Una bella corsa mi avrebbe calmato i nervi

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Dormii malissimo, ero nuovamente irrequieta. Verso le quattro mi alzai, indossai qualcosa di comodo e le scarpe da corsa, avviandomi a passo svelto verso l'esterno nell'aria fresca del mattino. Una bella corsa mi avrebbe calmato i nervi. 

Raggiunsi velocemente una zona poco abitata del quartiere, le falcate erano nervose e tese ma il fiatone non mi impedì di continuare. Stavo scappando dai miei stessi ricordi. L'asfalto del marciapiede era rovinato e pieno di buche e nella foga della mia corsa fallii il passo. La caviglia si piegò in un angolazione innaturale e il dolore arrivò all'istante sordo e soffocante. 

Rimasi ferma a lungo cercando di fare la conta dei danni. A parte qualche sbucciatura e una caviglia dolorante non mi sembrava di aver riportato nulla di grave entità. Avrei dovuto solo trovare il modo di tornare a casa. 

Mentre mi massaggiavo la caviglia con le mani, un rumore alle mie spalle attirò la mia attenzione. Sussultai per lo spavento, ero pur sempre una donna sola in una zona poco abitata e quando ancora tutti dormivano. 

"Signora, si è fatta male?" 

Qualcuno mi stava venendo incontro. Provai a tirarmi su in piedi e all'improvviso  un conato salì dal fondo dello stomaco, le gambe cominciarono a tremare in modo incontrollato e la vista si annebbio di colpo. L'ultima cosa che percepii furono due braccia possenti che mi trattenevano e di nuovo quel profumo.

Non so per quanto tempo rimasi in quello stato, quando mi riebbi ero a casa sul mio divano, accanto a me un bicchiere d'acqua, delle pillole e un biglietto di Jake 

 Prendine una quando ti svegli, ti aiuterà con il dolore, hai solo una brutta distorsione. Chiamami. Ti amo.  

D'improvviso mi ricordai cosa era successo, ma non mi ricordavo come ero tornata a casa. 

Chiusi gli occhi un istante per cercare di ricordare ma in mente avevo solo il suo profumo e il senso di benessere che avevo provato a stare tra le sue braccia. 

La mente tornò indietro nel tempo.

"Aspettami! non correre così!"

"Dai svelta amore!" 

Mi tirava per la mano e ogni tanto mi attirava a se e mi schioccava un bacio sulle labbra. L'odore del suo respiro nel mio e il calore della sua vicinanza, erano benzina sul fuoco.

"Vieni entra non ci vedrà nessuno!" 

Eravamo due sconsiderati, se ci avessero visti insieme appartati nel fienile, ci avrebbero sicuramente cacciato a bastonate, poi sarebbero andati a riferirlo ai miei e la mia estate sarebbe finita all'istante e per finire lui avrebbe perso il lavoro. 

L'avevamo fatto spesso ultimamente, dovevamo nascondere la nostra relazione ai nostri amici, nessuno doveva saperlo, i miei non avrebbero approvato, per loro era uno scapestrato fuori controllo per niente un buon partito. Ma era proprio quello che mi attirava di lui. Era alto, altissimo per la sua età, spalle larghe e fisico asciutto, adoravo quando si sfilava la maglietta mettendo in vista quegli addominali da urlo. Ci eravamo accarezzati già molte volte ma sempre mantenendo i vestiti più o meno addosso. Quella sera invece mentre eravamo abbracciati nel fienile e ci baciavamo dolcemente, con mani tremanti mi aveva sfilato il vestito e aveva cominciato a baciarmi il collo  mentre io con mani incerte cercavo di insinuarmi sotto i suoi vestiti. Lo sentii armeggiare con l'abbottonatura dei pantaloni e subito non capii, ma quando mi prese in braccio facendomi mettere le gambe sui fianchi sentii il suo desiderio vibrare sotto di me. Stavo perdendo la ragione. 

Bussarono alla porta e io aprii gli occhi distogliendomi dai miei pensieri appassionati. Accidenti a me stavano riaffiorando i ricordi, avevo abbassato le barriere, non potevo lasciarli tornare, sarebbe stato come scoperchiare il vaso di pandora, non me lo ero mai permesso in tanti anni. 

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