto appena accennato, con rispetto, come se il fiore potesse offendersi o aver paura delle dita.
Quel suo modo di fare le piace. Le sue sono mani che hanno ucciso e tradito, che hanno coperto lacrime, che hanno creato lame. Adesso accarezzano un fiore.
Poi lui le chiede: "Hai un compleanno, tu?"
"Compleanno?"
"Sì. Sai. La data di nascita, che gli umani festeggiano ogni anno."
"Ah." Nahida si porta una mano sulle labbra. Ci pensa. Una domanda che forse le hanno già posto, secoli prima; però non ricorda. Ogni tanto si ritrova a perdersi nelle domande sul passato, non ricorda niente. Come se non fosse esistito.
Chi? Chi le ha chiesto del compleanno?
"Io ce l'ho" dice Kuni, intanto.
"Davvero? E quando?"
Kuni si volta e fa cenno di no con la testa. "Prima tu. Ce l'hai o no?"
"No, non credo."
"Che peccato."
Kuni strappa il fiore che prima coccolava, con un gesto secco che la fa sussultare. Non se lo aspettava.
Glielo porge, sorridendo.
"Allora è oggi" le dice. "Auguri."
Nahida lo accetta, lo prende. Lo stelo è così malandato, però la corolla è stupenda. "Ma io non sono umana, Kuni. Non mi serve un compleanno."
"Non deve servire a te." Lui si stringe le ginocchia al petto. Osserva il cielo, così celeste e limpido. Ha il volto di un ragazzo, l'espressione di un figlio qualsiasi, le mani ancora sporche del verde che ha ferito. "Serve alle persone che ti vogliono bene, per festeggiare la tua esistenza."
"Ah, certo." Annuisce, dunque. "Allora d'accordo, facciamo che sia oggi, se ti fa piacere."
Kuni la guarda di nuovo, e sembra un po' incerto. Lei lo scruta, cerca di coglierne la ragione, preoccupata. Ma non è niente di grave, o almeno non sembra.
Le appare sempre più umano. Le sue guance diventano più rosa, i suoi occhi più stretti, si passa le dita fra i capelli prima di parlare. Guarda altrove, si lecca le labbra.
Un ragazzo, e basta.
Questo è il risultato, quel che Nahida ha portato al mondo.
Il suo ragazzo diverso, unico, umano. Che alla fine trova il coraggio.
"Certo che mi fa piacere, festeggiarti, Nahida."
Il primo regalo di compleanno che ricorda è un fiore, strappato con grinta, e il sorriso di un figlio ormai quasi adulto.
Forse. Ammesso che non ce ne siano stati altri, prima.
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Rendez-vous au prochain règlement
FanficRaccolta di one-shot casuali che mi va di scrivere perché sì. OCCHIO: Queste one-shot partono dal mio fanon personale. Se non avete letto il resto di quel che ho scritto, molte situazioni potrebbero sembrarvi bizzarre.