Parte 9

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Mi offrì un chewing-gum ed io accettai.
Parlammo del più e del meno quando notai un tao attorcigliato al cambio dell'auto. 
"L'ha messo mio fratello. Non pensare che io possa crederci."- mi rispose istintivamente dopo aver visto che lo stavo guardando.
"No, va be' figurati. Anche se ho sempre pensato che un minimo ci credessi."
"Va be'. Se lo dici tu... La smetti di tirare le maniche del cardigan? Lo stai allargando."
"Scusa..."- e quasi per dispetto portai la manica alla bocca.

Parlammo del più e del meno. Dei suoi cani, della famiglia, della scuola, di come stesse andando all'università. Gli parlai di un problema familiare e fu il primo a saperlo. C'era ancora complicità e gli dicevo le cose più private. Mi fidavo. Mi veniva naturale e la mia fiducia nei suoi confronti era innata e valeva lo stesso per lui anni addietro. 

"Cazzo è tardissimo! Dobbiamo entrare!"
"Calma. Non preoccuparti."

Prendemmo la strada più breve sperando di rientrare il prima possibile. Si gelava ma tolsi lo stesso il cardigan lungo il tragitto.

"Perché lo togli? Hai vergogna?
Perché se è per Marc a me non fotte un cazzo. Non me ne fotte nulla! E adesso mettilo che si gela."

"Va benissimo. E' solo che mi da fastidio che possa buttare qualche frecciatina o che possa guardarci male senza sapere nulla."

"Non dobbiamo dar conto a nessuno. Comunque mi ha fatto piacere parlare con te."

"Anche a me." -dissi sorridendo.

Era mai possibile riparlare con una persona dopo quasi due anni? Dopo nemmeno una parola o un saluto? Sembrava di sì. Sembrava non ci fosse rancore. Cosa sarebbe successo dopo? 

Cercavamo di avanzare il passo e nel frattempo barcollavo. 

Una volta arrivati all'entrata rientrammo. Mi sfilai il cardigan, glielo ridiedi e lasciai quel profumo piacevole. 


Sumus alpha et omega, principium et finis! A et ΩDove le storie prendono vita. Scoprilo ora