Capitolo 6.

684 46 2
                                    

Sotto quella fredda pioggia che accomunava quei periodi che precedevano l'arrivo dell'estate, Selene aveva trovato un po' di calore in quel ragazzo che il destino sembrava averle assegnato.

Andrea.

Andrea che all'arrivo del pullman, con un cenno della testa, l'aveva invitata a salire per prima sul pullman, in modo tale che si bagnasse il meno possibile.

Salita sul mezzo, Selene venne avvolta da quel caldo opprimente classico dei mezzi di trasporto, e, scelto il posto a sedere, si accomodò senza preoccuparsi del ragazzo che tanto era stato gentile con lei. Perché lo era stato?

Salì anche lui e, dopo una breve analisi dei posti a sedere disponibili, notò lei, Selene, già accomodata, con lo sguardo perso fuori dal finestrino ed un paio di cuffie sulle orecchie.
Si sedette nel posto accanto a lei, invadendo il suo spazio personale, senza chiedere il permesso, un po' come aveva fatto il giorno in cui era entrato nella sua vita e continuava a farlo, come se qualcosa di più grande e più potente avesse già scritto tutto.

"Quando ti ho rivista alla fermata, non ho potuto non pensare alla sera in cui nonostante tutte le persone tra la folla, hai attirato proprio la mia attenzione.
C'è qualcosa in te, di te, che non riesco a decifrare. Sei un enigma, stella" disse lui.

La mente di Selene tornò alla notte precedente, quando si era svegliata con il cuore in gola e la testa che scoppiava per via di uno dei suoi soliti episodi notturni. Accesa una sigaretta, era rimasta a lungo a riflettere su sé stessa e su come le persone portino in sé ombre, segreti e ferite che spesso ci attraggono l'un l'altro. Si sentiva così diversa dagli altri e non trovava in nessuno quella chiave che poteva aprire il suo cuore incasinato.

La rossa gli rivolse un'occhiata fugace, per poi annegare nuovamente lo sguardo nel vuoto del finestrino: "Forse è meglio così, Andrea. Siamo intrigati dalle persone proprio perché nascondono qualcosa, perché in loro brilla una cupa luce che ci attrae, che ci spinge a volerne vedere il puro luccichio. Eppure, nel momento in cui scopriamo che queste piccole stelle nascoste in ognuno di noi non sono altro che riflessi di qualcosa che non ci appartiene o di qualcosa non particolarmente interessante, sfuma tutta la curiosità".

"Stai riducendo tutte le relazioni umane a mera curiosità?"

"Nessun rapporto si avvierebbe senza una curiosità di base nei confronti dell'altra persona. Ti saresti mai avvicinato, quella sera, dopo il concerto, se non avessi provato anche solo un minimo di interesse nel capire cosa stessi facendo?", chiese Selene, stavolta volgendo lo sguardo nella sua direzione.

Andrea la guardò affascinato, scuotendo poi la testa verso il basso, cercando di nascondere un sorrisino.
"C'é qualcosa in te, Selene, che mi spinge costantemente verso di te"
Faster lasciò però delle parole all'interno della sua mente, evitò di farle uscire dalla bocca per non svelare alla rossa tutto ciò... è un tipo di gravità diversa, funziona tutto in modo diverso con te. Sei un arcano mistero, ed il volerti decifrare va ben oltre la semplice curiosità di capirti.

Selene si voltò ancora una volta verso il finestrino, stavolta però per un motivo diverso.

Andrea la aveva lasciata senza parole, e concentrare il suo sguardo su quella reazione creata dal freddo esterno a contatto con il calore intero le sembrò l'idea migliore per mascherare le sue sensazioni, Iniziò a tracciare sentieri, prima intrecciati, poi sciolti ed abbandonati a loro stessi, in quella patina chiara che appannava i vetri. Si sentiva rappresentata in quella condizione atmosferica.
Quel calore interno, tutto quell'amore che una volta conservava e che era pronta a dare a chiunque, ora era bloccato all'esterno dal ghiaccio, dal gelo, da tutte quelle cose che l'avevano delusa e ferita, da quella notte che ancora si ripeteva costantemente nella sua testa: il risultato di ciò è proprio quella patina opaca che, nello stesso modo in cui ricopriva i vetri del bus, ostruendo la vista esterna, ricopriva anche la sua persona, non permettendo a nessuno di riuscire a leggerle dentro.

Selene non rispose ad Andrea, il quale, per ottenere nuovamente la sua attenzione, rubò una delle cuffiette della ragazza, in cui partì in riproduzione casuale "Specchio", suscitando un ghigno sul volto del corvino.

"Questo è perchè proprio non ti piacevamo?", le disse sorridendo, guadagnandosi una gomitata scherzosa da parte di Selene.

"Sono le cose più inaspettate che poi ci sorprendono"rispose lei sistemandosi i capelli, per poi poggiare la testa sulla sua spalla, lasciando che le note di quella musica li cullasse e la voce del ragazzo affianco le suggerisse la strada per trovare finalmente uno squarcio di tranquillità.

Selene perse la cognizione del tempo e si assopì.

Accoccolata sulla spalla di Andrea, aveva trovato quella calma che da tempo agognava, quella tranquillità che, anche se per poco tempo, le aveva restituito un sonno limpido, privo di quegli incubi che da tempo la tenevano sveglia. 

Andrea, arrivato alla sua fermata,  non volendo disturbare la rossa, lasciandole un bacio sulla fronte, sciolse l'abbraccio con la ragazza, facendole però scivolare un bigliettino nella tasca della giacca.

"Non ho intenzione di lasciarti andare con il rischio di non vederti più"

Con questa dicitura, le lasciò scritto il numero su un piccolo foglietto di carta piegato con cura, per poi alzarsi, posare lo sguardo su di lei un'ultima volta e scendere.

Andrea non avrebbe lasciato che il destino, dopo le ripetute possibilità di incontrarsi, li separasse definitivamente.

Angolo autrici💙☁️
scusate per l'assenza ma siamo state tutte molto impegnate nell'ultimo periodo. Lasciate sempre le vostre opinioni sul capitolo nei commenti

GELO || a Faster's storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora