5

17 4 0
                                    

Era domenica mattina e mi alzai presto per andare in biblioteca a cercare delle risposte

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Era domenica mattina e mi alzai presto per andare in biblioteca a cercare delle risposte.
Appena entrata c'era un silenzio tombale e cominciai a cercare un libro che parlasse di cosa, fosse successo 60 anni fa. Cercai ovunque, non c'era nulla persino nel reparto storia. Ero abbastanza demoralizzata quando vidi un libro che si intitolava "Tira" " nome particolare per un libro, vediamo di che parla " così lo tirai e immediatamente lo scaffale si girò mostrando un solo libro. Stupita lo estrassi e lo scaffale ritornò come prima.
Portai il libro sul tavolino, era marrone e sembrava molto vecchio, non aveva un titolo cosa che mi stupì molto , comunque aprì la prima pagina e cominciai a leggere. Parlava degli elfi e di 60 anni fa.
Cominciava con la definizione di un elfo cioè creature magiche protettrici di tutto ciò che riguarda la morte e l'oltre tomba.
Dopo una lunga parte che parlava di  dove gli elfi vivevano e altre cose, poi c'era la parte di 60 anni fa . A quanto pare  un tempo  uno strano essere cominciò a far sparire le persone. Tutto questo durò per 6 anni.
Avevo la strana sensazione che quella visione fosse stata ambientata in quel periodo . Eppure non era possibile perché io non ero nata.
Ero super confusa eppure dovetti risistemare il libro e sbrigarmi perché tra poco la biblioteca si sarebbe riempita.

<<Eccoti! Ma dov'eri finita ti ho cercata ovunque >>
<<Buongiorno a te Eva, ero in biblioteca >>
<<Di prima mattina? Ma sei pazza? Comunque ti è arrivata una lettera, da un certo Artur. Posso farti una domanda, perché ha il nome di un elfo?>>
<< Non lo so è un vecchio amico, grazie per avermela conservata>>
Ero alquanto confusa, presi la lettera e la lessi velocemente diceva:
Cara Ophelia (adesso ti chiami Nube giusto?),
Finalmente possiamo parlare. Tu ci potresti aiutare.
Vieni a mezzanotte nel giardino e fatti prendere. Non avere paura. Appena lo farai potremo incontrarci.
A dopo
Da Artur

Pensai subito a tre cose : perché mi chiamavano Ophelia , perché sarei dovuta andare a mezzanotte nel giardino della scuola ,e soprattutto cosa voleva dire che mi dovevo fare prendere.

Erano le undici di sera e tremavo come una foglia . Mi alzai dal letto senza fare rumore , controllai se Eva stesse dormendo e mi diressi verso il bagno. Pettinai i miei capelli bordeaux e li raccolsi in una coda. Mi lavai la facci mi tolsi il pigiama che avevo provvisoriamente messo e mi misi una maglietta bianca con dei pantaloni a jeans larghi. Mi allacciai le scarpe e uscì dalla stanza. Era presto mancavano ancora 20 minuti alla mezzanotte quindi presi la strada più lunga. Ero tentata di scrivere un messaggio ai miei genitori ma non sapevo cosa scrivergli, non sapevo nulla.
Arrivai all'ingresso, la chiave era sul tavolino accanto alla porta la presi e uscì dalla scuola ero in giardino. Cominciai a camminare percorrendo il perimetro del giardino. Ad un certo punto cominciai a sentire dei suoni, ero terrorizzata i,suoni erano sempre più vicini finché una sagoma nera mi avvolse. Non vedevo altro che il buio e non sembrava altro oltre le mie urla.

THE GARDENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora