Capitolo 12

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«Lakers! Lakers! Lakers!» Urlarono tutti i ragazzi in coro una volta finita la partita.

Come ben possiate immaginare,i Lakers avevano vinto la partita,guadagnandosi il posto in semifinale.

L'atmsofera circostante era festosa,e sinceramente mi stupivo che i genitori di Milo non fossero ancora venuti a sgridare i ragazzi per la confusione che stavano facendo.

E come si suol dire,parli del diavolo e spuntano le corna e dalla porta della sala entrò Jeffrey con espressione corrugata.

Il silenzio regnò indisturbato e nel viso di Jeffrey spuntò un sorrisetto.

«Che succede arrivo io e finisce la festa?» Domandò ironicamente avvicinandosi ai ragazzi,che al solo dire delle sue parole presero a ridere e a continuare i cori.

Io ero seduta sul sedile,mi godevo la scena con un sorrisetto stampato sulle labbra,fino a quando delle mani presero le mie e mi fecero alzare.

«Abbiamo vinto piccola!» Urlò Luke prendendomi subito dopo di peso e facendomi girare.

Dalla mia bocca uscì una leggera risata.

«Già» Sussurrai con un sorriso.

Ero ancora sospesa tra le sue braccia,ci guardavamo intensamente,lui non smetteva di guardarmi gli occhi ed io non riuscivo ad interrompere il contatto visivo.
Notavo le sue pupille in delirio. Si ingrandivano e si rimpicciolivano e in quel momento ammisi a me stessa che dentro di me una vocina voleva baciarlo,ma mi contenni.

Lo abbrracciai per rompere il contatto visivo e qualche secondo dopo mi appoggiò a terra.

La festa durò per una decina di minuti fin quando Camryn irruppe nella stanza infuriata e cacciò i ragazzi.

Tutti mi salutarono affettuosamente e Luke con un bacio sulla guancia che mi fece arrossire lievemente.

Camryn e Jeffrey uscirono dalla sala lasciando me e il loro unico figlio in quella stessa stanza. Da soli.

Nella stanza regnava un silenzio assoluto,io e Milo eravamo alle prese di sistemare il soqquadro.

Nessuno dei due osava parlare,dire anche solo una parola avrebbe fatto sfociare la conversazione in una litigata,ed entrambi ne eravamo consapevoli,perciò stemmo zitti.

La stanza un quarto d'ora dopo era nuovamente ordinata e il fruscio della pioggia che sbatteva sulla vetrata della sala cinema era notevole.

«Ti ricordi qual è la tua camera?» Mi chiese Milo non degnandomi di uno sguardo.

«Sì»

«Ok,allora buonanotte» Concluse la  conversazione,sorpassandomi e lasciandomi sola nella sala.

Salii le scale velocemente e appena arrivata in camera chiusi tempestivamente la porta,per poi fiondarmi sotto le coperte,nella speranza che i tuoni sarebbero inizati qualche ora dopo

Ma così non fu,arrivò il primo,il secondo e il terzo.

A ogni scoppio mi stringevo sotto le coperte,con la testa sotto il cuscino,come una bambina che aveva paura dei mostri sotto al letto.

Un quarto,un quinto...

Tutto sembrò farsi più silenzioso fino a quando un enorme scoppio mi fece saltare dal letto.

Mi scese una lacrima solitaria,al solo pensiero che non ci fosse mio padre a calmarmi,mi sentii soffocare.

Le scelte erano due: Rimanere qui a spaventarmi in preda agli attacchi di panico per tutta la notte o...

Lights,Camera,Love~Milo Manheim Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora