zio Simo

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Da diverse settimane la calma di Villa Balestra era ormai perturbata da un uragano di capelli biondi, occhi azzurri e una vivacità fuori dal comune.

Lily, ormai, passava la maggior parte delle sue giornate alla villa, complice il fatto che il nuovo lavoro di Nina la teneva occupata fino alla sera tardi e che, quindi, Manuel si era offerto di tenere la bambina con lui.

Il moro, in realtà, stava sacrificando un bel po' del suo tempo libero per stare dietro alla piccola ma preferiva di gran lunga rinunciare alla sua di adolescenza che permettere che Lily rinunciasse alla sua infanzia.

E anche quel pomeriggio Lily era lì.

Manuel era uscito per fare delle commissioni e l'aveva lasciata alle cure di sua madre.

Era appena tornato, stava aprendo la porta quando sentì arrivare dal salone le urla inconfondibili della bambina, si immaginava già di trovarla sul tappeto del salone circondata da giochi, com le trecce mezze sfatte e un sorriso gigantesco.

E fu proprio la scena che si trovò davanti, identica se non per un piccolo particolare che fece perdere al riccio qualche battito: al fianco della bambina c'era Simone che stava cullando il bambolotto di Lily mentre gli sorrideva mostrando le fossette.

Lei lo guardava incantata, parlandogli e suggerendogli cosa fare e cosa dire al giocattolo.

E lo stesso sguardo stregato lo aveva Manuel che al vedere quella scena sentí un piccolo fuoco investirgli il cuore, un fuoco caldo che non faceva paura ma rassicurava, donava una sensazione di casa.

Perché davanti a lui aveva una delle scene più tenere che avesse mai avuto il privilegio di osservare.

E fu immediato e quasi naturale per Manuel immaginare che un giorno quella potesse essere la sua realtà; che lui sarebbe potuto tornare da lavoro, dopo una giornata stancante, arrivare a casa e trovare Simone giocare con i loro figli. E magari si sarebbe potuto avvicinare, salutare i bambini e poi il corvino con un lungo bacio sulle labbra che non gli avrebbe più fatto paura ma avrebbe saputo solo di casa, amore e sicurezza.

Quelle fantasie a occhi aperti furono interrotte da Lily che, accortosi della presenza del riccio, gli andò incontro abbracciando le sue gambe.

Manuel si ridestò, prendendo la bambina in braccio e riempiendola di baci: era il loro saluto quotidiano a cui nessuno dei due avrebbe mai rinunciato.

"Ciao Manu" la sua attenzione si spostò dalla bambina al corvino che li stava guardando ancora seduto sul tappeto con gli occhi grandi spalancati e un'espressione serena a contornargli il viso.

"Ciao Simó"

"Sai che zio simo è bravissimo a giocare, più di te" era stata Lily a prendere parola e a scalciare per essere messa giù e raggiungere il suo amato zio Simo.

Manuel mise sù un'espressione offesa e Simone lo guardò in modo canzonatorio "So che è difficile accettare la sconfitta, ma purtroppo è così signor Ferro"

E Manuel per la seconda volta nel giro di cinque minuti dovette frenarsi dal mettere in atto la sua fantasia più grande: correre da lui e baciarlo, sul quel tappeto in mezzo a tutti quei giocattoli e con una bambina a fare da spettatrice.

E mentre guardava Simone fargli la linguaccia e rivolgere poi tutta la sua attenzione alla bambina, pensò che fosse fottuto, che quei pensieri lui aveva cercato di rintanarli in una piccola parte del suo cuore chiusa a chiave.
Ma ora stavano spingendo per uscire fuori, per avere spazio e lui non poteva darglielo, non poteva dar luce a quelle idee sul suo migliore amico, a maggior ragione se lo vedeva giocare con la bambina della sua ragazza.

Ma si sa non si può comandare il cuore nè tantomeno chiuderlo a chiave per sempre.

Stava a lui, ora, capire se avesse il coraggio di aprirlo o meno.

***
(non so se ha senso tutto ciò)

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