il modo in cui entrava così facilmente nella mia testa.

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Le luci del sole entravano dritte tra le tende della finestra. Mi infastidivano gli occhi, così capii che forse era il momento di svegliarsi.

Mi alzai lentamente. Sentii una fitta fortissima alla testa.

La cosa strana era che la stanza non sembrava per nulla la mia.

Vidi però una sedia con sopra una giacca di pelle. Dei capellini sulla scrivania. Un funko pop di michael jackson.

La mia mente mi riportò a dei flashback di ieri sera, frammentati sì, ma ricordai come ieri ho detto di essere eccitata dalla sua presenza... e che mi piacevano quelli più grandi.

Io:"cazzo."

La porta si aprii lentamente.

Dadda:"ben svegliata."

Io:"hey.."

Dadda:"come va? spero meglio di ieri sera"

Io:"una merda. Ho la testa che mi scoppia. E non capisco ancora un cazzo."

Dadda:"Ci credo bella, ieri credo che tu abbia mostrato la tua parte più...come posso dire...sfacciata?"

Ed eccolo che già a prima mattina cercava di provocarmi.

Il fatto è che non c'era nessuna gradazione alcolica che mi spingeva al rispondergli a tono. Io di solito lo faccio sempre con tutti, ma con lui a volte non riesco.

Ed ora è una di quelle volte.

Io:"ricordo poco di ieri...mi spieghi come ci sono arrivata qui?"

Dadda:"ti ricordi di aver bussato alla mia porta vero?"

Io:"...."

Ghignò beffandosi di me, dopodiché si sedette vicino a me.

Dadda:"credo che tu ieri ti sia confusa con la porta a cui bussare, e alle 3:30 del mattino hai bussato alla mia porta. Ovviamente ti ho fatta entrare essendo che non riuscivi nemmeno a camminare. Poi hai cominciato a provocarmi...dicendo che ero molto sexy e che la cosa che io sia più grande ti eccitava parecchio e-"

Io:"ok cazzo ho capito."

Lo fermai. Non potevo sentire nessun dettaglio in più.

Io:"io- non so che dire."

iniziai ad arrossire.

Dadda:"e poi dici che ti ci vuole molto per farti confondere...a quanto pare sei di nuovo rossa."

Io:"e tu sei irritante come sempre."

Risposi a tono questa volta. Ridacchiò leccandosi il labbro inferiore.

Mi alzai dal letto. Mi accorsi di essere in mutande.

Io:"Ti ho chiesto di spogliarmi vero?"

Dadda annuii. Le cose non potevano andare peggio...credo...

Io:"bene. Che dici hai dei pantaloncini?"

Dadda:"li vuoi davvero?"

Lo fissai per qualche secondo.

Io:"ha ha ha, divertente."

Dadda:"d'accordo bella, vado a prendertelo. Se vuoi di là c'è latte e caffè."

Io:"minchia un pacco di gocciole non le tieni?"

Dadda:"serviti pure."

Mi rivolse un ultimo sguardo per poi lanciarmi un pantaloncino. Sorrisi sarcasticamente, quasi infastidita e indossai i pantaloncini.

Fortunatamente non mi andavano esageratamente stretti, nonostante non avessi dei fianchi così piccoli e una vita così stretta come la sua.

Mi diressi verso la cucina.

Love never felt so good.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora