Non fu la luce del sole a svegliarmi, ma il rumore esageratamente forte delle persiane. Non fui l'unico a spaventarmi: anche mia madre, dopo averle aperte, sembrò sussultare. Seppellii la faccia nel cuscino ed emisi un versetto infastidito.
≪Santo cielo, mamma!≫ Mi voltai ad osservarla, ottenendo indietro uno sguardo colpevole.
≪Accidenti, questo posto cade a pezzi!≫ Disse, rivolgendo nuovamente un'occhiata al pezzo di legno scheggiato.
≪Perché mi hai svegliato?≫ Mi rassegnai, sedendomi sul posto con le gambe incrociate.
≪Perché sono le dieci e ho deciso che verrai con me e Giuseppina al negozio di vestiti.≫
Strabuzzai gli occhi. ≪Stai scherzando? Dimmi che stai scherzando.≫
Un ghigno compiaciuto le balenò in faccia.
≪Certo che no signorino. Forza, in piedi!≫ batté le mani un paio di volte e uscì dalla stanza. ≪Hai dieci minuti per prepararti!≫
Mi coprii il viso con le mani e mi sfregai gli occhi, prima di alzarmi e fare come mi era stato detto.
Passò una mezzoretta e, finalmente, arrivammo al negozio. Giuseppina iniziò a rovistare tra i vestiti "da vecchia", come li chiamava la mamma. Io mi guardai intorno, in cerca del reparto per i vestiti da maschio. Lo trovai facilmente e mi avventai sulle camicie. Una in particolare catturò il mio occhio: era di un grigio caldo e aveva un maglioncino marrone chiaro smanicato sopra.
≪Ti piace?≫ Mia madre era dietro di me che mi osservava con il suo solito sorriso affettuoso.
≪Be', è carinaA te piace?≫
≪Deve piacere a te, tesoro.≫ Afferrò la camicia e la pose in un carrello. ≪Vado a pagare, tu aspettami fuori.≫
🜂🜃🜄🜁
Finalmente arrivò la sera. Seguii la mamma verso la casa dei vicini, con in mano una ciotola di minestra di ceci. Quando la porta si aprì, venimmo accolti dal caloroso sorriso familiare di Giuseppina. Quando mi vide, fece con la mamma un coro di risate affettuose, alludendo alla mia nuova camicia.
≪Che figurino!≫
Non potei evitare di fingere una posa da modello, sentendo le risate aumentare. Ero felice che, finalmente, io e mia madre avessimo trovato dei vicini gentili e simpatici. Be', erano strani, ma pur sempre delle brave persone. I vecchi vicini mi ritenevano un brutto presagio, per il colore dei miei capelli. Dicevano che il rosso portava male, pensiero che si usava avere molti anni prima. Giuseppina e Aurelio, invece, sembravano solo terribilmente gentili. L'anziano stava finendo di preparare le patatine fritte.
≪Mi scusi, dove posso lavarmi le mani?≫ Chiesi all'anziana, che mi rivolse uno sguardo di disapprovazione insieme al suo abituale sorriso.
≪Caro, lo sai che devi darmi del tu!≫ Mi fece un cenno con la mano di seguirla, e così feci. Dopo averla ringraziata mi versai del sapone bianco al profumo di lavanda sulle mani. Volevo aspettare di vederla uscire dalla stanza prima di aprire l'acqua, ma lei non se ne andò.
≪Mi ha detto tua mamma che ti piace esplorare in giro.≫ Fu lei a rompere il ghiaccio.
≪Sì, mi interessa conoscere luoghi nuovi e osservare la natura.≫ Le rivolsi un sorriso, sciacquando le mani. Lei inizialmente non rispose. Stava annuendo, come se stesse pensando a un qualcosa da dirmi.
≪Sai, c'è un posto misterioso nel bosco.≫
Alle parole quasi sussultai, poiché, ancora una volta, il mio sesto senso aveva colpito.
STAI LEGGENDO
Il Mistero dell'Altro Lato
FantasyIl protagonista, Elio, è un ragazzo normale, il quale si trasferisce in Italia. I suoi vicini sono amorevoli e la scuola non sembra così male. Fa di tre dei suoi compagni di classe suoi amici: Zefiro, Adriano e un ragazzo di cui inizialmente non con...