Capitolo 26

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Mio fratello aprì la porta e puntò subito lo sguardo su di me chiudendosi la porta alle spalle.

«Kath sono torna...» Il suo sguardo cadde subito su Milo. «E tu che ci fai qui?» Chiese alzando un sopracciglio.

Milo strabuzzò gli occhi e prese subito il CD ancora appoggiato sul bracciolo del divano.

«Sono tornato a riprendermi il mio gioco,visto che tu non hai intenzione di ridarmelo.»

Mio fratello prese una mela dalla fruttiera iniziando a guardare il telefono,mentre io non venivo minimamente considerata.

«Ah,sì,te l'avrei ridato domani» Disse con non chalance addentando la mela,non degnandolo di uno sguardo.

«Hai detto così anche ieri e l'altro ieri.»
Milo sospirò vedendo che ormai Ivan non lo stava calcolando.
«Io vado,ciao Ivan. A presto Lady Pascal» Disse sorridendo e scompigliandomi i capelli uscendo dall'appartamento.

Subito dopo mi sedetti sul divano accendendo la tv,iniziando a guardare un documentario sulla morte di Marylin Monroe,uno dei miei casi preferiti.

Quando abitavo a Santiago adoravo vedere documentari true crime,passavo giornate intere a guardarli,a volte era anche un modo per scacciare i miei pensieri negativi nati grazie alla mia sottospecie di madre.
Un'altra mia passione,oltre alla recitazione,sono i casi irrisolti. Ho sempre sognato di recitare in un film giallo.

«Puoi togliere sta roba? Mi vien voglia di tagliarmi le vene» Disse mio fratello sarcasticamente.

«Te lo scordi Iv» Dissi convinta continuando a guardare lo schermo.

Mio fratello alzò gli occhi al cielo,buttandosi sul divano e addentando gli ultimi resti di mela.

Ma il mio momento di pace finì quando dall'immagine dell'affascinante donna bionda che tanto ammiravo si trasformò nella schermata iniziale della Playstation.

«Ivan!» Urlai indignata.

«Hai una televisione di minimo 50 pollici in camera tua,vai lì e non cagare il cazzo.» Disse iniziando ad aprire GTA V.

Alzai gli occhi al cielo sospirando,odiavo quando si comportava così,lui che mi cacciava via e io che dovevo stare ai suoi comodi.

Salii le scale e andai in camera mia,ma invece di sdraiarmi sul mio letto andai nel mio balcone e mi accesi una sigaretta perdendomi nella bellezza di New York,anche se non era illuminata in piena notte,restava la città più bella di sempre.
So che è sempre così banale fumare da soli in balcone mentre si guarda la città che si ama,ma mi aiuta,mi aiuta a ragionare,prendermi una pausa dal mondo esterno e concentrarmi solo su me stessa,è una terapia.

Ma quella scena mi ricordò qualcosa,la fumata con Milo,quando conobbi per la prima volta sua madre.
Avrei dato di tutto per stare anche solo un minuto in più con lui,prima che quell'idiota di mio fratello rovinasse il momento,perchè era inutile arrampicarsi sugli specchi,io volevo baciare lui e lui voleva baciare me.
Quell'odore di fumo mischiato al suo solito profumo Dior mi mandava in tilt solo a sentirlo da lontano,immaginate a pochi centimetri di distanza.

Finito di fumare spensi la sigaretta nel posacenere e decisi di tornare in salotto,ma proprio appena stavo per scendere le scale il mio telefono iniziò a vibrare,lo presi dalla tasca e appena lessi quel nome il mio cuore perse un battito.

Luke.

Restai immobile per un paio di secondi,non sapendo cosa fare,se rispondergli e chiarire o chiudere come se nulla fosse,ma per qualche strano motivo decisi di scorrere il dito sullo schermo e rispondere.

Lights,Camera,Love~Milo Manheim Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora