Parte 8

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Ci stavamo dirigendo verso la sua auto e decidemmo di prendere una strada secondaria per arrivare al parcheggio: più lunga e piena zeppa di ciottoli. Considerando che avevo i tacchi e che già inizialmente traballavo, beh non fu il massimo.

"Aspetta! Non camminare così veloce. Pensa anche a me che ho i tacchi!"- gli dissi implorandolo.
"Ma perché li metti se ti fanno male?"
"Siamo ad una festa e sono bassa quindi è un'occasione per sembrare più alta, anche se puntualmente fallisce."- gli dissi mentre mi guardava con una faccia basita.
"Devo prenderti in braccio?"
"Beh se proprio insisti"- gli dissi mentre si stava avvicinando a me.
"No! Ma stavo scherzando!"
"Io invece ero serio. Allora non devo?"
Lo guardai per un attimo e nel frattempo già ero tra le sue braccia.

"Mettimi giù! Daaai! Ma perché?! E se ci vedono ci prendono per pazzi!"

Ma ignorava ogni mia parola ed arrivammo al parcheggio in un battito di ciglia.
Era forte ed aveva un profumo meraviglioso. Le sue mani mi stringevano la schiena e le gambe e mi piaceva, mi sentivo protetta.
Il parcheggiatore non c'era ma mi mise giù lo stesso dopo i miei schiaffi insistenti.

Entrammo in macchina. Era una Ford Fiesta azzurra ed io amavo quel colore.

"Oddio! Avevo tutte le tette da fuori! Ammettilo hai guardato!"-gli dissi.
"Ma che sei scema? Non avevo nient'altro da fare?"- mi rispose ed io ammutolii.

"Allora come stai?"- mi chiese dopo qualche attimo di silenzio.
"Tutto bene. Te?"
"Mmmh non mi lamento."
Si poggiava col gomito al finestrino e con le dita giocava con la barba sul mento.
Sembrava perplesso. Io non sapevo cosa dire.

"Posso farti una domanda?"- mi chiese dopo un po'.
"Certo dimmi pure."

"Perché non sei venuta alla festa dei miei 18 anni? Potevi dirmi che non saresti venuta."
"Alla tua festa? Ma io sapevo di non essere stata invitata, nemmeno come "accompagnatrice" di Marc."
"Io avevo detto a Marc di..."
"Credimi non sapevo nulla. Pensavo fossi ancora indeciso sull'invitarmi o meno. E se lo avessi saputo ti avrei ringraziato dell'invito nel messaggio di auguri."
"Va bene... Comunque penso che tu sappia perché ti ho dato quelle cose tramite Francis. Giusto?"
"Beh... Francis mi ha detto che erano mie e che ti sembrava giusto darmele."
"E nient'altro?"
"No nulla..."
"Beh...volevo togliere tutto ciò che mi faceva pensare a te. È finita da un po' e mi sembrava giusto, no?"

Ed ecco che mi sentii trafitta da quelle parole. Sapevo cosa rischiavo ma non volevo pensarci ed è quando meno te l'aspetti che ti senti morire dentro.

"Ah ma comunque me l'aspettavo. Avevo pensato a delle possibili conclusioni: liberarti di me, riprovarci ancora una volta, instaurare un rapporto da conoscenti..."-gli dissi sorridendo, mentre dentro qualcosa mi stava lacerando.

Sumus alpha et omega, principium et finis! A et ΩDove le storie prendono vita. Scoprilo ora