Capitolo 12

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La sera calava, portando con sé una fresca brezza marina che faceva danzare le ombre degli amici sulla spiaggia, mescolandole con l'oscurità crescente. Selene e Andrea giacevano sulla sabbia, avvolti dallo spettacolo del cielo stellato. Le risate degli amici che giocavano a pallavolo creavano un sottofondo allegro alla loro silenziosa intimità.

Selene si girò su un fianco, il viso illuminato da un sorriso tenero. "Grazie per aver insistito a portarmi qui," disse, i suoi occhi riflettendo la luce delle stelle.

Andrea le restituì il sorriso, sentendo un battito tumultuoso nel petto. "Non avrei potuto trascorrere questa giornata senza di te."

Mentre parlavano, i loro sguardi s'incrociarono: Andrea ammirava le sfumature di luce nei profondi occhi di Selene, il modo in cui il vento giocava con i suoi capelli rossi. Il tempo sembrava dilatarsi mentre continuavano a scrutarsi intensamente.

Selene si lasciò avvolgere dallo sguardo penetrante di Andrea, sentendo i fili dei loro destini incastrarsi e annodarsi inevitabilmente. Avvertiva il calore del suo corpo vicino, il profumo salmastro del mare che li circondava. In quel momento, le parole sembravano superflue; il loro silenzio parlava più di ogni possibile discorso.

L'improvviso rumore di un pallone da pallavolo interruppe il loro incantamento. Andrea si alzò di scatto, raccogliendo il pallone e rispedendolo verso il gruppo con un gesto fluido.

"Hey, venite a giocare con noi!" fece segno di unirsi a loro un ragazzo che indossava occhiali da sole sulla testa che lasciavano cadere una ciocca bionda ancora umida sul suo viso,

Selene si alzò, scuotendo via la sabbia dai capelli, facendo risaltare il loro colore ancora di più. "Che ne dici, Andrea? Forse dovremmo unirci a loro?"

Andrea esitò solo un istante, poi sorrise. "Perché no? Hai paura di perdere?" scherzò, seguendola verso il gruppo con il cuore leggero.

La partita di pallavolo iniziò: Andrea lanciava ogni tanto sguardi a Selene, ammirandola con discrezione. Ma in un momento di distrazione, il pallone gli colpì in pieno volto, scatenando una risata collettiva.

"Stai bene?" chiese Selene, non sapendo di essere stata la causa dell'incidente, cercando di trattenere le risate.

Andrea annuì, sorridendo mentre si massaggiava il naso. "Sì, sì, tutto apposto," rispose, ridendo insieme a lei.

Quando la partita finì, il gruppo accese un falò sulla spiaggia. Le fiamme danzavano, lanciando ombre danzanti sulla sabbia. Andrea si sedette accanto a Selene, sentendo il tepore del fuoco sul viso mescolarsi alla tensione palpabile tra loro.

Andrea guardava il fuoco con occhi pensierosi. Selene, a pochi centimetri da lui, sorrideva mentre ascoltava una storia raccontata da Gherardo, uno degli amici di Andrea che era stato con loro quel pomeriggio, ma ogni tanto lanciava uno sguardo furtivo verso Andrea: un filo invisibile sembrava legarli, ma nessuno dei due osava ancora riconoscere ciò apertamente.

Gherardo finì la sua storia, che portò ad una discussione accesa tra entrambi i gruppi di amici

"Faster tu che dici?" chiese il ragazzo biondo

Selene non era abituata a chiamarlo Faster, ormai si era discostata alla figura di Andrea come un cantante, come membro del suo collettivo. Si distrasse al suono di quei suoi pensieri, non credeva che per lei fosse possibile legarsi così tanto ad una persona in pochi mesi.
La rossa non ascoltò mezza parola uscita dalla bocca del ragazzo, rimase come imbambolata a guardarlo mentre scherzava con gli amici e si accendeva l'ennesima sigaretta.

"Ne abbiamo persa anche un'altra" affermò scherzosamente Adelaide riferendosi alla sua amica che non si accorse ancora di nulla

GELO || a Faster's storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora