Capitolo 5

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Jules

La lezione di inglese terminò senza che me ne rendessi conto.

Non avevo preso appunti e non avevo sentito una singola parola di quello che il professore aveva spiegato.

La mia testa si trovava in un'altra dimensione in quel momento. Lui era quello che per anni era stato il mio pensiero fisso, il mondo in cui mi rifugiavo quando ero triste ,la mia felicità. Ora era diventato uno stupido stronzo tatuato e pieno di sé.

Ma come si era permesso di guardarmi con quello sguardo da strafottente. Era diventato uno dei tanti , quel genere di ragazzi che da sempre avevo odiato ,respinto e criticato, scommetto che si era già fatto mezza scuola.

Mi chiesi chi fosse la ragazza con cui era entrato in bagno. Non mi sarei mai immaginata di vederlo con un tipo del genere, non mi sarei mai aspettata fosse fidanzato con una che aveva l'aria da stronza di prima categoria ,sempre se quella era la sua ragazza.

Lui non è il mio Drake. Il vero Drake è quel bambino dolce che ogni giorno mi portava un cioccolatino perché sapeva quanto amassi la cioccolata, Drake era il bambino che mi sorrideva e mi abbracciava ogni volta che ero triste. Lui non è Drake, è solo uno stronzo che si è impossessato del suo corpo.

Stavo rimuginando tra me e me quando la campanella dell'ora successiva suonò. Controllai  l' orario della giornata , due ore di storia! Un po' controvoglia andai in classe senza perdermi  questa volta.

La classe di storia era più grande delle altre. C'erano grandi finestre che riempivano l' aula di luce. Appesi alle pareti c'erano vari cartelloni fatti da alunni che hanno frequentato la classe negli anni precedenti, trattavano di guerre e avvenimenti vari , tutto molto noioso.

Mi sedetti all' ultimo banco  sperando che nessuno si accorgesse di me .

La prof entrò e subito dopo di lei due ragazzi alti e tatuati che si sedettero vicino a me. La solita fortuna! Li scrutai attentamente. Quello alla mia destra era biondo e aveva degli occhi grandi e verdi, era vestito con una maglia larga e nera e dei cargo verde militare, lo guardai e mi accennò un sorriso ammiccante che non ricambiai. Che idiota! Scommetto che impersonava il classico ragazzo tutto muscoli e poco cervello da cui tutte le ragazza della scuola erano attratte.

Dietro di me si sedette il suo amico ma non ebbi il tempo di guardarlo che la prof richiamò la nostra attenzione. La lezione di oggi era incentrata sulla la prima guerra mondiale, un argomento che avevo già affrontato nella mia scuola in Italia.

Dopo i primi 20 minuiti di introduzione all' argomento la professoressa colpì la cattedra con la mano attirando l'attenzione di tutti. Successivamente esordì<<Signor Kruz, vedo che è molto attento alla lezione, perché non viene qui alla cattedra per dirci qualcosa riguardo gli argomenti che abbiamo trattato in passato così da spiegare alla signorina Kelley quello che abbiamo svolto prima del suo arrivo?>>.

Subito dopo  sentii qualcuno dietro di me alzarsi e dire<<Con piacere professoressa, la mia nuova compagna di classe comprenderà tutto, soprattutto se  spiegato da me >> . Si avviò verso la cattedra  girandosi verso di me ammiccando, mentre la prof lo guardava in maniera sprezzante. Mentre camminava mi soffermai su di lui. Aveva dei capelli marroni che arrivavano leggermente sotto il mento, la maglia nera e attillata metteva in evidenza i muscoli, specialmente i pettorali, aveva un orecchio adornato da un orecchino nero e un piercing gli decorava il sopracciglio destro .Era bello quanto stupido!

La professoressa Smith si accomodò mentre quel tipo continuava ad avere un' espressione strafottente e mi fissava in modo indecente. <<Allora signor Kruz, ci parli dell' età di Elisabetta I>> esordì la signora Smith con un leggero tono di sfida. <<Ehm...allora...Betty the first , era una...beh... una verginella che credeva di averla d' oro...ehm praticamente non la dava a nessuno senza motivo eh... beh...ma secondo me prof perché a quell' epoca erano tutti brutti e maschilisti, se ci fossi stato io l'avrei fatta mia con un solo sguardo>>disse il tipo mentre continuava a fissarmi ammiccando ogni tanto. Io rimasi esterrefatta riguardo quello che aveva detto, non riuscivo a crederci.

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