Capitolo 20

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Si erano alzati alle prime luci del mattino, nonostante la sera prima avessero fatto tardi. Ora erano giù pronti e pimpanti, almeno Louis che continuava a saltare da una parte e l'altra. Con un po' di proteste Harry si era alzato dal letto, si era fatto trascinare in doccia e si era fatto lavare da Louis. Buffa come situazione, visto che Louis era più basso di lui quasi una testa e mezza. Ma nonostante questo si era preso cura di lui, gli aveva lavato i capelli, con un piccolo aiuto da parte di Harry, il corpo e gli aveva lasciato qualche bacio nel mezzo. Dopo erano scesi a far colazione e appena finiti si erano messi in viaggio, Harry aveva chiesto più volte quale fosse la loro destinazione ma non ottenne risposta, no che fosse una novità, aveva chiesto anche a Mrs Jonas, ma anche lei sembrava non sapere o fosse faceva finta, ed Harry sospettava più la seconda. Visto che per il suo adorato scricciolo, avrebbe mentito anche al diavolo.

Ma tutta l'allegria e la vivacità che Louis aveva quella mattina, sembrava esser svanita nel nulla. Da quando erano partiti non aveva degnato il riccio di uno sguardo,di un sorriso, non l'aveva neanche sfiorato. Ed era strano, perché negli ultimi giorni Louis cercava un contatto costante con Harry.

Louis parcheggiò l'Escalade fuori un cancello. Era sceso dalla macchina aspettando che Harry lo raggiungesse, e recuperò delle rose bianche dai sedili posteriori della macchina. Quando iniziarono a salire per il vialetto di ghiaia, la consapevolezza di quel posto colpì Harry in pieno, tanto che i suoi piedi si fermarono da soli, sembravano di piombo ora, non riusciva a fare un passo. Louis non sentendo più il rumore dei stivaletti di Harry sulla ghiaia si girò.

«Lou» sussurrò.

Harry aveva sperato che Louis lo portasse lì, perché sapeva che quel posto per lui significasse così tanto. Quindi ora essere lì con Louis a pochi passi che lo guardava e gli sorrideva per rassicurarlo,lo faceva tremare. Il suo cuore sembrava impazzito, batteva con una forza allucinante,tant'è che aveva paura che potesse uscirgli dal petto. Si avvicinò a Louis e gli diede un piccolo bacio, prima di prendergli le rose, afferrò la sua mano ed insieme iniziarono a dirigersi verso il posto.

Continuava a guardarsi in giro in quel luogo,che per molte persone era macabro. Ad Harry non era mai piaciuto quel genere di posto, gli ricordava tanto i film horror. Ma quello era diverso, era tutto curato, ben allineato, ed era anche colorato. Quando Louis si fermò, gli mancò il respiro. Per un attimo aveva esitato nel guardare, ma poi l'aveva fatto. Davanti a lui c'era una lapide blu, con delle rose bianche, una scritta dorata con caratteri eleganti recitava Johannah Poulston Tomlinson accompagnata dalla data di nascita e quella di morte. Al centro della lapide c'era una foto che raffigurava una donna, raffinata ed elegante con un sorriso dolce,con gli occhi uguali a quelli di Louis.

Louis si avvicinò alla foto della sua mamma e gli lasciò un bacio e cambiò i fiori, sotto lo sguardo attento di Harry che non si era mosso. Dopo aver fatto tutto si riavvicinò al riccio, che lo cinse le spalle con un braccio e lasciando un bacio tra i suoi capelli.

«Grazie piccolo» sussurrò ancora con la bocca tra i suoi capelli. Louis annuì semplicemente stringendosi al suo corpo.






Liam si era chiuso in camera. Da quando aveva lasciato la casa della confraternita si era rintanato al dormitorio non si era più mosso di lì. Aveva spento il telefono, continuava a farsi docce su docce, solo per togliere la sensazione delle mani di Zayn, l'odore di Zayn. Forse il moro in quel momento, preso dalla frenesia del'orgasmo non aveva ben pesato le parole prima di dirle. Non voleva offendere Liam, ma inconsapevolmente lo aveva fatto. Aveva provato a parlare con lui, si era appostato fuori dalla stanza, lo aveva chiamato, gli aveva mandato svariati messaggi, ma non aveva ottenuto nessuna risposta.

Liam si sentiva davvero umiliato. Il tono derisorio di Zayn rimbombava nella sua testa, ripeteva quella frase come un mantra, non riusciva a smettere. Forse aveva volato troppo con la fantasia, forse il fatto di poter aver Zayn almeno una notte lo aveva illuso in qualche modo a lui sconosciuto. Tutti sapevano che Liam non era uno di facili costumi. Non si dava al primo che incontrava, era serio e rispettava sempre le persone. Ma quella sera lui non si era sentito rispetto, si era sentito un oggetto nelle mani del moro. Continuava a piangere, ma non si spiegava perché stesse realmente piangendo. Continuava a ripetersi quanto fosse stato stupido da parte sua essere stato cosi incosciente, e poco riflettevo come le altre volte. Forse stava esagerando. Forse no. Ma a lui piaceva davvero Zayn, e tutto voleva essere, tranne che un scopata in più nel suo repertorio.

Destroyed Angels || Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora