Era mattina presto e a svegliarmi fu Jane con un sussulto, <<che succede?!>> urlai << Oggi è il giorno >>
<<È da quando sono arrivata che parli di oggi, cosa accadrà mai?>>
<< Niente andiamo prepariamoci per la lezione >>
<< Ma é tra due ore!>>
<< Non mi interessa >> disse mentre andava a farsi la doccia.
Era il mio ottavo giorno in orfanotrofio e la mia vecchia vita mi cominciava a mancare.
Mi misi la divisa mi lavai denti e rimasi ad aspettare che Jane finisse di prepararsi.<<Oggi faremo educazione fisica!>> disse con entusiasmo la professoressa, fino ad allora non l'avevamo mai fatta. Ci consegnò dei pantaloni e una maglietta e, dopo esserci cambiate, cominciammo la lezione che più che palestra sembrava una preparazione alle arti marziali.
Dopo quella lunga e straziante lezione andammo a pranzare. Durante la pausa pranzo andai in giardino, appena varcavo la soglia di quel posto mi venivano i brividi, era come se degli spiriti ,o comunque degli esseri soprannaturali cominciassero a parlottare tra loro. Tutto ciò durava sempre un istante e poi il giardino continuava ad essere bello e accogliente (era il luogo più accogliente dopo la biblioteca).Erano le dieci passate e dire che Jane era agitata era dire poco, tremava dalla testa ai piedi e percorreva il perimetro della stanza in maniera frenetica mentre borbottava cose del tipo: "non ci fanno tenere nemmeno i pantaloni , dobbiamo andarci con la camicia da notte che ha la gonna!" "Pensano che domani ci dimenticheremo tutto ma non è così!"
<< Li odio! Li odio>>cominciò ad urlare così provai a calmarla e mentre parlavamo si erano già fatte le 11:30. Ad un certo punto suonò la campana e una voce femminile cominciò a gridare:<< Buongiorno a tutti, anzi dovrei dire buonanotte.
É il momento di "giocare " a nascondino, dove i deboli vengono squalificati . Auguro a tutti quanti un felice gioco ,divertitevi>>
Jane riprese a tremare poi fece un respiro profondo mi guardò negli occhi e disse:<<Hai mai visto qualcuno morire davanti i tuoi occhi?>>
<<N-no perché?>>
<<Andiamo>>
Mi prese per mano e questa volta ero io quella che tremava, mi condusse all'ingresso dove c'erano anche le altre ragazze e per mia sorpresa c'erano anche i ragazzi che scoprì in seguito vivessero nel retro dell'orfanotrofio.
Le luci si spensero e a fare luce c'erano solo delle candele. Ad un certo punto dal nulla apparve una figura alta 5 metri con addosso una maschera da medico della peste incappucciato da un mantello nero, persino le mani erano coperte da dei guanti anch'essi neri.
Stavo per svenire dalla paura e appena suonarono le campane per dare inizio ai giochi Jane tirò per il braccio e mi face entrare sotto una poltroncina. La scena che ci fu dopo mi terrorizzò: una ragazza (probabilmente appena arrivata) era rimasta imbambolata per la paura e quel l'essere la prese e le staccò la testa che rotolò giusto davanti la nostra poltrona.
Le lacrime cominciarono a rigarmi il viso e questa volta rischiai sul serio di svenire. Appena l'essere si girò Jane mi fece uscire da la sotto e mi condusse dietro un mobile strettissimo, si sentivano urla colpi di pistola e c'era sangue dappertutto.
<< Q-q-quanto d-durerà >> pronunciai queste parole istintivamente con voce flebile << Per 2 due ore >> disse Jane.
L'essere si stava avvicinando così io e Jane ci spostammo sotto un divano e durante questo piccolo spostamento presi una pistola che era sul pavimento. Le urla erano sempre più forti e mi girava la testa, ad un certo punto quel' essere maledetto trascinò Jane fuori de nascondiglio e prima che potesse metterle storcerle un dito (non so dove trovai il coraggio) presi la pistola e gli sparai. Jane cadde a terra e lui si girò verso di me con una pistola, cominciai a sudare sempre di più e quando premette il grilletto un ragazzo mi saltò addosso e con il piede deviò il proiettile verso un quadro. Io mi nascosi dietro un mobile e rimasi muta ad osservare il mio agile salvatore che era ancora di schiena, cominciò a correre prese una corda dove erano appesi dei disegni ,probabilmente fatti dai ragazzi dell' orfanotrofio, e come incantata copiai i suoi movimenti: c'erano due armadi paralleli ed entrambi,salimmo su di essi grazie a degli scatoloni mi lanciò un estremità di corda (non mi spiegai mai come riuscì a prenderla visto quanto sono maldestra) , nel frattempo l' essere era intento ad acciuffare una ragazza così io e il ragazzo saltammo dagli armadi ,la fune colpì il collo dell'essere che cadde insieme a noi e ,durante la caduta, il ragazzo per la prima volta mi guardò negli occhi che riconobbi subito ,era Artur.
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THE GARDEN
FantasyTHE GARDEN narra di una ragazzina che studia in una scuola di magia, Di un elfo bloccato in un finto e malvagio orfanotrofio, Di un mistero da svelare. Le storie d'amore hanno sempre un lieto fine?