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L'estate ormai era finita ed era quasi natale, persi il conto di quanto tempo era passato da quando ero arrivata

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L'estate ormai era finita ed era quasi natale, persi il conto di quanto tempo era passato da quando ero arrivata.
Ogni volta che suonavo l'arpa era come se una voce fredda e femminile mi dettasse le note e usciva sempre un suono macabro ed estremamente triste. Quella voce non veniva da sottoterra ma era dentro di me, appena toccavo l'arpa sentivo il mio corpo gelare e non sentivo più altre voci, solo quei sussurri che pronunciavano lentamente i nomi delle note.
Chiunque mi ascoltava (pur essendo vittime di quella finta felicità) rimanevano perplesse.
Un pomeriggio di ottobre mentre suonavo la mia insegnante di musica venne da me e mi disse: <<Ophelia cara, ti andrebbe di suonare per noi a natale? Però gli spartiti te li darò io, suoni melodie molto tristi >> imbarazzata accettai.
<<Oh Ophelia come sei brava! Come ti invidio!>> disse una ragazza che era solita sedersi a pranzo accanto me e Jane
<<Mia cara amica l'invidia è un brutto sentimento, tu hai pure delle qualità fantastiche >> dissi con un sorriso "certo che potrei diventare un'attrice e andare a lavorare a Hollywood con Jane un giorno ".

La sera ci sarebbe dovuto essere il nascondino e mentre io e Jane preparavamo psicologicamente ,per sdrammatizzare la situazione, le raccontai del fatto che mi avessero ingaggiata per suonare a Natale. Jane scoppiò a ridere e disse:<< Cosa ti faranno suonare? A Natale puoi?>>
<< No ma che dici è "molto triste">>
<<Ci sono allora, Suonerai per tutti Jingle Belles !Oppure anche quella è troppo triste>>
Ad interrompere le nostre chiacchiere fu il suono della campanella e la solita voce che spiegava "l'obiettivo " del "gioco" cioè squalificare i deboli.
In quel periodo l'essere sembrava fosse contro di me, appena il gioco iniziava provava in tutti i modi a far sì che io lo guardassi negli occhi. Sarà stata una mia impressione ma ciò rendeva il nascondino più terrificante.
Jane mi prese per mano e insieme scendemmo le scale verso l'ingresso e una volta scese comparse lui ,ogni volta che lo rivedevo sembrava più alto e spaventoso.
Quando il gioco ebbe inizio l'essere corse verso di me ma per fortuna mi perse subito di vista.
Io e Jane ci eravamo separate ,le era sembrato di vedere la pistola verde contenente il sedativo, io invece non riuscì a trovare un nascondiglio e l'essere si avventò su di me e con un pezzo di vetro mi fece un taglio profondo lungo il braccio ,tra i dolori più grandi che io ebbi mai provato. La cosa strana fu che anziché usare quel pezzo di vetro per squarciarmi fu che mi prese per il collo in una maniera che mi diede la possibilità di continuare a respirare e cominciò a scrutare il mio volto. Io chiusi automaticamente gli occhi e appena lo feci mi strinse il collo non permettendomi di respirare allora io aprì gli occhi e lui strinse più forte finché non cadde all'indietro, io sopra di lui . L'ultima cosa che vidi prima di svenire  fu Jane che mi guardava preoccupata dopo di che mi svegliai in infermeria.
Mi guardai il braccio, mi avevano messo la bellezza di 9 punti. Decisi di metterli in difficoltà e appena arrivò l'infermiera le chiesi come mi ero procurata quel taglio.
<<C'è stato un blackout e e hai sbattuto sull'angolo del lavandino >>
<<Grazie dell'informazione e perché siamo legate da delle stringhe di cuoio?>>
<<Perché non sappiamo quanti di voi sono sonnambuli e non sempre c'è un infermiera che vi controlla >>
Detto questo mi rivolse un sorriso palesemente finto e se ne andò.

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