Capitolo 18

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Capitolo 18


Mackenyu sembrava confuso. Proprio non riusciva a comprendere perché la situazione stesse degenerando così rapidamente.

«Ma cosa stai dicendo?» le chiese, accigliato.

Sentiva il cuore battere più forte, mentre cercava di decifrare il significato delle accuse di sua moglie.

«A che gioco stai giocando?» gli ripeté lei, con voce tremante. I suoi occhi bruciavano di rabbia e delusione.

«Nessun gioco. Perché? Cosa è successo?»

«Se il tuo obiettivo era avere un figlio, avresti potuto chiedermelo: probabilmente ti avrei detto di sì nonostante non mi amassi. Potevi non incastrarmi in tutto questo!»

La voce di Nika si incrinò leggermente alla fine, rivelando la profondità del suo dolore.

«Ehi, calmati! Non capisco un accidenti... Di cosa stai parlando?»

Kenny cercò di placarla, alzando leggermente le mani in segno di resa.

«PARLO DI QUESTO!» Nika gli mostrò la foto; lui la guardò, ma il suo sguardo attonito non cambiò. «Prova a dirmi che non sei tu, avanti!»

«Nika, io non ne so niente...» balbettò lui, la confusione e l'angoscia che lo assalivano.

Cercò di afferrare la foto, ma Nika la ritirò velocemente.

«No, eh? Un quarto d'ora... Sei stato via un quarto d'ora! Ora capisco perché ci hai messo tutto quel tempo. Che bello scoprire che mio marito non sa tenerselo nei pantaloni!»

Nika fece per allontanarsi, ma Kenny la raggiunse in un lampo, bloccandola contro il gazebo con il suo corpo scolpito, una mossa tanto istintiva quanto disperata.

«Sciocca!» la apostrofò. «Sono andato al bagno. C'era la fila... Cosa avrei dovuto fare, scavalcarla?»

«Di certo è stata una fila interessante, o mi sbaglio?»

«Non ho baciato nessuno! Non so che cavolo sia quella foto, credimi!»

Kenny tremò leggermente, sentendo la disperazione crescere in lui. Ogni parola era un tentativo di riavvicinarsi a sua moglie, di riparare ciò che sembrava irrimediabilmente rotto.

«Ti prego, lasciami stare.»

Nika tentò di liberarsi dalla sua morsa, ma suo marito era forte, alto. Dannatamente attraente. La tenne bloccata e fece per baciarla. Lei sentì il calore del suo respiro sulla pelle, ma oppose resistenza: le labbra erano ferme e il corpo rigido. Allora lui, percependo la sua esitazione, fu costretto a fermarle con delicatezza il viso e assalì quelle dolce bocca con piccoli baci a ripetizione.

La tensione tra loro era un misto di rabbia, frustrazione e desiderio. Nika lottava contro se stessa, contro la tentazione di cedere, e alla fine il desiderio di connessione, di riconciliazione, prevalse. I muscoli si rilassarono lentamente, permettendo a suo marito di avvicinarsi ancora di più.

Questo permise a Mackenyu di allentare la presa su di lei, spostando le mani sulla pancia tesa e bella tonda. La carezzò con tenerezza, cercando conforto e conferma del loro legame tumultuoso.

«Rilassati» le disse a bassa voce. «Non ti fa bene agitarti.»

«Giurami che quella foto non è vera.»

La voce di Nika tremava, ma c'era una nota di speranza nascosta dietro la sua determinazione.

«Nika...»

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