Capitolo 4.

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Ed eccola lì, Selene, a prepararsi nuovamente per un concerto a cui non voleva andare.

Ultimamente la sua vita sembrava essere un continuo deja vu. Da quella fredda notte d'inverno che le aveva cambiato la vita, tutto sembrava suonare come una canzone lasciata in loop di sottofondo mentre la sua vita andava avanti, lasciandola costantemente indietro, come bloccata da quelle fredde catene che la tenevano ancorate al passato. Uno dei motivi per cui aveva acconsentito a partecipare al concerto era proprio per non sentire la noia, per cercare un brivido che facesse breccia in quella peritura condizione di tedio interiore.

E per quanto odiasse ammetterlo, in realtà quel collettivo non era neanche tanto male... La notti prima, in preda al panico, il quale era ormai diventato per lei un fedele amico, aveva trovato conforto in quelle parole, una comprensione che non le avevano mai ceduto neanche le sue più fedeli amiche. Ciò non significa che non le apprezzasse o che non le amasse come una famiglia, semplicemente non si era ancora mai sentita tanto pronta da spogliarsi completamente, da mettersi a nudo, ma con la musica era diverso... Aveva trovato in essa un rifugio, un posto sicuro dove accoccolarsi quando fuori pioveva, uno specchio dove poteva veder riflesse tutte le sue sanguinanti ferite senza temere di esser sola o abbandonata.

Con le sue amiche però, Selene si trasformava, diventava una persona nuova ogni volta. Quelle sette ragazze erano per lei quello che è il sole sulla pelle, il vento tra i capelli, la musica a palla nelle orecchie. Erano state per lei una boccata di aria fresca in un periodo bollente quanto la bocca dell'inferno.

Stesso posto, stessa ora.

Erano in transenna, per la felicità delle amiche, ma all'arrivo degli artisti sul palco, a Selene sfumò il sorriso dal volto. Uno tra i sei ragazzi, era proprio il corvino della sigaretta di qualche sera fa, che appena messo piede sul palco, le dedica un sorriso furbo con tanto di occhiolino.

Merda. Neanche lui aveva dimenticato la conversazione di quella sera. Selene desiderò sprofondare nel vuoto, ma non gliel'avrebbe data vinta, avrebbe fatto finta di detestare ogni singolo secondo di quel concerto, e ci riuscì... non fino a quando, in un'atmosfera buia ed intima, iniziò a sentire le note di quella canzone, la sua canzone.

Come un coltello.

"Ma cercherò

Un nuovo modo per ridere un po'

Mi stendo nel letto e ascolto in silenzio
Un pensiero che non passa mai"

Così tanto di lei, scritto in poche parole ideate da qualcun'altro di completamente estraneo.

Selene si asciugò una lacrima di nascosto, attendendo la fine del concerto.

E come la tradizione vuole, ecco la rossa a fumare la sua solita sigaretta post concerto mentre aspetta le sue amiche che attendono che gli artisti escano per incontrare i fan.

"Allora ti è piaciuto o ti ha fatto schifo anche questo concerto?" Selene sentì una voce familiare dietro di sè richiamarla all'attenzione con una certa ironia nel tono.

La ragazza si girò solo per ritrovarsi il corvino faccia a faccia con quel sorrisino stampato in faccia che tanto la aveva tenuta sveglia quelle nottate.

"Non rispondi? Guarda che ti ho vista canticchiare", disse il ragazzo, indicandola con il mento.

"In due concerti qualche parola l'ho imparata"

"Forse anche più di qualche parola. Offri tu per stavolta"

Selene comprese che stesse facendo riferimento alla sigaretta della scorsa volta e gli allungò il pacchetto.

"Attiri l'attenzione, stella, ti ho guardata tutta la sera, non riuscivo a staccarti gli occhi di dosso", disse il corvino, sbuffando una nube di quella dipendenza che condividevano. Selene ringraziò che in cielo la luna fosse nascosta, permettendole di brillare ed illuminare tutto un po' di meno, così da nascondere quel rossore che a poco a poco nasceva sulle sue guance.

"Alla fine non siete tanto male", riuscì solo a dire lei, portandosi la sigaretta alle labbra e provocando un sorriso sbieco al covino.

"Come cambiamo idea in fretta" disse lui sorridendo.

"Faster vieni, ci aspettano al van!"

Si sentì la voce in lontananza del rosso chiamare il ragazzo di fronte a lei.

"Credo parlino con te", disse lei, indicando quel ragazzo che si sbracciava, chiamando il nome di Faster.

"E' stato un piacere vederti, stella, spero di incontrarti ancora una volta" disse infine il ragazzo dagli occhi vispi e profondi, lasciando Selene con le spalle al muro ed in balìa dei suoi pensieri.

Stella.

GELO || a Faster's storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora