Capitolo 24

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«Abbiamo avuto una grande botta di culo! Non abbiamo rispettato neanche uno schema,non si sa a cosa pensava Pearce.» Sentii il lamento di Griffin,emisi un leggero sorrisino dato che sapevo bene cosa aveva Pearce,quel qualcosa portava il nome della mia amica.

«Mah,non lo so Griffin,qualche patatina volante...» Disse Milo,ridacchiai silenziosamente ma mi bloccai quando notai lo sguardo fisso di Griffin sullo specchio retrovisore,mi avrebbe voluto leggere l'anima.

«Sai qualcosa,non è vero Pascal?» Mi domandò con il solito fare da investigatore improvvisato,si credeva lo Sherlock Holmes dei poveri.

«Nulla,sono incuriosita come ognuno di voi.» Pronunciai,lui continuò a guardarmi,ma dopo qualche secondo spezzò il contatto visivo per concentrarsi sulla strada.

«E di Luke? Che mi dici? Vuoi farlo impazzire?»

«No. Per una volta ho voluto ascoltare Ivan,non andiamo d'accordo gli ultimi tempi,non mi va di infilare il coltello nella piaga.»

Mi guardai le dita nervosamente,rigirai i pollici tra loro,perchè aveva scelto di andare da Milo? Era ovvio che ora la relazione sarebbe andata alla deriva,stavo bene con Luke,mi dava le giuste attenzioni al momento giusto,mi lodava e passavamo tantissimo tempo insieme che ormai mi sembrava strano non stare con lui anche solo per un giorno.
Ma nella mia testa c'era una persona che non voleva uscire,continuava a ronzare come una zanzara fastidiosa,e cosa avrei dovuto fare? Dopotutto ho diciannove anni e tante esperienze da fare,Luke non me lo sarei portato all'altare,quello poco ma sicuro,ma perchè mi dava angoscia il fatto di averlo trattato così?

Mi persi talmente tanto nei miei pensieri che quasi non mi accorsi che sia Manheim che Griffin stavano continuando a ripetere il mio nome come un giradischi impallato. Salutai il mio caro amico e con il moro scesi dalla macchina,conoscevo fin troppo bene il suo grattacielo,devo ammettere che da quando mi ero fidanzata con Luke ero riuscita a creare un bel rapporto con Milo,certo le sue battutine sulla nostra relazione non mancavano ma dopotutto era evidente che eravamo solo amici. No?

Tenni al telefono stretto a me come se stessi aspettando il messaggio di qualcuno ma quel messaggio non arrivò. Quando finalmente la voce di Milo mi chiedesse cosa avessi,dato che camminavo roboticamente e non avevo spiccato ancora parola,mi svegliai dal mio stato di trance.

«Niente,sono solo un po' stanca.»

E di stanchezza non ne avevo minimamente,anzi l'improvviso arrivo di mia madre mi aveva immesso un senso di adrenalina che toccava le stelle.

«Non ti credo.» Disse,si avvicinò a me e notò che guardavo instistentemente il telefono,così senza preavviso decise di togliermelo dalle mani.

«Sequestrato Pascal,le annuncio che da questo momento è iniziata la serata con me,il telefono è bandito,le verrà consegnato domani mattina.»

«Dai Milo...»

«Non accetto obiezioni.» Disse fermamente,mi prese la mano e ci avvicinammo verso l'ascensore,dentro di me c'era ancora un senso di disagio quando stavamo da soli,mentre per lui sembrava assolutamente normale come se ormai fossi parte intrigante della sua vita e lo fossi sempre stata.

Quando arrivammo davanti alla porta d'ingresso infilò le chiavi nella serratura e tirò la maniglia.
Entrammo nel suo attico favoloso stile barocco,ormai ero abituata a quell'arredamento,se all'inizio non mi fece buona impressione,in quel momento mi sarei rimangiata tutto,c'era un qualcosa,non so bene come spiegarlo,ma ogni singola parte della casa,ogni singolo arredo e ogni minuscolo particolare richiamavano il suo nome.

Era quasi mezzanotte,la casa era silenziosa e buia tranne un piccolo scorcio di luce che proveniva dalla cucina. Andammo incontro a quel fioco bagliore e quando vidi Camryn che stava perfezionando i suoi cupcake appena usciti dal forno il mio sorriso si espanse. Le andai incontro spaventandola e la abbracciai con forza.

Lights,Camera,Love~Milo Manheim Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora