capitolo 5°

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Capitano:
La luce del mattino appena iniziando a filtrare attraverso le fitte chiome degli alberi quando ci fermammo finalmente per riprendere fiato. Le ombre lunghe e il canto degli uccelli ci avvolgevano in una fragile malata.Non possiamo fermarci a lungo," sussurrò il mio compagno, guardando nervosamente tra gli alberi. "Devono essere ancora sulle nostre tracce."
Annuii, ancora senza fiato, e ci rimettemmo in marcia, cercando di fare meno rumore possibile. Il terreno era irregolare ricoperto di radici.
All'improvviso, il rumore di rami spezzati e foglie mosse ci fece fermare di colpo. "Hai sentito?
chiesi, il cuore che accelerava.
Lei annuì,tendendo l'orecchio.
Non avevamo tempo di reagire. Dalle ombre emersero figure armate, le torce che gettavano una luce tremolante sui loro volti determinati. "Li abbiamo trovati!" gridò uno di loro, puntandoci contro.
"Siamo circondati," disse la mia compagna,la disperazione nella voce
Ma non volevo arrendermi così facilmente. "C'è sempre una via," dissi, cercando freneticamente una soluzione.
Le guardie si avvicinarono,i loro passi pesanti e minacciosi. "Arrendetevi ora," disse uno di loro, un uomo alto con una cicatrice sul viso."Non avete scampo."Ci scambiamo uno sguardo rapido e, in un istante di silenzioso accordo, decidiamo di tentare l'impossibile. "Corri!" gridai, lanciandomi nella direzione opposta, verso una fitta boscaglia che sembrava offrirci una minima possibilità di nascondiglio.
Sentii il rumore dei proiettili sibilare nell'aria mentre correvamo, zigzagando tra gli alberi e cercando di evitare gli ostacoli. Il terreno scivoloso rende la fuga ancora più difficile, ma non potevamo fermarci.
"Qui!" gridò il mio compagno, indicando un piccolo anfratto tra due massi. Ci infilammo dentro, cercando di controllare il respiro affannoso. Le guardie passarono di corsa, non annotandoci nella loro fretta di inseguire
Restammo immobili per alcuni minuti interminabili, aspettando che il pericolo passasse. Finalmente, quando il silenzio tornò a regnare nel bosco, ci permettiamo di rilassarci leggermente.Siamo ancora vivi," dissi, incredula.
"Sì," rispose lui, il viso sudato ma determinato. "Ma dobbiamo trovare un rifugio sicuro e pensare a un piano. Questa fuga è tutt'altro che finita
Ci rimisi in piedi, guardando il sentiero che si snodava davanti a noi. La lotta per la libertà era appena iniziata, e sapevamo che avremmo dovuto affrontare molte altre sfide. Ma in quel momento, l'unica cosa che contava era che eravamo ancora insieme, pronti a combattere per la nostra vita.

cuori imprigionatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora