Capitolo 17

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Malfoy aveva un'espressione indagatrice sul volto mentre la osservava dall'altra parte della stanza cosa che mise Hermione sulle spine. Quando lui si affiancò a lei con uno sguardo intenso, lei sospirò, incrociando le braccia. "Sì?"
L'ultima volta che lo aveva visto era stata la notte che avevano trascorso sul tetto del Maniero; doveva essersi addormentata tra le sue braccia, perché la mattina dopo si era svegliata al sicuro nel suo letto.
Le rivolse un sorriso e le diede un rapido bacio sulle labbra. "Hai detto che Potter voleva cenare con noi, se ricordo bene".
"Harry e Daphne", disse lei, stringendo gli occhi. "Pensavo che non ti interessasse".
"No", disse lui in fretta, con un sorrisetto sul volto, "ma... Potter lavora per il Dipartimento Auror, giusto?"
Lei, sibilando tra i denti, sollevò un sopracciglio indifferente. "Sì... Perché ho la sensazione che tu stia tramando qualcosa?" Quando lui schioccò la lingua, facendo l'offeso, Hermione alzò gli occhi al cielo. "Non importa... che cosa stai tramando?"
Avvolgendole un braccio intorno alle spalle tese, Malfoy disse: "Sto sempre tramando qualcosa". Con gli occhi grigi che brillavano, aggiunse: "Ma questo è legittimo. Voglio scoprire tutto quello che sa su tutta la situazione di Avance dal punto di vista del Ministero".
Considerando il pensiero per un momento, Hermione concesse: "È un'osservazione giusta. Se il Ministro Shacklebolt sente la pressione di Avance, sarebbe utile conoscere l'entità del coinvolgimento di Avance qui in Gran Bretagna. Quando lavoravo ancora al Ministero, avevo una prospettiva migliore sulla situazione dall'esterno".
"Ironico", strascicò lui.
"Ma ti rendi conto che..." Gli diede un colpetto sul braccio e lo fissò con uno sguardo duro. "Devi essere davvero amichevole".
"Sarò amichevole", disse lui con gli occhi stretti. "Sono andato a scuola con Daphne, ricordi? Per me non ha alcun senso il motivo per cui abbia voluto sposare Potter, ma sono affari suoi".
Lei si accigliò e lo colpì alle costole con il gomito. "So che sai essere diplomatico, quindi fallo e basta".
"Lo farò", acconsentì lui. "E più Potter ci dirà sul Ministero, meglio potremo prepararci per il futuro".
Era un'osservazione incredibilmente valida, ma il suo umore era già abbastanza irritante che lei non volle accrescere ulteriormente il suo ego, così si limitò ad annuire. "Oggi manderò un gufo a Harry per prendere accordi. Se riuscissimo a ridurre al minimo l'invadente presenza delle guardie, sarebbe bello".
Lui si limitò a dire: "Conosci le guardie. A loro piace intromettersi".
Osservandolo per un lungo momento e alla fine sospirò. "Sei di uno strano umore".
"Non mi è permesso essere felice?", la prese in giro lui, mettendosi di fronte a lei e facendole scorrere le mani lungo le braccia. La sua voce si ridusse a un tono basso che le fece venire i brividi lungo la schiena. "Stavo pensando a qualcos'altro. Mentre la situazione in Francia è instabile, dovremmo fare un altro viaggio per esaminare la situazione in Italia, tutti e due questa volta".
Il respiro di Hermione si bloccò in gola di fronte allo sguardo di lui. "Sarebbe bello".
"Scavare un po' nel passato", disse lui, facendo scorrere la punta delle dita sui fianchi di lei, "e prenderci un po' di tempo solo per noi. E se tutto va bene, Avance non si accorgerà nemmeno della nostra presenza".
"Tutto dovrà andare bene". La sua vicinanza le fece torcere lo stomaco e si ritrovò distratta dalla morbidezza delle sue labbra. "Perché, soprattutto se Avance ci dà la caccia in casa, dobbiamo mantenere qualsiasi vantaggio possibile su di loro". Appoggiandosi, premette le labbra sulle sue. "E per l'amor di Merlino, stai attento a non usare l'affiliazione davanti a nessuno".
"Ottima osservazione", mormorò lui contro la sua bocca, appoggiando la fronte contro la sua. Facendo un passo indietro, aggiunse: "A questo proposito, devo parlare con Glenneth di una cosa. Fammi sapere cosa dice Potter e mi comporterò bene".
Le posò un bacio sulla tempia e se ne andò prima che lei potesse capire qualcosa di lui.

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"Non è possibile che tu faccia sul serio". Hermione si bloccò sulla soglia, con la bocca aperta per l'incredulità. Sollevando un solo sopracciglio chiaro, Malfoy continuò a sistemarsi saldamente la corona in testa. "Non dirmi che è quello che vuoi indossare".
"Posso indossare quello che mi pare", rifletté lui, aggiustandosi una ciocca di capelli mentre guardava il proprio riflesso. "Libertà di espressione e tutto il resto".
Incrociando le braccia, Hermione si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo: avrebbe dovuto sapere che sarebbe stato come cavare un dente per convincere Malfoy a partecipare alla cena a Grimmauld Place. "Stiamo andando a una cena informale", disse, esasperata.
Voltandosi verso di lei, Malfoy abbassò il mento. "Mi hai detto di essere diplomatico. Tu puoi anche partecipare a una cena informale, mentre io sto andando a negoziare uno scambio di informazioni".
"Fai sul serio".
Vestito da capo a piedi con tutta le insegne di Nocturnus, Malfoy sembrava pronto per un convegno di re piuttosto che per il polpettone tipico di Kreacher. Suo malgrado, fissando l'espressione di lui, Hermione si ritrovò a ridacchiare.
Raddrizzando le spalle, lui disse: "Sono stato educato a vestirmi sempre un gradino sopra..."
"Un gradino!" Esclamò Hermione, liberando una risata. "Prova con tutta la tromba delle scale. Ammettilo: questo è una messa in scena per ostentare il tuo potere con Harry. Una messa in scena immatura e trasparente, aggiungerei".
Anche se aveva il potere del mondo ai suoi piedi, Malfoy sapeva ancora essere incredibilmente infantile. Ma immaginarlo seduto al tavolo sudicio di Grimmauld Place con la sua veste elegante e la corona non fece che acuire la sua ilarità, e lei si mise una mano sulla bocca per trattenersi dal ridere apertamente, con le lacrime che le scendevano dagli angoli degli occhi.
Lui si aggiustò il nodo della cravatta, storcendo le labbra. "Bene: è una messa in scena per ostentare il mio potere con Potter. E non ho mai preteso di essere maturo o non trasparente".
Scuotendo la testa, Hermione gli diede una stretta all'avambraccio. "Merlino solo sa come è successo, ma mi fai ridere, Draco Malfoy. Partiamo tra dieci minuti... cambiati!"
Quando si voltò per uscire dalla stanza, a giudicare dall'espressione di lui, pensò che lui sapesse esattamente cosa stesse facendo.
Quindici minuti dopo, Malfoy entrò nel suo alloggio, vestito con una camicia oxford blu scuro e pantaloni scuri, raddrizzando il nodo della cravatta. Scrutandola, sollevò un sopracciglio indifferente. "È accettabile, o grande Lunae Amor, regina delle scelte di stile?"
Socchiudendo gli occhi, Hermione lo fissò per un lungo momento, abbastanza lungo perché la sua espressione si irrigidisse, ma lui non distolse lo sguardo. Sospirando, gli sistemò la cravatta e gli lisciò una priga della camicia. "Rimarrai di questo umore per tutta la sera?"
"Preferisci che mi isoli e rimugini?"
Lei forzò un sorriso. "No."
Premendo un bacio sulle sue labbra, lui sussurrò: "Allora sì".
Lei, intrecciandogli le mani dietro al collo, disse: "Apprezzo che tu lo faccia".
"Per favore", sbuffò lui. "Hai rinunciato alla tua vita per questo. È il minimo che io potessi fare, anche se avrei preferito che mi avessi lasciato indossare la corona".
Mordendosi il labbro inferiore, Hermione disse: "Ti ho ordinato qualcosa da uno dei cataloghi di tua madre. Consideralo un regalo di nozze in ritardo".
L'espressione di Malfoy vacillò quando lei si liberò dalla sua presa, una ruga di costernazione sulla sua fronte. "Io non ho niente per te".
"Non ho bisogno di niente", disse lei sbuffando, agitando una mano. Qualche istante dopo lei ritornò e lui la guardò mentre scambiava il suo fermacravatte con uno a forma di corona, con tre gioielli blu notte incastonati nell'argento. All'interno di una piccola scatola c'era un set di gemelli coordinati, e lui deglutì quando lei li fissò al loro posto con un tranquillo: "Ecco. Ora avrai la tua corona con te".
Lo sguardo di lui le scatenò uno sciame di farfalle nello stomaco e mandò il suo cuore in caduta libera. "Grazie". Con un bacio incredibilmente docle, lui disse: "Ora andiamo, siamo già in ritardo".

NOCTURNUS (traduzione - In_Dreams)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora