Emozioni contrastanti

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I quaderni di Emily

Ero sdraiata su una coperta ancora scossa da spasimi di piacere, con le mani afferrai i lembi della coperta tenendoli gli stretti, gli occhi chiusi e il respiro ancora irregolare.

Taylor armeggiava delicatamente con l'abbottonatura dei miei calzoncini e con delicatezza scostava i lembi della mia camicetta, coprendomi il seno esposto.

"Em stai bene?" silenzio

"Emily apri gli occhi!"

La sua voce era rocca e profonda, in contrasto con le carezze lievi che mi faceva sul viso e sul collo.

"Non posso!" risposi con un filo di voce, che tradiva vergogna ed imbarazzo. Nessun ragazzo aveva mai varcato i confini di quello che accadeva a notte fonda nella mia stanza, quando la mia mano scendeva esitante delle mie mutandine. Nessun altro oltre me aveva mai toccato quel punto. 

Era stato devastante, dirompente. Avevo completamente perso il controllo, non ho ricordi nitidi perché ha un certo punto la mente si era annebbiata, non sarei più riuscita a guardarlo negli occhi.

"Em puoi aprire gli occhi adesso, non sentirti in imbarazzo con me, sei stupenda quando perdi il controllo, io potrei farlo per ore solo per guardarti."

In tutta risposta strinsi gli occhi ancora più forte. Percepii le sue gambe attorno ai miei fianchi, non sentivo il suo peso, ma sapevo che era cavalcioni su di me.

Si chino e cominciò ad assestarmi piccoli baci sul viso, poi si soffermò sulla mia bocca cominciando a morderla e a schiuderla con la lingua.

Non potevo rimanere ferma, mi feci coinvolgere da un altro bacio pieno di passione.

Non avevo esperienza con i ragazzi ma sapevo a sufficienza da temere che adesso lui avrebbe chiesto a me di soddisfare la sua voglia, ma io non sapevo da che parte cominciare.

Taylor sembrò intuire i miei pensieri perché aggiunse:

"cosa c'è Em? ho fatto qualcosa che non dovevo?"

"No!" esclamai, ma la mia voce risultò troppo stridula e scoppiammo a ridere entrambi.

Quando sentii la tensione allentare mi concessi di aprire gli occhi, lui era li, su di me, con i capelli corvini che cadevano in avanti, due occhi di ghiaccio fissi che non mi lasciavano un secondo. Sorrideva e sostenendosi sul gomito mi scostò i capelli dalla fronte.

Mi protesi in avanti e gli posai un bacio casto sulle labbra.

Cerca il coraggio di dire qualcosa ma il ricordo vivido sulla mia pelle, di quello che era appena accaduto mi dissuadeva da qualsiasi proposito.

Riuscì a dire solamente "Io, io non avevo mai..." Una pausa troppo lunga, non sapevo cosa aggiungere. Lui posò un dito leggero sulle mie labbra

"Questo fa di te il dono più prezioso che io abbia mai ricevuto, ti guiderò per le strade del piacere, per gli anfratti del godimento più devastante, ti porterò al limite e ti guarderò venire."

Quelle parole mi svegliarono nel ventre e un calore in descrivibile un'emozione devastante.

"Ti chiedo solo di guardarmi, voglio fissare i tuoi occhi di smeraldo e guardarli perdersi è tornare."

"Però io non so cosa fare per te" Abbassai istintivamente lo sguardo verso il cavallo dei suoi pantaloni, lui sostenne lo sguardo.

"Ti guiderò, io ma tu dovrei essere onesta, in ogni momento se non sei convinta, se ti senti spaventata, o in imbarazzo dovrai fermarmi. Prometti?"

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