THE GARDEN narra di una ragazzina che studia in una scuola di magia,
Di un elfo bloccato in un finto e malvagio orfanotrofio,
Di un mistero da svelare.
Le storie d'amore hanno sempre un lieto fine?
Era una splendida giornata primaverile, eppure io ero molto annoiata. Me ne stavo seduta in un angolo del giardino dell' istituto di magia a leggere. Era il mio primo anno in quel posto, la scuola magica cominciava ad 11 anni. Non avevo ancora ottenuto il mio potere, il che mi faceva stare in ansia perché se non ti arriva entro i 13 anni vuol dire che non li avrai proprio e che sei fuori dalla scuola. Non avevo molti amici, le mie due uniche erano Eva , la mia compagna di stanza allegra e solare e l' appiccicosa è antipatica Lara che pensava di essere la mia migliore amica. Si sentiva la regina, la nostra governante (anche se stava antipatica a tutti) , si vantava spesso di quanto fosse stata "gentile" nel diventare amica "di una ragazzina così particolare !" Le sembravo strana perché leggevo, studiavo e amavo la natura, tutte cose che io ho sempre definito (anziché difetti) "qualità". Poi le parevo strana perché i libri che leggevo non erano di ragazze stupide che si innamoravano con la prima persona che gli capitava davanti e (con un inutile sdolcinatezza) si fidanzavano dopo tre giorni. Preferivo i generi horror e giallo, cosa alquanto normale che lei definiva "assurda", ancora oggi quando ci ripenso continuo a provare una forte antipatia per quella ragazza . La parte che più odiavo di me (e che odio tuttora) è che parlo troppo: alle volte comincio a parlare di cose imbarazzanti ,private o sciocche , mi accorgo solo dopo delle cavolate che ho detto . Il giardino era la mia parte preferita dell'istituto , così pulita e splendente, durante la pausa pranzo amavo leggere all'aria aperta. Avevo un angolino che adoravo dove mi distendevo completamente e mi divertivo tantissimo a mettere in mezzo ai miei lunghi capelli bordeaux dei fiorellini. Li passavo tutte le pause o a leggere o a pensare cosa sarebbe potuto accadere nei miei primi 5 anni di vita di cui non avevo memoria, i miei genitori ,per quanto li avessi costretti a darmi risposte, non me ne avevano mai parlato.
