Alzando lo sguardo, Hermione si bloccò di fronte a un fruscio proveniente dal salotto del suo piccolo appartamento. La pila di vestiti che stava facendo levitare verso il baule crollò a terra in un mucchio. Con cautela, si avvicinò alla porta della sua camera da letto e sbirciò nel corridoio, con la bacchetta stretta nella mano dalle nocche bianche.
"Hermione?"
Rilasciando un sospiro, abbassò la bacchetta. "Harry, che ci fai qui?"
Gli occhi smeraldo di Harry erano sbigottiti mentre si guardava intorno nell'appartamento di lei. "Che cosa è successo qui? Sei stata derubata? Perché non mi hai chiamato via Floo?"
"Non sono stata derubata", sbuffò lei, alzando gli occhi al cielo anche se un'amara fitta di malessere le si insinuò nello stomaco. "Sto facendo i bagagli".
Abbassando il mento, Harry scosse la testa. "Non capisco. Dove stai andando?"
Hermione fissò Harry con uno sguardo severo mentre emetteva un lungo respiro. "Mi trasferisco. Nel Wiltshire".
"Cosa c'è nel Wiltsh-" Bloccandosi, Harry rimase a bocca aperta e immediatamente fece un passo indietro. "No, non dirmi che davvero..."
"Va bene", sospirò Hermione. "Non te lo dirò".
Come se si fosse improvvisamente reso conto della piena gravità della situazione, Harry l'afferrò per le spalle, affondando le dita nel tessuto del suo maglione. "Dimmi, Hermione, che non ci sei andata".
Con un lieve cenno del capo, lei rispose: "ci sono andata".
Un lungo momento di silenzio rimase sospeso tra loro, mentre Harry si limitava a fissarla; lei poteva vedere gli ingranaggi che giravano dietro il suo sguardo. "Quindi tu sei, cosa..."
Hermione inspirò e espirò piano dal naso. "Malfoy mi ha chiesto di essere la sua Lunae Amor. Noi... io lo sposerò, Harry".
"No!" esclamò Harry, scuotendo la testa. "No, non puoi... Hermione, questa non è la tua battaglia! Merlino, dimmi che è uno scherzo del cazzo o qualcosa del genere..."
Anche se sussultò involontariamente, mantenne la sua posizione, avendo già realizzato che nessuno avrebbe capito perché doveva farlo. In un momento sorprendente e surreale, si sentiva più affine a Malfoy che a chiunque altro. Perché la gente si sarebbe chiesta perché anche lui ci tenesse così tanto.
"Non capisci?", chiese lei, in un sussurro rauco. "Deve essere la mia battaglia. Questo tipo di discriminazione deve finire. La situazione in Francia non fa che peggiorare di settimana in settimana".
"Merlino..." mormorò Harry, passandosi una mano tra i capelli mentre camminava su e giù per il salotto. "Allora trova un altro modo, Hermione! Non puoi dirmi sinceramente che vuoi sposare quel maledetto..."
Fu interrotto a metà della sua arringa dal graffio acuto di artigli sulla finestra. Rilasciando un respiro affannoso, Hermione si allungò su una pila di scatole per raggiungere la finestra, e lo stesso gufo enorme di alcuni giorni prima volò dentro, addobbato nella sua livrea di Nocturnus.
Harry fece una smorfia. "Quel gufo indossa un fottuto fazzoletto?"
"Sì", lo interruppe Hermione, frugando in un cassetto alla ricerca di biscottini gufici, mentre prendeva la missiva. Dopo aver ingoiato gli snack in un sol boccone, il gufo la guardò con grandi occhi gialli. Voltandosi di nuovo verso Harry, si sforzò di sorridere. "È il gufo di Malfoy".
"È la cosa più pretenziosa che abbia mai..."
Interrompendolo con un forte schiocco di lingua, Hermione lesse la lettera, spalancando gli occhi.
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NOCTURNUS (traduzione - In_Dreams)
FanfictionQuando un potere clandestino si agita in Francia e minaccia il fragile equilibrio del dopoguerra in Inghilterra, Draco assume una posizione di potere di cui è l'erede per diritto di nascita, determinato a proteggere la sua famiglia. Intenzionata a f...