Il quadro della situazione é abbastanza chiaro. Rosa ha un nemico giurato sul luogo di lavoro, ed é colui che non ha esitato a rinominare "Supersbirro" poco dopo averlo conosciuto. Riccardo, da sempre un fanatico della legge e vicino politicamente agli ideali che hanno caratterizzato il ventennio più nero della storia italiana, é entrato in IPM con la bramosia di prendere il comando ed imporre la sua legge. Ritiene l'attuale direttrice, che ha segretamente ribattezzato "Rozza Ricci" fortemente inadeguata ed inadatta al ruolo che ricopre ed é intenzionato a spodestarla in ogni modo possibile, fosse anche quello di rivalersi sulla pelle di una ragazza che potrebbe essere sua sorella. Si é studiato un bel piano, 'o strunz. Ha raccolto informazioni, addirittura si é stilato un dossier e si é servito degli errori di Futura per colpirla e provare a far crollare di riflesso Rosa. Ha fatto male i conti però. Rosa Ricci e Futura Di Salvo sono due giovani donne abituate da sempre a districarsi tra difficoltà ed amarezze. Il dolore per loro é un ospite abitudinario, una costante con cui sono abituate a convivere praticamente dal momento in cui sono venute al mondo. E se singolarmente sono state in grado di guardare negli occhi il diavolo, sfidandolo e ricacciandolo indietro quando sembrava che questi volesse soffocarle, insieme venderanno cara la pelle, battendosi l'una per l'altra come fossero un unica splendida e poderosa creatura a due teste. 'O guappo 'e cartone travestito da uomo di legge non ha neppure la più lontana idea di quanto sia grosso il guaio in cui é andato a mettersi. La nefandezza che ha ideato potrebbe tornargli nel culo due volte. Nei giorni successivi all'incontro con la psicologa, Futura si sottopone all'iter che la dottoressa aveva preposto senza batter ciglio. Quella le sottopone immagini chiedendole cosa ci vedesse, prova ad insinuarsi nella sua mente, a provocarla per testarne la resistenza, a scuoterla per verificare le sue reazioni e mettere alla prova i suoi istinti, ma il ritratto che ottiene é quello di una ragazza a cui la vita aveva riservato sofferenze e mancanze indicibili sin dalla tenera età dolori che l'avevano lacerata, lasciandole innumerevoli cicatrici, di quelle che però sono visibili solo se si é capaci di andare oltre la prima fugace impressione. Per lei la gioia ed i momenti di serenità, che pure c'erano stati e ci sono, seppur di rado, rappresentavano ed in parte ancora rappresentano, una sorta d'intermezzo, qualcosa d'inframmezzato, come una specie d'intervallo tra una delusione ed un nuovo dolore, in quella che può essere definita una personalissima e privata interpretazione della teoria del pendolo di Schopenhauer, solo che lei non s'é annoiata mai. É un lusso ed un vezzo che non ha mai potuto concedersi, non ne hai mai avuto il modo. L'impressione che se ne ricava é quella di una persona a cui é sempre mancato qualcosa, e che appena riesca a colmare una mancanza, ne spunti un altra, e poi un altra e poi un altra. Quando gli era mancato l'affetto della madre biologica, ci avevano pensato Massimo, Paola, Wanda e Carmine per quel che aveva potuto, poi era stato il turno di Wanda, nel ruolo, per lei fino a quel momento inedito, di nonna dolce ed affettuosa, lontana dalla donna di ferro degli ambienti criminali, con il padre a subentrare di tanto in tanto, poi l'incontro e la folgorazione con Rosa, di nuovo Carmine, con Mike ed Anna tra le poche presenze fisse a tamponare qua e là la mancanza temporanea del padre. Un padre che non era mai riuscita a godersi, e che quando aveva avuto con sé, era stato solo perché lontano da tutto e tutti. Guardando la vita di Futura da fuori, si potrebbe pensare che sia scandita da una serie di tanti periodi, come fosse la musa di un moderno Picasso. Abituata a non abituarsi, mai piú volte una versione di lei nello stesso luogo, da sempre sé stessa in una moltitudine di posti diversi, nei quali più che abitare, staziona, in attesa della prossima fermata. Quasi che il concetto dello "stare" non le appartenga, ma fosse un corpo in un continuo moto perpetuo. Più o meno quello che le sta succedendo anche ora. É ferma in un posto e tecnicamente tenuta a restarci, ma non é cosí sicuro che accada, ha ritrovato la madre che considera un punto fermo da cui poter ripartire, ma non é cosí certa che non le venga strappata di nuovo, é come se la sua vita fosse cadenzata da tante possibilità, un continuo di potrebbe, sarebbe, dovrebbe, e mai una volta che possa, sia o debba, quindi é più corretto dire che sarebbe tenuta a rimanere in quel posto e che potrebbe ripartire da Rosa, e lo farà, cioé..lo farebbe se avesse la sicurezza che questa nuova situazione non finisca per scompaginarle di nuovo la vita, ma se c'é una cosa che Futura ha imparato del futuro, é che il suo non esiste, a meno che non sia quello in relazione all'attimo che arriva immediatamente dopo il presente. Non ha mai potuto stilare una wishlist vivendo sempre tra quanto sta accadendo, quello che potrebbe accadere e ciò che realmente accadrà. La condizione d'incertezza con cui convive da sempre viene fuori anche nei dialoghi con la psichiatra, quando questa la incalza con domande sulla sua infanzia e sul suo passato, infatti, Futura si accorge che tutto ciò che riesce a custodire dei suoi ricordi, sono poco altro che stralci di vita, pezzi di memoria che porta dietro con sé come se fossero piccoli fogli su cui sono presenti poche parole scarabocchiate perlopiù in modo confuso.
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FutuRosa
FanfictionCosa accadrebbe se le vite di Rosa e Futura, tornassero ad intrecciarsi a causa di evento traumatico, facendole finire nello stesso posto in cui si erano viste la prima volta?