Capitolo 3.

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Un altro incubo.
Nell'oscurità della notte, il respiro di Selene si fece sempre più affannoso, interrotto da sussulti nervosi.
Con un grido soffocato, Selene si sollevò di scatto dal letto con il terrore che ancora la avvolgeva. Le sue mani tremanti cercarono la luce della lampada sul comodino, cercando conforto nell'illusione della realtà. La luce fioca illuminò la stanza, ma il calore che cercava sembrava ancora lontano.
Le lacrime rigaravano il suo viso pallido, mentre il cuore continuava a battere violentemente contro il petto. Ancora una volta, l'incubo l'aveva riportata indietro nel tempo, catapultandola in un'oscurità da cui non poteva e non riusciva a  fuggire. Respirò profondamente, cercando di riportare un minimo di calma nella sua anima tormentata. Ma sapeva che il sonno non sarebbe più tornato quella notte, né forse mai più senza quel fantasma che la perseguitava.
Decise di uscire sul balcone , cercando di scacciare i ricordi che continuavano a tormentarla. Con le ginocchia contro il petto e le braccia strette intorno alle gambe, si sentiva vulnerabile e sola. Guardò l'orizzonte, dove la luna risplendeva nel cielo notturno, una presenza silenziosa nel suo dolore.
Si perse a lungo nei pensieri di quel ricordo che avrebbe preferito bandire dai confini della sua mente. Doveva smetterla e lo sapeva dentro di lei.
Ogni volta, dopo uno di questi episodio che ormai si ripetevano da mesi, si sedeva in silenzio e si rinchiudeva nei suoi pensieri come in una prigione dove le ore sembravano non passare mai. Sapeva che quella non era la soluzione, sapeva che doveva andare avanti.
Quella notte decise di uscire per non pensare: prese il pacchetto di sigarette, l'accendino, le cuffie e, con l'ultima lacrima che le rigava il viso, scese di fretta le scale del condominio.

Selene sentiva l'aria fresca della notte accarezzareil suo viso mentre si avventurava fuori dalla palazzina. Le strade silenziose del quartiere sembravano abbracciarla con una quiete rassicurante, contrastando con il caos dei suoi pensieri.
Camminava senza una meta precisa, lasciando che i suoi passi la guidassero attraverso le vie deserte, con le cuffie a palla per non sentire i pensieri che la tormentavano. La luna piena risplendeva nel cielo, illuminando il suo cammino con una luce argentea. Scelse di lasciare la playlist in modalità casuale per evitare di condizionare involontariamente la scelte delle canzoni con i suoi ricordi. Improvvisamente, quando si sedette su una panchina, partì una canzone che aveva già sentito, ma mai ascoltato. Sì sentì descritta e a tratti coccolata al pensiero che qualcun altro avesse provato le sue stesse sensazioni.
Non ricordandosi il nome della canzone, una volta rientrata a casa, calma dalle agitazioni precedenti, guardò la cronologia e rimase stupida leggendo l'artista.
Bnkr44 - Come un coltello.

La mattina dopo, nonostante la stanchezza, era impossibile sfuggire alla tradizione del gruppo di amiche di Selene, ovvero quella di vedersi ogni mattina per fare colazione al bar dell'università.

"Mamma mia che distruzione stamattina", esclamò Maria, appena entrata nel bar, vedendo le proprie amiche quasi collassate sul tavolino.

"Per la sessione o pensi ancora al concerto?"

"Avrò dormito due ore in tutto stanotte, non posso farcela" disse invece Angelina, che ottenne in risposta qualche lamento e qualche sbadiglio, fino a quando non fu la rossa a prendere parola, mentendo cercando di mascherare il vero motivo della sua stanchezza:

"Non credo di aver dormito più di mezz'ora stanotte sinceramente, non facevo altro che pensare ad uno che ho incontrato mentre vi aspettavo".

"Selene ma dicci di più", urlò incuriosita Clara dall'altro lato del tavolo.

"Ma nulla raga, mi si è avvicinato uno per offrirmi una sigaretta. Arrogante, maleducato e non gli manca niente! Ha avuto il coraggio di ridermi in faccia! Boh"

"A te avranno anche riso in faccia", disse  Clara, "Ma a me hanno disegnato un tatuaggio, ho già preso appuntamento!" esclamò tutta contenta, rendendo felici le altre ragazze al tavolo, fatta eccezione per Francesca, che le tirò invece una gomitata, desiderando anche lei lo stesso privilegio dell'amica.

A quel punto Adelaide cercò di raccogliere l'attenzione di tutte:" Ah, Selene... Dato il gran successo ed il gran divertimento dell'altra sera, abbiamo deciso di prendere anche i biglietti per la data di dopodomani!"

"Ma voi non state bene... col cazzo che ven-"

"E tu verrai con noi!" concluse Adelaide decisa.

Spazio Autrici
abbiamo aggiornato con un capitolo un po' più lungo e diverso dal solito. Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti e con le stelline, non vi limitate a leggere nuvolette☁️💙

GELO || a Faster's storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora