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Futura's Pov

Sto camminando per raggiungere la mia cella ma é come se le gambe andassero da sole, avanti quasi per inerzia. Maria, l'educatrice, mi parla e si raccomanda ma non la sto a sentire piú di tanto, anzi, non la sto proprio ad ascoltare. L'unica cosa che riesco a fare dopo ciò che é appena successo é piangere incessantemente, pure se mi sforzo inutilmente di non far trasparire dal mio volto nessuna emozione, lasciando che le lacrime scorrano senza nessun sibilo, nessun abbozzo di reazione, senz'alcun lamento. Me sento a creatura che la andava cercando nel bar mesi e mesi senza trovarla, quel dolore che credevo di aver messo a tacere, s'é scetato tutto una botta. Era Rosa chella che avevo appena visto. Si, d'accordo, cu cocc anno 'e cchiú ed il volto più adulto, ma l'addore era 'o suojo, le espressioni, il modo di muoversi, di gesticolare. Era lei, ed io ancora stento a crederci. Quanti vvote me so chiesta che fine avesse fatto, che aspetto avesse e cosa ne fosse stato di lei, perché fosse sparita e ssi s'arricurdava 'e me, quanti vvote aggia pruvato a immaginà comme essa stato e che l' avesse ditto casomai me la fossi trovata davanti bellebbuono, ma certo non mi sarei mai aspettata di farlo qui, cosí. Mi sento come travolta da uno tsunami di sensazioni a cui non riesco a dare un nome, tengo n'uragano int'o stommaco. Che po' vulesse sapé d'a addó m'a asciuto tutto chillu ciato e tutta chella energia in queste condizioni, credo che sia stato il mio dolore di bambina ad urlarmi da dentro. Se solo quella bambina sapesse, che poi é la stessa bambina che qualche anno prima la adorava alla follia. Mi ricordo che la consideravo un idolo, qualche volta mentre facevo i compiti o disegnavo, la guardavo incantata, osservavo i suoi movimenti, la determinazione e la risolutezza con cui faceva le cose, aveva un modo tutto suo di fare le cose ed il potere di farle sembrare tutte quelle più adatte, le più consone ad ogni situazione, e poi la grazia e la dolcezza che aveva con me in particolare.. era come se fosse avvolta da una luce speciale, per me era una dea, pensavo che fosse la donna che sarei voluta diventare. Quando mi dissero che era andata via, é stato come se il dolore mi avesse spezzata in due, ero ferita, delusa ed amareggiata, ma allo stesso tempo, nel profondo del mio cuore ho sempre sperato e desiderato che tornasse e di poter stare di nuovo con lei ed é un po' così che mi sento pure mó. Da un lato penso che ho fatto bene a dirle tutto, a farle capire il dolore che mi aveva causato, a fare fuoriuscire tutto il male che avevo dentro, a far sgorgare tutto il sangue dalla mia ferita, dall'altro appena l'ho vista me la sarei abbracciata, mi sono sentita per un attimo di nuovo la piccola Sanacore, e mi é venuto da pensare che solo chi mi aveva fatto a pezzi, poteva ricompormi. Ed allora ho desiderato che prendesse tutti i pezzi di me che aveva rotto anni prima, ed anche quei brandelli della mia anima che ho appena perso e li ricomponesse pezzo per pezzo per farne una persona intera. Magari rotta, spezzata, crepata, frastagliata, ma intera. E mi sono sentita in colpa con me stessa per averlo pensato, perché infondo lo so che non é giusto. Se c'é una cosa che ho imparato in questi anni, infatti, é che prima di affidarsi agli altri, di stendere il braccio in cerca di una mano tesa che ci aiuti a rivedere la luce, dobbiamo essere capaci noi stessi di alzarci da soli.
E allora, jamme Futú! Nzisti ca resisti!²

Futura si lascia le sbarre alle spalle, ha con sé un lenzuolo e delle coperte che butta sul lettino in alto, per poi appoggiare la testa sulle braccia distese conserte ai piedi del del letto, come se volesse iniziare a familiarizzare con la sua nuova casa. Inizia a guardarsi intorno prendendo lunghi respiri per poi raggiungere a piccoli passi le sbarre da dove si possono ammirare il mare ed il cielo, seppur inframmezzato.

"É questo che intendevano papà e zio Pino quando dicevano ce sta 'o mar for - sussurra piano - uhm..buono a sapersi! Dicimme che 'o posto non é dei migliori ma almeno 'a vista compensa ja" Prova ad autoconvincersi con amara ironia, portando nel frattempo le mani vicino alle sbarre e picchiettando con le dita per poi spingersi all'indietro con la schiena e salire sul letto

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