Chapter Eight

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La mattina seguente mi sveglio troppo tardi per l'orario della colazione, sono le 9:30, ovvero l'orario di chiusura della sala.
Decido dunque di prendermi tutto il tempo per farmi una doccia e cambiarmi con calma.
Appena pronta scendo ai piani di sotto con l'intento di uscire a mangiare qualcosa in qualche bar, ma non mi aspettavo di trovare alcuni dei ragazzi nella hall dell'hotel senza fare nulla.

Mi avvicino a mio fratello che era seduto su uno dei divanetti e gli stampo un bacio sulla guancia.

"Come mai alle 10:45 siete ancora qui? Non dovevate allenarvi per la partita?" chiedo confusa.

"Si, dovevamo" mi dice Andre lasciando in sospeso la frase.

"Ma?"

"Ma la partita di stasera è saltata perché i giocatori del Barcellona stanno tutti male, quindi abbiamo fatto un allenamento più breve e ora abbiamo tutto il resto della giornata libera" mi aggiorna sui cambiamenti dei programmi per la giornata.

"Se lo sapevo mi svegliavo prima" dico.

"Abbiamo provato a chiamarti e a bussare ma non rispondevi... tanto sappiamo che dormi come un sasso" afferma Nicolò prendendomi per il culo.

In effetti quando guardo per la prima volta in questa mattina il telefono trovo svariate chiamate dai due e mormoro un "Ops" che lascia intendere anche le mie scuse.

"Spero almeno tu abbia dormito bene" se ne esce il Turco che fino a due minuti fa stava guardando il suo cellulare.

Simpatico il ragazzo, stava chiaramente alludendo alla serata appena trascorsa, sappiamo entrambi che non è successo nulla di eclatante ma abbiamo comunque fatto un passo avanti.

"Una meraviglia Yildiz, grazie per esserti interessato" gli dico sorridendogli con nonchalance.

Nessuno ha capito nulla, tranne Nico che mi si affianca e mormora all'orecchio un "Ne parliamo più tardi" accostato a uno dei suoi immancabili baci sulla fronte.
Questo gesto è uno dei più banali che un ragazzo come lui possa fare, ma uno di quelli più significativi per me.
Però quello che mi ha dato ora è diverso, mi sapeva proprio da minaccia velata, da tipo "Faccio il gentile ma se poi non mi dici tutto per filo e per segno ti spezzo le gambe".
Solo Nico era capace di fare una cosa del genere.

"Comunque, io devo ancora fare colazione" dico, attirando l'attenzione di alcuni di loro.

"E che stiamo aspettando? Ti accompagno io" dice il mio migliore amico alzandosi dalla poltroncina e prendendomi a braccetto.

"Vengo anche io!" esclama Kenan replicando la mossa di Nico.

"Frena frena frena Kenny, ritorna dove eri, questa è un uscita tra Migliori Amici" dice Nico.

"Già, ho il mio consulente personale, affari privati" dico facendo ridere tutti i presenti che stavano ascoltando.

E così Kenan, o kenny come lo chiamano loro, torna a sedersi sul divanetto in silenzio guardando il telefono...
Un po' mi dispiace, ma non potevo portarlo con noi dato che il centro del nostro discorso sarà proprio lui.

"Andiamo?" chiede Nicolò avviandosi verso l'uscita, e così lo seguo fino all'esterno.

Percorriamo circa 5 minuti a piedi fino a quando non ci fermiamo in un bar.
Ci accomodiamo ad uno dei tavolini esterni dove ordino un cappuccino e un cornetto al cioccolato.
Appena seduti Nico parte a bomba con le domande.

"Allora, intanto voglio sentirmi dire che avevo ragione, perché avevo ragione" dice.

"Si avevi ragione, vuoi un applauso?" chiedo in modo sarcastico.

MY KIND OF LOVE || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora