8

9 4 0
                                    

Ero nel bel mezzo dei miei sogni e, quando suonò la campana per farci svegliare, pensavo di essere nella mia solita vita nella scuola di magia, eppure appena aprì gli occhi fu come se la realtà mi desse una sberla

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ero nel bel mezzo dei miei sogni e, quando suonò la campana per farci svegliare, pensavo di essere nella mia solita vita nella scuola di magia, eppure appena aprì gli occhi fu come se la realtà mi desse una sberla. Mi ero dimenticata di essere in orfanotrofio. Mi sentivo completamente sola.
<<Buongiorno! Non sei contenta di vivere una nuova giornata!>>
<<No>> borbottai tra me e me
<<Cosa?>>
<<Si non vedo l'ora >> dissi in maniera ironica, ma a quanto pare non sapeva cosa volesse dire ironia così mi guardò confusa e disse:<< Non sei felice?>>
<<No non sono felice sono felicissima >> " le mie doti da attrice migliorano di giorno in giorno ".
<<Mancano solo 5 giorni?>> disse preoccupata mentre guardava il calendario sopra la porta.
Scesi dal letto e le chiesi :<<A cosa?>>
<< A nulla! Forza andiamo o faremo tardi a lezione>>
"Che noia!".

<<Oggi vi assegneremo dei libri da leggere!>> disse la professoressa a fine lezione, <<seguitemi in biblioteca >>. Non sapevo cosa aspettarmi e quando la professoressa mi porse un libro intitolato "condividere é bello" capì che avrei dovuto rinunciare anche al piacere della lettura. Il libro parlava di due sorelle che un giorno durante l'ora di pranzo si resero conto che una aveva più cibo dell'altra, così la sorella con più cibo lo condivise con lei. Era lungo 300 pagine "uffa ora mi toccherà anche leggere un libro noiosissimo " << Dopo farete il riassunto dei libri che avete letto >> gracchiò la professoressa.

Si erano fatte le 8 di sera così dopo la cena tornai con Jane in camera mi misi la camicia da notte e mi coricai. Erano le due di notte e fui svegliata da dei singhiozzi, scesi le scale del letto e vidi Jane piangere.
<<Perché piangi?>> chiesi stupita, prima d'ora non avevo visto nessuno in quel posto che non fosse felice e allegro.
<<Non devi dirlo a nessuno ok?>> disse con aria seria.
<<tranquilla é normale piangere >>
<< No, non qui>>
<<Perché?>>
<<Perché qui nessuno prova e può provare un'emozione che non sia la felicità >>
La guardavo confusa , non riuscivo a capire perché non si potessero provare tutte le emozioni.
<< Hai presente l'ospedale della scuola>>
<<Sì certo che l'ho presente >>
<<Quando vedono che qualcuno non è felice gli fanno delle punture per fargli sembrare tutto rosa e fiori e per farlo essere allegro.>>
<<Ma é terribile!>> dissi inorridita.
<<Lo so e lo fanno appena arrivi per farti dimenticare del passato >>
<<Ma io mi ricordo del mio passato >>
<<Perché come me sei un elfo>>
<<C-cosa? Come fai a saperlo>>
<<Gli elfi sono immuni a queste punture >>
Ero scioccata, ecco perché tutti mi chiamavano Ophelia, i mie genitori me lo tenevano nascosto. Mi fecero credere di essere una fata e di chiamarmi Nube, ma io non ero altro che un elfo.
<<Quindi tu hai sempre finto?>>
<<Sì>>
<< Ma come fai, sei bravissima >>
<< Nella mia vita passata ero un attrice, mi offrirono un lavoro in un teatro vicino e oggi avrei dovuto avere uno spettacolo.>>
<<Per questo piangi>>
<<Sì ci tenevo molto, parlami un po' di te invece>>
Gli raccontai la mia storia e gli chiesi la sua.
<< Quando era piccola i miei genitori si separarono e io andai da mio padre che ,a insaputa mia e di mia madre, era un serial killer infatti mi insegnò ad usare la pistola. Poi la polizia lo scoprì , mio padre fu arrestato e io andai a vivere da mia madre in un paese della Valle degli elfi. Lì mi appassionai al teatro e cominciai ha recitare.
Quanti anni hai? Io 14>>
<<Wow, strana la tua storia. Io ho 12 anni. Piacere Jane Elizabhet >> dissi e per la prima volta in quel posto feci un sorriso sincero.
<<In che anno siamo? E come siamo finite qui?>> chiesi visto che finalmente avevo trovato qualcuno con cui parlare.
<< Non lo so, questo è una specie di visione. Ha sulle mani un erba magica che una volta respirata ti fa svenire, ti catapulta in questo posto e non ti fa crescere.>>
<< Quindi noi non invecchiamo?>>
<< A meno che non ti svegli no>>
<< Ma chi è l'artefice di tutto?>>
<<lui...lui. Non so come spiegartelo. Purtroppo tra ormai quattro giorni lo scoprirai.>>
<<O-ok>>
<<Sono felice di averti conosciuta Ophelia>>
<<Anch'io Jane>>
Dopo di che andammo a dormire.

THE GARDENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora