Era una sera di Febbraio quando Francis decise di darmi qualcosa che lui, Jean, non mi aveva mai dato.
Ero rimasta paralizzata all'idea che potesse ancora pensarmi, che potessi essere ancora oggetto dei suoi pensieri e più volte in quell'ultimo periodo me n'era balenata un'altra: che mi avesse del tutto dimenticata e che ci fosse un'altra. Avrei dovuto accettarlo, ormai c'erano stati tanti cambiamenti nelle nostre vite ed io mi ero comportata da idiota nei suoi riguardi visto che due anni prima avevo scelto di stare con un altro.
Nonostante la mia relazione ho sempre pensato a lui, a come sarebbe stato se avessi preso un'altra decisione e se mi pensasse ancora. Con Francis cercava sempre di ignorare il discorso "Anna" e ogni volta che lei me lo diceva immaginavo i suoi occhi gelidi e le mani protese in avanti per dire "basta". Era duro parlare di me. Mi odiava? Oppure mi amava ancora?
"Mi ha detto di darti queste cose perché appartengono a te e gli sembrava giusto dartele." - così mi aveva detto Francis nel tragitto verso casa.
Era un disegno che aveva fatto per i miei sedici anni e accanto, su un altro foglio, una nota che aveva scritto quando eravamo ormai sull'orlo del precipizio. Nel leggerla ho pianto. Ho pensato a tutto quello che era successo, a quella scelta sbagliata, al non poter tornare indietro, al male che gli avevo fatto e avevo una gran voglia di abbracciarlo e di ringraziarlo per quello che aveva fatto per me.
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Sumus alpha et omega, principium et finis! A et Ω
RomanceEra strano e inspiegabile come dopo ben due anni il loro rapporto fosse rimasto intatto e ben saldo, nonostante gli evidenti cambiamenti che c'erano stati nelle loro vite. Sumus alpha et omega, principium et finis! A et Ω