Capitolo 11

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Capitolo 11


Nei giorni a venire, Nika si era assentata per dei controlli. I parametri erano nella norma e le analisi uscirono più che positive. Quel giorno non aveva bisogno nemmeno del tubicino al naso per respirare: si sentiva viva, piena di vitalità, particolarmente bene, felice. Poteva sollevare il mondo a mani nude e metterlo sottosopra.

Il sole splendente nel cielo limpido non era mai stato così bello. Non le importava sentiva caldo o era stanca perché stava camminando troppo velocemente, aveva voglia di sciogliersi, di bruciarsi e di continuare a sentirsi come si stava sentendo in quel momento.

Cominciò a correre senza un motivo, finché non andò a sbattere contro un povero ragazzo che stava uscendo dalla palestra. Entrambi finirono per terra, con una confusione di gambe e borse sportive sparse attorno. Si guardarono sgomenti per un momento, poi scoppiarono a ridere a crepapelle.

Il ragazzo, sollevandosi, si grattò la nuca e sorrise.

«Nika, sei proprio tu? Non ci vediamo da un po'!».

Era Mackenyu. L'ultima volta si erano incontrati per puro caso fuori dal veterinario, circa una settimana prima, quando aveva portato Michelle, la coniglietta, a sterilizzare.

Nika ricordava bene quel giorno: era uscita preoccupata dalla clinica, ma il sorriso gentile di Mackenyu l'aveva rassicurata. Dopo una breve chiacchierata, l'aveva invitata a prendere un gelato insieme per distrarsi.

Quel pomeriggio erano andati a una piccola gelateria lì vicino, dove avevano chiacchierato a lungo di passioni comuni e piccoli sogni futuri. Kenny dovette andare a lavoro subito dopo, ma le aveva promesso di rivedersi.

Mentre Nika si sistemava i vestiti e si alzava da terra, i ricordi di quel gelato insieme riaffiorarono nella sua mente, e il cuore le batté più forte.

«Scusami per l'incidente, ero così persa nei miei pensieri che non ti ho visto!»

«Non preoccuparti» rispose Kenny, con un sorriso complice. «A quanto pare, ci incontriamo sempre in modo imprevedibile. Ma è bello rivederti. Come sta Michelle?»

«Oh, sta benissimo! È più vivace che mai. E tu? Come vanno le cose?»

Mackenyu le raccontò brevemente del suo lavoro e di come stesse cercando di ritagliarsi del tempo per allenarsi e seguire i suoi hobby. Lei lo ascoltò con attenzione, felice di poter condividere quel momento con lui.

«Sei particolarmente allegra oggi, o mi sbaglio?» constatò Kenny, osservando il suo sorriso luminoso.

«È vero» ammise lei, con una risata leggera.

«Senza tubicino al naso?»

«Non ne ho bisogno. Mi sento proprio bene. È una giornata perfetta.»

«Lo vedo. Sei raggiante.»

«Vieni spesso ad allenarti qui?» chiese Nika, cambiando argomento.

«Mi aiuta a scacciare la tensione» rispose lui, con un'alzata di spalle.

Nika gli lanciò uno sguardo curioso.

«E quale tensione avrai mai tu, quella di essere ancora celibe?» scherzò, con un sorriso malizioso.

Kenny stette al gioco. «Sfotti pure, ma sento che mi sposerò molto presto.»

«Povera disgraziata che passerà questo guaio.»

«Te l'ho detto, magari sarai tu.»

«O magari no, chi lo sa?»

Mentre si allontanava, Nika non poté fare a meno di sentirsi super felice. Tuttavia, Kenny non la lasciò andare via facilmente. La raggiunse con pochi passi veloci e continuarono il battibecco, scherzando e provocandosi come una coppia di sposi sull'orlo di una crisi isterica, solo che c'era una dolcezza e una complicità indescrivibile. Era un gioco di parole e di emozioni, un continuo scambio di frecciatine che, invece di allontanarli, li avvicinava talmente tanto da farli volare come bolle di sapone che fluttuano nell'aria.

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