Ci avevano impiegato un giorno intero per convincere Louis a partire. Il liscio non sembrava per niente d'accordo con quella decisione presa così su due piede da suo cugino. Lui sapeva benissimo che stava succedendo qualcosa, che i ragazzi stessero nascondendo qualcosa. Ma dopo un intera giornata passata tra le chiamate di suo padre e i ragazzi, che le avevano provate tutte, aveva accettato di partire. Forse aveva accettato di partire solo perché Harry partiva con lui.
Ora si trovavano all'aeroporto, aspettando che chiamassero il loro volo. Harry sembrava felice di partire. Non aveva mai visitato Mullingar, poi con lui c'era Louis e tutto diventava ancora più eccitante. Di certo non aveva scordato la presenza del biondo, che li guardava di continuo, come se li stesse studiando. No che Harry e Louis stavano attaccati a pomiciare come due quindicenni in piena crisi ormonale. Ma si scambiavano quegli sguardi pieni di parole non dette. Si sorridevano in quel modo così adorabile.
Chiamarono il loro volo, e Louis con un grande sbuffo si alzò. Iniziò a camminare con le braccia incrociate al petto, con i piedi che strisciavano a terra. Proprio come fanno i bambini quando non ottengo il gioco che vogliono. Harry lo guardava di sottecchi, cercando di non farsi beccare da Niall, non poteva evitare di sorridere nel vedere Louis così capriccioso. Quando si accomodarono nei loro posti, il sorriso del riccio non potè che ingrandirsi. Era seduto vicino al suo Louis. Anche se di fronte a loro ci fosse Niall, a lui non importava, perché poteva stare vicino a Louis senza inventarsi scuse.
Il viaggio fù lungo, faticoso e un po' noioso. Le prime ore le avevano passate parlando, ridendo di cose accadute nel passato. Poi era caduto un silenzio, non imbarazzante, un silenzio confortevole. E così Harry e Louis si addormentarono. Il più piccolo aveva la testa sulla spalla del riccio, la testa di quest'ultimo era su quella del liscio.
Niall si perse nei suoi pensieri guardando quella scena così dolce davanti a sè. Forse aveva esagerato a dubitare di uno dei suoi migliori amici. Harry sembrava interessato a suo cugino, più di quanto credesse. Per Louis aveva rischiato, si era fatto chilometri in macchina sotto la pioggia per trovarlo, lo aveva difeso a spada tratta mettendosi contro di lui. Tutte cose che non aveva mai fatto per nessuno. Prese il telefono dalla tasca, che era in modalità volo, e scattò una foto ai due ragazzi davanti a lui. Sorrise nel guardarla e decise che forse dare un occasione ad Harry non era un errore. Poco dopo anche lui si lasciò andare nelle braccia di Morfeo.
Fu la voce metallica del hostess, che chiedeva di allacciare le cinture di sicurezza, pronti per atterrare, a svegliarli. Louis si stiracchiò e guardò fuori dal finestrino. Amava la vista che si vedeva dall'aereo. Tutto sembrava così perfetto, da la su non vedevi quei dettagli che distruggevano le cose, le speranze, i sogni. Tutto sembrava perfetto così.
Scesero con tutta la calma dall'aereo. Si recarono al ritiro dei bagagli. Ad Harry venne un dubbio, e quando lo stava per esternare un omone grande gli si parò davanti. In primo istinto si mise davanti a Louis per proteggerlo. Vide Niall sorridere e anche l'omone sorrideva. Inarcò le sopracciglia e confuso guardò il biondo.
«Ben tornati. Signorino Louis. Signorino Niall» disse l'omone.
Harry guardava i due ragazzi al suo fianco e poi quella montagna d'uomo , che inquietantemente gli sorrideva.
«Ciao Bob» disse il biondo dando una pacca sulla spalla all'uomo. Quello fece un cenno e chiamò un facchino che corse subito a prendere i loro bagagli.
«Lei deve essere Mr Styles. Piacere di conoscerla» tuonò ancora.
Harry lanciava sempre più occhiate ai due al suo fianco, che da veri stronzi si trattenevano dal ridere.
«Ehm... si. Ma mi chiami Harry» disse sorridendo all'uomo, che diede un cenno di consenso.
Si avviarono all'uscita. Harry cercava Niall con lo sguardo per una risposta, ma quello stronzetto tinto lo ignorava. Ad un tratto l'omone -Bob- si fermò.
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Destroyed Angels || Larry Stylinson.
FanfictionLouis crede di vivere perrenemente nelle bugie delle persone che lo circondano. Sono ormai anni che si è chiuso in un silenzio, in un silenzio assordante per chi gli sta vicino. Ha chiuso il mondo fuori, non si fida di nessuno e non permette a ness...