▪️31. Il suo corpo. La sua mente. La sua anima

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«Ehm… io ho fatto

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«Ehm… io ho fatto.»
La voce di Alina che arriva da dietro le mie spalle mi fa ritornare parzialmente alla realtà. Mi volto a guardarla con l'umore più nero del mio vestiario.
Non so se abbia sentito qualcosa e onestamente me ne sbatto concentrandomi invece su qualcosa di più piacevole.
Lei.
E le sue lunghe trecce, per le quali i miei pensieri si fanno piano piano più impuri e immorali.
Un paio di ciocche ondulate ricadono sul suo viso dandole un'aria un po' da ribelle.
Vorrei dirle qualcosa di sagace, ma risulterei anche piuttosto volgare.

«E allora muoviamoci, adesso ho seriamente bisogno di una scarica d'alcool endovena» borbotta mia sorella rimettendosi sulla moto e sgasando impaziente.

«Niente gonna?»
Mi rivolgo ad Alina che si sta avvicinando a me, preferendo ignorare mia sorella.

«Non voglio gocciolare come se avessi il raffreddore e stare senza mutande non mi aiuta» termina la frase con un sorriso innocente.
Quasi non mi strozzo con la mia stessa saliva.
Mi schiarisco la voce leccandomi le labbra secche.

«Sali» le indico la moto allungando il braccio.
Lei mi sorpassa alzando la testa e spingendomi
con quel culo modellato da un paio di pantaloni di pelle.

«Siete così arrapati che posso sentire i vostri pensieri fino a qui.»
Che cazzo, mia sorella non riesce proprio a starsene zitta.
«Mi fate ricordare troppo che ho appena rotto con il mio tipo. Me ne vado, ci vediamo al pub.»

Non ci da neanche il tempo di replicare che si è già dileguata.
Sbuffo e mi rimetto il casco.

«Tua sorella ti fa arrabbiare?»
C'è una punta di sarcasmo nella sua domanda.

«È il passatempo preferito di tutti, farmi arrabbiare» dico dopo che siamo saliti entrambi.

«Anche il mio» dichiara appiattendo il suo corpo contro al mio.

«Attenta, Alina. Con te potrei giocare più sporco che con gli altri.»

Spingo sull'acceleratore, le ruote della moto mangiano l'asfalto lasciando una nuvola di polvere dietro di noi.
Le mani di Alina si serrano al mio giubbotto ed è assurdo come io riesca a sentire tutto il suo calore nonostante l'aria gelida di dicembre.

La sento sospirare forte dietro di me, la immagino ad occhi chiusi mentre si gode il momento.
E poi la immagino ad occhi chiusi, con le guance tutte rosse e il respiro affannato, mentre si gode un altro momento.
Mi viene duro.
È inevitabile.
Mi eccita la velocità. Mi eccita scopare. E soprattutto mi eccita lei.

«Ti sento più rilassata o è solo una mia sensazione?»

Voglio sentire la sua voce. Perché mi eccita pure quella.

«Ho fatto un po' di stretching prima di scendere. Quindi sì, sono molto più rilassata adesso.»

Sapevo già sarebbe stata una lama a doppio taglio questa domanda. È una fan dei doppi sensi e su questo non ci piove.

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