CAPITOLO 22

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Passarono i giorni. Soklien e Jazhiua mostravano a me, Zefiro e Aldie il resto della città. Ci portarono a vedere le sabbie rocciose, dove crescevano gli aquatilis. Il tempo scorreva lento, mentre imparavamo sempre di più ad adattarci a quel mondo. Non sapevamo se saremmo mai riusciti a tornare a casa. Tentavamo in tutti i modi di intrattenere Adri con canzoni, storie, racconti, discorsi, nell’infinità del suo sonno.
Presto la Stagione del Raccolto e delle Ricompense terminò, dando spazio alla Stagione Fredda. Soklien ci spiegò che era arrivato il periodo dell’anno in cui le foglie dell’albero della passione prendevano la forma di tanti grossi cuori stilizzati, capovolti al contrario. Raccogliere e regalare una di quelle foglie voleva dire profanare amore vero, che fosse tra due innamorati, tra mamma e figlio o tra due migliori amici. Notai Zefiro raccoglierne una e, la stessa sera, posarla accanto alla testa di Adriano.
Le giornate diventarono più corte, e il tramonto più bello. Il cielo si colorava di un arancione pastello misto ad un rosa confetto. Le nuvole lilla vi passavano davanti come veli da sposa, mentre vari volatili nuotavano nella vastità dei colori. Con il calo delle temperature era difficile e rischioso uscire di casa, quindi passavamo le giornate ad imparare di più sugli hobby di Soklien e altre attività che venivano praticate durante quel breve inverno. Creammo dei nuovi vestiti, poiché quelli che avevamo si erano rovinati. Aldie ci fece notare che sembravamo antichi romani, poiché portavamo delle tuniche bianco avorio intrecciate intorno al corpo e dei sandali di pelle. Alyana usciva raramente dalla stanza in cui si trovava Adri, e noi non potevamo entrare. Diceva che potevano starci solo il ferito e i due connettori -quindi lei e lo spirito di Ymraa-. Si dirigeva solo in cucina per i pasti e in bagno; non dormiva. Tuttavia, non riuscii a sentire nemmeno una parola uscire da quella stanza, quindi pensai che forse stava comunicando con la divinità nel pensiero.
Una sera in cui le temperature calarono verso i -10°, l’anziana aprì combattuta la porta. Noi aspettavamo per la maggior parte del tempo in cucina, cosicché, se ci fossero state notizie, lo avremmo saputo subito. Ci osservò tutti, uno ad uno.
≪Cari ragazzi, ci potrebbe essere un problema.≫ Ci informò.
Zefiro saltò subito in piedi. ≪Quando si sveglierà?≫ Domandò.
≪È proprio questo ciò di cui vi devo parlare.≫ Spiegò addolorata dopo un lungo sospiro. Il biondo si accasciò nuovamente sulla sedia di legno. L’anziana si avvicinò a lui e gli si sedette vicino. Gli accarezzò dolcemente i capelli.
≪Il povero Adriano potrebbe non svegliarsi.≫ Aldie fece un breve sospiro, il quale gli tolse completamente il respiro. Zefiro osservò la donna.
≪Che cosa?≫ Chiese con un filo di voce.
≪Non riesco a collegarmi completamente alla sua anima, e la ferita è profonda.≫
≪Invece deve riuscirci, non può fallire! Non può abbandonarlo così!≫ Rispose brusco.
≪Mio caro ragazzo, faccio del mio meglio≫ affermò dolcemente. Delle lacrime iniziarono a scorrere sul viso di Zefiro, il quale uscì di corsa dalla stanza e si diresse verso l’amico. Alyana non tentò di fermarlo, questa volta. Io e Aldie lo seguimmo lentamente.
≪Adri, ti prego. Ti prego, ho bisogno che ti svegli. Ho bisogno di te. Per la miseria, apri quegli occhi!≫ Pregò disperato. Si trovò, un’altra volta, ad accarezzargli dolcemente il viso. Premette la fronte contro quella dell’altro.
≪Apri gli occhi, per favore.≫ lo implorò. Fu come una specie di magia, poiché il corvino mosse un dito. Fui l’unico a notare il movimento, tanto impercettibile quanto importante.
≪Ehi, ehi! La sua mano!≫ Indicai. Tutti si girarono verso il pallido corpo del corvino. Mosse di nuovo il dito. Poi un altro.
Alyana, rapidamente, ci spinse al muro della stanza e ci ordinò di fare silenzio. Si avvicinò al ragazzo e gli posò una mano sul cuore. Restò ferma così per qualche minuto. Il silenzio non faceva che aumentare l’ansia. Notai che Zefiro faceva quasi fatica a respirare e le mani che gli sudavano. Dopo un po’, Alyana si alzò. Si prese qualche secondo per osservare il volto immobile del ragazzo dormiente, dopodiché si voltò verso di noi. Ci guardò uno ad uno, poi si soffermò su Zefiro.
≪L’acqua. Portatemi un secchio d’acqua.≫ Ci ordinò. Rapidamente, uscimmo dalla stanza in cerca del contenitore, e quando lo trovammo lo riempimmo dalla fontanella in giardino. Tornammo dall’anziana, la quale stava parlando una lingua che non riuscivamo a capire e muoveva le mani come a formare delle onde. Si muoveva a destra e a sinistra facendo questa strana danza, e non si fermò neanche quando entrammo. Aldie posò il secchio d’acqua vicino al letto. Alyana si inginocchiò, chiuse gli occhi e abbassò la testa, poi pronunciò altre parole in quella lingua sconosciuta. Subito, l’acqua iniziò ad alzarsi. Si sollevò in aria come polline, poi creò un cerchio sopra il corvino. Iniziò a roteare lentamente, mentre alcune delle gocce andavano a bagnare il petto del ragazzo, il quale era stato scoperto dalla coperta e dai vestiti. 
≪Ymraa sta parlando con lui. Lo sta andando a prendere.≫ Disse Alyana sorridendo.
≪Che vuol dire ‘’andando a prendere’’? Dove si trova?≫ Chiese Zefiro spaventato.
≪Era sul punto di morire, fino a poco fa, ma lei lo sta riportando nel mondo dei vivi attraverso il suo elemento, l’acqua.≫
≪Come è possibile?≫ Domandai affascinato.
≪Unendo l’elemento principale del ragazzo e il suo, lo spirito, sta creando un’energia in lui, forte tale da riuscire a riportarlo qua. Quando si sveglierà avrà un pezzo di Ymraa nella sua anima.≫
Restammo tutti senza parole per la rivelazione. Zefiro, però, sembrava essersi soffermato sul fatto che Adri si sarebbe svegliato. Quindi sorrise con lacrime che uscivano copiosamente dagli occhi, creando in lui un’emozione rara e magnifica.
Aspettammo. Passò qualche ora e nessuno disse una parola. Nessuno si mosse per andare in bagno, per mangiare o per dormire. Soklien si trovava a casa di Jazhiua, quindi non sarebbe entrato. Il lungo silenzio fu interrotto da un leggero mugolio. Il biondo alzò lo sguardo di scatto verso l’amico corvino. Notai che gli occhi di Adri si stavano aprendo. Erano affaticati, ma si stavano sforzando per riuscirci. Zefiro scattò in piedi e si avvicinò rapidamente a lui.
≪Adri? Adri, mi senti?≫ Mormorò. Il corvino si voltò lentamente verso l’amico, mentre continuava a sbattere le palpebre per mettere a fuoco.
≪Zeze…≫ Rispose il corvino, con un filo di voce.
≪Sei tornato…Sei tornato!≫ Singhiozzò. ≪Grazie Ymraa, grazie≫ disse.
≪Che succede? Perché piangi?≫ Chiese Adri.
≪Perché non sono mai stato così felice,≫ rispose Zefiro.
Aldie, che fino a quel momento si era trattenuto, scoppiò in lacrime. Si avvicinò all’amico, il quale si era messo a sedere sul letto, e lo abbracciò, con la faccia sepolta nella sua spalla.
≪Pensavo fossi morto…≫ Gli rivelò.
≪Non me ne vado così facilmente!≫ Ridacchiò il corvino. ≪Anche se…be’, è stata Ymraa ad aiutarmi.≫
≪Lo sappiamo.≫ Rispose Zefiro. ≪Ce lo ha detto Alyana.≫
Seguì il silenzio. Adri si voltò verso di me e mi sorrise.
≪Ciao, Elio.≫ Mi disse.
≪Ehi…come ti senti?≫ Chiesi, sollevato.
≪Come nuovo!≫ Ridacchiò di nuovo.
Parlammo tutti insieme per un po’, aspettando il ritorno di Soklien. Adri mangiò e bevve tantissimo, poi si accorse del freddo ed iniziò solo allora a tremare. Nonostante tutti quei giorni separati, fu semplice rafforzare nuovamente i legami. Ormai le avventure passate insieme ci univano come una famiglia.

Il Mistero dell'Altro LatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora