Capitolo 2

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«Signorina,suo padre vuole parlarle nel suo ufficio» Mi disse il nostro maggiordomo aprendo delicatamente la porta.

«Va bene Gabriel,arrivo» Risposi mentre appoggiavo il telefono sul letto e iniziai a scendere la scalinata.

Scesi le scale lentamente chiedendomi cosa avrebbe dovuto dirmi mio padre di così urgente. Si teneva nel suo ufficio,perciò si trattava di una riunione di famiglia,che io odiavo profondamente.
Di solito si facevano queste riunioni perchè mio padre doveva girare uno dei suoi film,ciò voleva dire che dovevo rimanere con mia madre,una vera arpia,per convincerla ad iscrivermi ad una scuola di recitazione ci volle un miracolo. Litigò con mio padre,non si parlarono per più di una settimana.
Finalmente arrivai all'ufficio di mio padre.
Aprii la porta e,come previsto,mi trovai davanti tutta la famiglia.

«Kath,sei arrivata finalmente,pensavo ti eri persa,cazzo» Mi disse mio fratello in tono sarcastico e pungente,sapevo che quando faceva così era quasi sempre arrabbiato.

«Ivan il linguaggio» Lo rimproverò mio padre.
«Il linguaggio un cazzo. Mi hai rovinato la vita papà.» Disse alzandosi dalla sedia.
«Ivan vai in camera tua!» Ordinò mia madre indicando la porta.
«Tu non decidi un emerito cazzo! Io resto qui con Kath mentre le viene detta questa merda e poi deciderò se andarmene o meno.»
I battibecchi qui erano tipici: mia madre che diceva cosa fare e mio fratello che le rispondeva male.

«Cara,Ivan,smettetela. Siediti qui piccola,vicino a tuo fratello.» Mi disse con uno sguardo addolcito,ma con la tristezza negli occhi.

«Cosa succede papà?» Chiesi mentre iniziavo a sedermi sulla sedia e vidi Ivan incrociare le braccia.

«Diglielo in fretta che devo andare.» Disse mia madre freddamente,meritandosi un'occhiataccia da mio padre.

«Allora..sono stato chiamato per le riprese di un nuovo film di Netflix» Disse mentre si strofinava la mano sulla mascella.
«Ma è fantastico!» Dissi entusiasta.
«Ho reagito anch'io così all'inizio» Mi disse mio fratello.
Io confusa guardai mio padre per farlo continuare.
«Mi hanno convocato a New York,e oltre a quello di Netflix ne dovrò fare altri tre»
«Ma così starai via per troppo tempo.» Sussurrai tristemente.
«Non io,andiamo tutti. Ho deciso di trasferirci a New York» Mi disse facendomi rimanere perplessa.
«Spero di aver capito male» Dissi trattenendo la tristezza che piano piano di stava trasformando in ansia.

«No tesoro,tra 30 giorni abbiamo il biglietto,così hai tempo di fare richiesta alla Ef Academy e salutare tutti i tuoi amici.»

«È un pesce d'aprile?»

«Siamo a maggio deficiente» Mi disse mio fratello appoggiandosi allo schienale della sedia.

«Certo che se avessi scelto un lavoro normale non saresti dovuto andare in giro per il mondo portandoci dietro come cani.» Sibilò mia madre

«Non penso siano affari tuoi occuparti dei problemi del mio lavoro» Replicò mio padre calmo.

«Ma perfavore Pedro. Pensi di passare tutta la vita davanti a due imbecilli con una telecamera?»

«Non è che solo perchè tu sei una donna fallita che non è riuscita a seguire le sue passioni devi dire che quello di nostro padre non è un lavoro» Risposi in tono sfidante.

Mia madre si avvicinò a me alzando la mano per tirarmi uno schiaffo.
«Sei un'impertinente!»

Mio fratello mi si parò davanti con uno sguardo minaccioso.
«Non osare toccarla! Tu stai con papà solo per i soldi. Ti piace atteggiarti da ricca. Se non fosse per lui vivresti in una stupida casetta» Le disse con le mani tremanti.
Ivan ed io soffrivamo di attacchi di rabbia,ma specialmente lui,sarebbe stato in grado di rovesciare una macchina.

«Ma come osate! È grazie a me se siete nati» Ci urlò nostra madre.
«Grazie al cazzo di nostro padre magari» sputò mio fratello con disprezzo.
«Basta me ne vado» Disse in conclusione nostra madre avvicinandosi alla porta.

«Karen» prese parola mio padre. «Che stai dicendo?»

«Andatevene voi a New York o dove diavolo vi pare. Non è affar mio,ma ricordati,cara Katherine, che pochi attori e modelli diventano famosi come tuo padre. Io il mio lavoro lo possiedo,tu stai solo cercando di seguire il percorso diretto alla rovina» Disse uscendo e sbattendo la porta.

Mio padre si girò a guardarci «Che diavolo vi salta in mente? Eh?!»
Mio padre urlava poche volte. Ma quelle poche volte sembrava di averlo deluso,e deludere lui era come deludere me stessa.

«Lei non ti ama» Disse mio fratello stringendo i pugni

«Cosa cazzo ne sai tu dell'amore Ivan,ti porti a casa ogni giorno una ragazza diversa e pretendi di dire a tuo padre che questo non è amore?»

«Hai ragione,non so niente dell'amore,ma sono in grado di capire se una persona ha secondi fini o meno» Disse in conclusione uscendo dall'ufficio.

«Kath..» Mi fiondai subito tra le braccia di mio padre,le lacrime scendevano così velocemente che parevano cascate. Lasciare andare tutto ciò che mi ero lentamente creata era straziante.

«Ti farai una nuova vita,a New York ci sono molte più opportunità,diventerai come me se non meglio» Mi accarezzava dolcemente i capelli,come di solito faceva quando ero piccola che piangevo per le litigate con quella sottospecie di madre che avevo.

«Ora che non ci sarà la mamma mi sento più tranquilla» Dissi sorridendo,alzando il viso,con gli occhi bagnati dalle lacrime.
«Non dire così tesoro...sarà molto dura,ma ti prometto che avrai una bellissima vita»

«Lo spero,sennò ti mando a puttane il film»
Mio padre ridacchiò divertito.
«Fatti un bagno caldo,stasera andiamo a cena fuori solo io e te»

Restammo abbracciati dentro l'ufficio. Certo anche per lui era dura lasciare casa e lasciare tutti i suoi amici,ma almeno a New York aveva altri amici,che si era creato durante l'adolescenza.
Almeno lui li aveva.

Lights,Camera,Love~Milo Manheim Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora